Per trascorrere una giornata dedicata alla vita consacrata, in Casa provinciale sono giunte le suore delle diverse congregazioni presenti nell’isola. A guidare l’incontro è stato padre Marco Riva, assistente ecclesiastico dell’Unione delle Religiose di Terra Santa - USRTS, venuto da Gerusalemme. La giornata ha iniziato con un caloroso benvenuto da parte della Superiora provinciale, suor Antonia Piripitsi, presidente dell’Unione delle Religiose di Cipro e con la presentazione delle nuove sorelle che compongono le diverse comunità.
Padre Marco Riva ha offerto alle partecipanti una riflessione dettagliata sulla Lettera ai Filippesi e soprattutto sull’esortazione finale alla gioia nel capitolo 4: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti” (v.4). Perciò, il relatore ci invita ad un primo atteggiamento: ‘rimanere’ nel Signore, presupposto essenziale della gioia che fa bene alla vita della persona e della comunità: “La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!” (v.5).
Alla domanda - A noi, consacrate, oggi, che cosa vuole dire la Lettera ai Filippesi? - padre Marco Riva suggerisce alcuni inviti importantissimi.
Il primo invito è rimanere saldi. Una cosa è salda: il Signore. Quindi, rimaniamo saldi, se costruiamo sulla roccia. Su quale roccia, dunque, su chi fondiamo la nostra vita personale e comunitaria?
Il secondo invito è andare d’accordo. Questo significa collaborare nell’annuncio del Vangelo; collaborare con Cristo, con i fratelli e con la creazione. Paolo ci propone il modo di vivere della Chiesa: fare le cose insieme, non da soli. Occorre collaborare, accogliendo le differenze, perché queste aprono alla comunione, al confronto e al dialogo.
Il terzo invito è curare i rapporti. È importante renderci amabili e degni di affetto. È importante essere testimoni qualificati davanti al mondo (cfr. Fil. 3,17).
Il quarto invito è migliorare la qualità della nostra vita con le persone attorno a noi, condividendo l’esperienza di Gesù e arricchendosi da ogni cultura nel vero, nel bello, nel giusto. “In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri” (v.8).
“Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti”. L’ultima sfida è quella della gioia. Il mondo ha bisogno di persone significative che rinnovano la loro gioia in ogni circostanza e tappa della vita. Sottolinea Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium: “Però riconosco che la gioia non si vive allo stesso modo in tutte le tappe e circostanze della vita, a volte molto dure. Si adatta e si trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che nasce dalla certezza personale di essere infinitamente amato, al di là di tutto” (n.6).
Quindi a noi l’impegno di fondare la nostra fede sulla roccia che è Cristo. Domande di fondo:
- Come lavorare su noi stesse per renderci amabili?
- Come allenarsi per una convivenza fraterna di comunione?
- Quale formazione permanente ci è richiesta oggi?
- Come assumere i sentimenti di Cristo a livello personale e fraterno?
- Come vivere l’unità nel discorso interculturale e intergenerazionale?
Tre punti cardinali:
- Discernere e capire la realtà.
- È possibile stare insieme.
- Percorrere insieme le strade.
In un secondo momento, padre Marco ci ha dato alcune notizie sulla situazione della Chiesa e degli Ordini religiosi in Terra Santa. Ha sottolineato soprattutto come il cammino sinodale ha favorito la ripresa dei programmi dell’Unione. Gli ultimi dati statistici rivelano che le comunità religiose sono meno numerose e che le difficoltà nella gestione delle opere sono ormai evidenti. Perciò, la formazione dei laici è un’urgenza prioritaria. Sono in aumento invece le comunità delle nuove forme di Vita consacrata e questo rivela come il cambiamento epocale, anche in prospettiva della fede, diviene tempo di fioritura. In questi ultimi gironi, è tornata la tensione alta tra Israele e Palestina con una serie di attacchi e violenze reciproci. Siamo invitate a pregare e implorare la pace per i popoli della Terra Santa.
La solenne celebrazione liturgica della festa della Presentazione del Signore ha raccolto tutte le intenzioni e suppliche delle sorelle presenti. Due aspetti essenziali sono stati sottolineati da padre Marco durante l’omelia. Il rito della presentazione di Gesù rende presente la redenzione e risponde all’attesa del popolo. Con Gesù, dunque, nasce una nuova realtà con cui confrontarsi. In questa luce anche la Vita consacrata è risposta al progetto divino che deve essere portato a compimento. Il compimento è affidato alla nostra vita, alle nostre mani, alla nostra chiamata. Da qui scaturisce tutta la ricchezza dei diversi carismi nella Chiesa. Un altro elemento sostanziale è la presenza dei due vegliardi, Simeone e Anna. Con loro l’antica alleanza lascia spazio alla nuova alleanza. I carismi particolari nella Chiesa, perciò, sono espressione visibile della novità del Vangelo. La nostra Vita consacrata è novità quando:
- alimentiamo uno sguardo nuovo,
- curiamo una nuova capacità di discernere la realtà,
- rendiamo nuovo qualcosa che, nella pienezza dei tempi, sarà compiuto.
L’invito per noi, donne consacrate, è essere presenti nel mondo come segno del progetto di Dio che cammina verso il suo compimento.
Tutte le partecipanti sono rimaste soddisfatte e hanno condiviso alcune riflessioni toccanti che aiutano la crescita reciproca delle fraternità e della Chiesa locale in cui siamo chiamate a testimoniare il Vangelo in novità di vita.
Il pranzo è stato un altro momento fraterno e motivo di lode e di ringraziamento per il dono della vita di suor Antonia Piripitsi, Superiora provinciale. Ringraziamo il Signore per averci riunite nella gioia e nella comunione di vita e camminiamo con coraggio mettendo a disposizione tutti i doni e talenti.
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