Nel mese di gennaio 2021, la Casa-Famiglia “Laura Léroux” di Frosinone ha ricevuto un piccolo contributo economico, ma di grande valore “umano”, da parte dei fratelli detenuti grazie al loro lavoro-laboratorio artigianale. Sorprese da questo grande e significativo gesto, abbiamo risposto con profonda gratitudine a questi fratelli per la loro attenzione verso i nostri bambini nonostante la loro situazione di detenzione.
Da questo scambio epistolare, è nata una bellissima comunicazione ed una proposta di collaborazione. La richiesta è stata presentata dalla educatrice-psicologa della Casa Circondariale di Frosinone tramite la direttrice e richiedeva la presenza di una religiosa con impegno di ascolto e di sostegno umano – spirituale per i detenuti in collaborazione e su segnalazione dell’Ispettore della sezione, cooperando anche con la psicologa ed educatrice del reparto.
Dopo un discernimento iniziale con i superiori su questo nuovo servizio, si è ritenuto importante e fondamentale cogliere questa richiesta come ispirazione del Signore, come una Sua chiamata per essere a servizio degli “ultimi”. E così, il “piccolo contributo economico” dei detenuti ai bambini della Casa-Famiglia è divenuto strumento della Divina Provvidenza, che, come dice il nostro Fondatore, il Venerabile Padre Gregorio “ha diverse ed innumerevoli vie per raggiungere i suoi fini”.
Mi piace iniziare da questo versetto biblico per condividere la nuova esperienza di servizio che attualmente svolgo presso la Casa Circondariale di Frosinone tutti i martedì per 3 ore, dal mese di marzo 2021.
“… ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere;
ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi...” (Mt 25,31-46)
È un servizio emotivamente molto forte e molto bello; incontrare le persone – i fratelli detenuti personalmente per instaurare un dialogo umano – spirituale fondato soprattutto sull’ascolto delle loro storie, dei loro drammi, delle loro sofferenze interiori, dei loro pentimenti, del loro desiderio di sentirsi perdonati e amati; donare loro vicinanza, comprensione, condivisione, speranza che c’è un Dio che li ama e che è sempre con loro e non li giudica per quello che è stato commesso, è una gioia ed una ricchezza umana e spirituale immensa. Un valore fondamentale che ho imparato stando a contatto con loro è proprio quello di entrare in relazione con loro senza pregiudizi e giudizi, ma avendo la consapevolezza che davanti a me c’è una persona amata da Dio e non un condannato, una persona che ha fame di speranza e di sentirsi amata, accolta e perdonata da Dio. Questi fratelli aspettano con gioia e ansia il martedì per poter parlare con qualcuno e soprattutto sentirsi accolti e ben voluti per quello che sono realmente e non per il reato commesso.
Mi rendo conto che incontrarli non è solo donare il mio tempo, la mia presenza, l’amore di Gesù per loro e per me, ma è un dono che ricevo, è un’esperienza dell’amore redentivo del Cuore di Gesù che tocca me prima di tutto e mi aiuta a “guardare” le ferite dell’umanità attraverso quella “ferita” del Suo Costato, dove tutti troviamo Grazia e Amore.
Sr Federica Imperatore
La pandemia ha costretto a rinviare anche il capitolo provinciale in India che si sarebbe dovuto celebrare in ottobre 2021. Il tempo propizio, con il permesso di poter viaggiare secondo le disposizioni dello Stato Indiano e Italiano, è stato il mese di marzo; appena ricevuta notizia delle aperture degli Stati il VI Capitolo della Provincia “Holy Family in India” è stato programmato dal 6 al 13 marzo.
La Superiora generale Sr Paola Dotto, accompagnata delle consigliere Sr Tiziana Tonini e Sr Rose Thomas e da Sr Maddalena Moro e Sr Mini Alex, delegate al capitolo, sono giunte in India tre giorni prima della celebrazione: il giorno 6 marzo 2022 alle ore 15.00 ha avuto inizio l'apertura ufficiale del VI Capitolo Provinciale della Provincia Holy Family India. Tutte le delegate capitolare si sono recate in cappella, insieme a Sr. Paola Dotto, nostra Superiora generale e Presidente del Capitolo, Sr. Tiziana Tonini, Vicaria generale, e Sr. Rose Thomas, Consigliera generale.
