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    SORELLE DEFUNTE

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    Sr Gesuina

    Suor Gesuina Del Negro
    dell'Immacolata

    NATA a Paularo (UD) il 23. 12. 1931
    MORTA a Gemona (UD)  il 07. 10. 2024

     

    Sr. Gesuina era nata a Paularo (UD) il 23 dicembre 1931 da Gio Batta e Caterina Gortan. Solo due giorni dopo, il 25 dicembre, è stata battezzata ricevendo il nome di 'Santa'.

    E’ cresciuta nella semplicità e nella laboriosità della sua famiglia sulle montagne carniche, focolare domestico pieno di fede testimoniata anche nel superamento di diverse prove dolorose della vita. In questo ambiente ha maturato la chiamata alla vita consacrata che ha potuto sigillare con la professione religiosa avvenuta il 02 febbraio 1955 a Gemona tra le suore francescane missionarie del S. Cuore.

    Da questo momento, Santa si chiamerà Sr. Gesuina dell’Immacolata, una scelta che le indicava la comunione della Madonna con il Signore. Anche lei voleva testimoniare con la sua vita l’adesione di Maria al suo figlio Gesù, per questo amava cantare

    “O bella mia speranza, dolce amor mio Maria
    Tu sei la vita mia, la pace mia sei tu”.

    Ricordava con riconoscenza il pellegrinaggio a Lourdes dove ha accompagnato P. Giacomo che proprio lì la Madonna lo ha chiamato al cielo. E lo pregava:

    “P. Giacomo, tu che tanto hai amato la Madre di Dio
    riempi il mio spirito e l’anima mia di pace”.

    Sr. Gesuina aveva un cuore missionario e fin dagli inizi sognava l’Africa. Scriveva:

    “La mia scelta missionaria era di portare e far conoscere Gesù nelle terre lontane. L’Africa era il mio sogno, ma nei piani di Dio ben diversa era la meta. Dopo la Professione religiosa, nel 1959, venni inviata in America Latina (Cile-Rancagua-Puerto Mont).

    Poi nel 1977, ritornata in Italia, operò come assistente infermiera in varie case di riposo nel Veneto e in Friuli.

    Ha svolto il servizio di Superiora locale in spirito di fraternità a Puerto Mont: 1973/76, a Paluzza: 1981/85 – 1991/94, a Gemona-Casa Madre: 1985/88.

    A Gemona si prestò per una decina d’anni nell’animazione spirituale delle sorelle ammalate dell’infermeria. Il S. Rosario era la preghiera sempre ricercata, ma anche qualche salmo che di preferenza usava nel vespro “come espressione della richiesta della propria adesione a Dio”.

    Pensava sempre al suo incontro con il Signore nel momento della sua chiamata verso l’eternità: In un suo scritto aveva preparato anche i canti che preferiva nella S. Messa del suo funerale come pure una sua richiesta:

    “Sulla mia bara ai piedi del Crocifisso solo tre rose o margherite bianche…
    Non fiori ma opere di bene!”

    Negli ultimi giorni esprimeva la sua riconoscenza per la vicinanza della sua nipote, dottoressa, che portava il suo stesso nome ‘Santina’ e veniva a visitarla spesso assieme ai fratelli e famigliari. Oggi è giunta proprio al momento della sua salita al cielo.

    Come lei stessa desiderava di morire in una festa mariana, proprio in questo giorno 7 ottobre festa della Beata Vergine del S. Rosario di Pompei, qualche istante prima del suo ultimo respiro si è potuto pregare la “Supplica della Beata Vergine di Pompei”. Lei muoveva le labbra cosciente del momento che viveva e all’amen finale esalò il respiro.

    “L’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave,
    o Regina del Rosario di Pompei,
    o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
    Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra ed in cielo. Amen.”

    Sr. Gesuina, nostra cara sorella,
    tu vivi ormai in Dio con Maria Immacolata:
    continua a farti presente ai tuoi familiari che sempre ti ricordano;
    e anche a noi
    intercedendo sante vocazioni missionarie per la nostra famiglia religiosa.


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