6 luglio 2017
Oggi iniziamo il ritiro spirituale che ci prepara e introduce alla “missione” del XX° Capitolo generale.
Sr Elisa Kidané, missionaria comboniana Eritrea, scrittrice, poeta e giornalista, ma anzitutto missionaria, ha scelto per noi un percorso evangelico offrendoci come modello alcune donne per stimolarci a rinnovare la passione missionaria.
Effata,apriti!
Donna dell’ascolto.
Donne guarite.
Donne che osano.
Donne fedeli.
Donne apostole.
Siamo donne chiamate ad annunciare ciò che abbiamo visto e toccato. Chi ci vede, deve vedere Gesù, il vivente. Lo possiamo realizzare passando attraverso l’esperienza dell’ascolto, mettendo il nostro capo sul cuore di Gesù, stando ai piedi della croce per essere capaci di stare ai piedi dei crocifissi della storia.
Il brano evangelico che apre le due giornate è la guarigione del sordomuto che ci aiuta a riflettere sulle nostre sordità spirituali, sulle chiusure dalle quali essere guarite.
La prima donna offerta come modello è Maria, donna del popolo, compagna di viaggio, umile, semplice, in docile ascolto, terra disponibile ad accogliere la Parola.
Anche noi, guarite dalle nostre sordità spirituali, diventiamo abili all’ascolto di Dio che ci parla nella vita, nella quotidianità delle nostre realtà per evitare il rischio di vivere ai margini, ciò di cui il mondo ci accusa.
7 luglio 2017
Continua oggi il nostro percorso biblico con “Le donne che osano” le donne cioè, che hanno il coraggio di rompere gli schemi, che hanno sempre creduto nel Maestro, che non lo hanno mai abbandonato, soprattutto gli sono state vicino ai piedi della croce.
Oggi è una donna che non ha nome, la cultura di allora l’ha relegata ad essere nessuno, viene chiamata con il nome della sua malattia, emorroissa, ma che osa, lei considerata impura, toccare Gesù. Per la sua fede e il suo coraggio Gesù la guarisce, la riabilita e la chiama figlia.
Toccare il Signore con fede, raccontare la nostra vita, l’esperienza di Lui che facciamo ogni giorno. In questa donna Gesù vede ciascuna di noi che gli porta le sofferenze dei popoli. Dobbiamo osare, dobbiamo chiedere, dobbiamo “sorprendere e costringere Gesù” a guarirci.
Ed eccoci alla meditazione delle “Donne fedeli” ai piedi della croce, ai piedi dei crocifissi della storia. Stavano presso la croce con dignità, con forza, con coraggio. Stare vicino ala gente, vicino alla Chiesa, alla nostra comunità, al mondo, per toccare la carne sofferente di Cristo. Farci prossime, coscienti che il dolore esiste, ma può diventare scuola di risurrezione. Noi ai piedi della croce teniamo vivo il legame del mondo con il Crocifisso. La fedeltà è fare spazio, allargare la tenda, aprirsi, uscire sulle strade dell’umanità. Solo così e insieme alla nostra comunità possiamo rinnovare l’entusiasmo missionario per abbracciare con il Cuore di Cristo Crocifisso.
E finalmente “Donne apostole” alla scuola di Maria di Magdala il mattino di Pasqua. Maria cerca un morto e non lo vede. Gesù la chiama per nome e quell’essere chiamata per nome le fa tutto chiaro.
“Non mi trattenere” la gioia è così grande che vorrebbe trattenerla per sé.
“Va’ e annuncia!” Non possiamo né potremmo trattenere la gioia di aver incontrato il Signore.
Andare al sepolcro significa visitare la nostra vita di peccato, di morte, ma non possiamo fermarci. Se siamo capaci di sentire il nostro nome, saremo capaci di dire “Maestro” e ricevere il mandato “Vai!”
Sono Francescana Missionaria del S. Cuore per dire al mondo:” Ho visto il Signore!”
https://www.francescane.org/index.php/categoria-ultime-news/item/970-giornate-di-preparazione-al-capitolo-generale-con-la-parola-di-dio#sigProId11c5017f23