Nella cappella si è tenuta una bella introduzione. Quindi la Superiora generale ha chiamato per nome le delegate capitolari dall'ultima alla prima della lista e ognuna ha ricevuto una lampada ed è poi iniziata la processione di tutte le delegate seguita da suor Rose Thomas che portava l'incenso, Suor Tiziana Tonini con la Bibbia e suor Paola Dotto con il cero Congregazionale tra il canto melodioso del “Vieni Creator”. Quando il corteo ha raggiunto l'aula capitolare, tutte hanno collocato le proprie piccole lampade su un "supporto a forma di albero" appositamente preparato per l'occasione e tutte hanno preso posto nel luogo assegnato dove ognuna ha trovato una piccola candela. La Bibbia e la lampada poste nei luoghi stabiliti indicavano la presenza del Cristo vivente in mezzo a noi. Suor Paola ha inghirlandato la Bibbia in segno di riverenza e amore.
La preghiera è proseguita con una rappresentazione simbolica dell'acqua e della purificazione. L'acqua è un simbolo di vita, perché nutre tutti gli esseri viventi. È anche un simbolo di nascita in quanto ci ricorda i fluidi che accompagnano il parto. È usata come purificazione simbolica in una varietà di contesti. Su un tavolo è stata posta una brocca d'acqua, che è stata portata da diverse parti dell'India, ovunque la Provincia è in missione. Le superiore delle comunità o una rappresentante di ogni luogo ha fatto una preghiera secondo le situazioni di questo tempo, della provincia, della Chiesa e del mondo intero. Il lavaggio rituale delle mani era nella pratica ebraica tradizionale: lavarsi le mani prendendo una tazza d'acqua in una mano e versandola sull'altra mano. L'unzione rituale della nostra mano è un simbolo del rinnovamento della creazione e una purificazione spirituale in preparazione al lavoro del nostro nuovo capitolo. La preghiera è continuata, tenendoci per mano e cantando la preghiera "Padre Nostro". Tutte hanno alzato le lampade allo stesso livello affidando simbolicamente al Signore tutti gli atti del capitolo nei giorni seguenti. La celebrazione significativa della preghiera ci ha fatto sentire davvero la presenza dello Spirito Divino e ci ha messo nell'atmosfera del Capitolo.
Il successivo è stato un benvenuto introduttivo da parte della Superiora provinciale, dove ha riferito tutti gli aspetti importanti del Capitolo e ha dato un caloroso benvenuto a ogni delegata a questo momento fraterno. In modo speciale ha accolto la nostra cara Superiora generale suor Paola Dotto, suor Tiziana Tonini e suor Rose Thomas Palamthattel per la loro presenza e incoraggiamento. Poi suor Paola ha aperto ufficialmente il VI Capitolo provinciale della Provincia Sacra Famiglia. Le sue osservazioni sono state molto arricchenti e incoraggianti e allo stesso tempo esprimevano la sua preoccupazione per l'attuale situazione mondiale di guerra e sofferenza. Ha invitato a vivere “questo momento offrendo la nostra vita di donne e consacrate “cuore a cuore” con Gesù e le popolazioni oppresse in ogni parte del mondo.”
Ha apprezzato e offerto riflessioni sul tema del capitolo: FMSC scelte per essere Donne evangelicamente feconde
“In Gesù la nostra fecondità nasce dalla capacità di amare, soffrire e morire ogni giorno per l’uomo/donna che fa strada con noi nella nostra comunità, nella nostra missione. Per noi FMSC, il Cuore trafitto di Gesù Crocifisso (cap.5° DCG 2017) è il Centro della nostra contemplazione dell’Amore.
E’ una realtà vera, forte, consapevole: Gesù ha vinto le tenebre del male, e con la sua luce, anche oggi, se glielo permettiamo, illumina i nostri occhi, il nostro volto, il nostro cuore.
In questa fedeltà riconciliata e rinnovata, possiamo essere feconde nella relazione con il Signore e con i fratelli e sorelle, tanto più preziosi quanto più diversi, perché sono un “dono” meraviglioso del Padre che genera e ci regala la bellezza della diversità del Suo Volto”.
Con queste ed altre riflessioni Sr Paola ha dichiarato aperto il VI Capitolo della provincia “Holy Family”.
Le giornate del Capitolo sono poi continuate con gli impegni regolarmente richieste.
Ogni giornata era accompagnata da un tema specifico, che era oggetto dell’omelia del padre che celebrava la santa messa e i momenti di preghiera nella sala capitolare.
Il 10 marzo si sono avute le elezioni del nuovo Consiglio, costituito per il nuovo triennio da:
Sr Mini JosephVarikakuzhiyil Superiora Provinciale
Sr Suni Chaco Mannakulathil 1 consigliera e vicaria
Sr Gracy Thuruthipallil 2 consigliera
Sr Selinamma Mookenthottathil 3 consigliera
Sr Nirmala Buradagunta 4 consigliera
I lavori capitolari sono continuati con la partecipazione attiva di tutte le capitolari. Sr Paola Dotto ha aiutato nelle varie riflessioni incoraggiando e offrendo spunti di riflessione e verifica. Il clima del capitolo ha manifestato gioia, entusiasmo, desiderio di crescere nelle “vie” che il Signore ci indica strada facendo attente ai segni delle “sue chiamate” e fedeli alla nostra identità.
Il giorno 13 marzo la Celebrazione Eucaristica di chiusura è stata celebrata il mattino da Padre K. Karunakar OFM cap., superiore provinciale dei frati minori cappuccini.
Prima della chiusura del capitolo è giunto anche il vescovo Rev. Thelegathoti Joseph Raja Rao per dare un suo messaggio e la benedizione al nuovo Consiglio e a tutte le suore.
Nel pomeriggio nella sala capitolare la superiora generale Sr Paola Dotto ha dichiarato chiuso il VI Capitolo della Provincia “Holy Family” incoraggiando tutte le suore a continuare il cammino intrapreso:
“Andate in tutto il mondo ...evangelizzate” questo è il nostro Vangelo, questo aspetta da noi la Chiesa, questo aspetta il Signore che provvede a noi e provvede al Suo popolo attraverso di noi. Sacrificarsi per il Suo popolo! Sarà Il Signore, con la Sua Provvidenza, a ricompensare il dono della nostra vita per Lui e per i fratelli”.
Il Signore e la Sua Provvidenza non faranno mancare nulla, anzi darà il centuplo “purché non precediamo i passi del Signore” come ci dice il nostro Fondatore, il venerabile p. Gregorio.
Sr Paola ha concluso: “Lo Spirito del Signore sia la vostra guida, la vostra forza in ogni situazione, insieme a Maria nostra Madre e all’umile e coraggioso Giuseppe.
Ci accompagnino ed intercedano per noi, per questa meravigliosa realtà, i nostri Fondatori, Padre Gregorio Fioravanti e Laura Leroux, insieme alle nostre sorelle che dal Cielo ci guardano e ci proteggono”.
Come gli Apostoli e i primi cristiani, anche noi possiamo dire con piena convinzione: "Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato" (At 4, 20). Così come gli Apostoli videro, udirono e toccarono la potenza salvifica di Gesù (cf. 1 Gv. 1,1-4), anche noi possiamo toccare quotidianamente la carne dolorosa e gloriosa di Cristo.
Ngbala è una frazione della parrocchia del Sacro Cuore, situata a 85 km da Sembe, nella diocesi di Ouesso, nella Repubblica del Congo. Conta quasi con tremila abitanti, la maggior parte dei quali sono cristiani. Tra i cristiani, il sessanta per cento è cattolico. Questa bella missione è stata chiusa per quindici anni per il numero insufficiente di sacerdoti nella diocesi di Ouesso.
Tre anni fa, un fervente cattolico è arrivato a Ngbala, il sig. DIANTOUILA Corentin, il Vice-prefetto nominato per questa località. Dopo aver trascorso due anni senza la possibilità di praticare la sua fede cattolica, ha fatto le sue indagini e ha scoperto che c'era una chiesa cattolica coperta da cespugli robusti e da alberi i cui rami avevano accuratamente coperto il tetto della chiesa abbandonata come se volessero proteggerlo da qualsiasi forma di distruzione.
Il sig. DIANTOUILA mobilitò e pagò un gruppo di persone per ripulire i dintorni della Chiesa. Sua moglie insieme al gruppo di lavoro ha decorato con cura la casa di Dio per darle la bellezza e l’ordine che merita. Mentre si svolgevano tutti i lavori di ristrutturazione, il sig.re Corentin insistentemente ha fatto appello al parroco della Parrocchia del Sacro Cuore di Sembe per avere un sacerdote che, periodicamente li visitasse. La sua richiesta è stata ascoltata dal Parroco che, ha deciso di fare un sopra luogo. Anche noi, le suore della missione di Sembe, abbiamo deciso di accompagnarlo usando l’ambulanza del nostro ospedale, che è una macchina abbastanza forte per affrontare tale strada.
Al nostro arrivo a Ngbala l'11 dicembre 2021 siamo stati accolti calorosamente dal sig. DIANTOUILA Corentin nel suo ufficio. Nelle sue parole di benvenuto ci ha detto: “che il nostro arrivo è come una luce che ha finalmente mostrato la fine d’un tunnel buio, un'era buia. In questo villaggio siamo coperti dalle tenebre, le nostre famiglie soffrono, si dividono e muoiono di disperazione, alcuni sono in balia dei falsi pastori che li sfruttano finanziariamente ecc. Il vostro arrivo ci ha portato speranza”. È stata una sperienza molto forte: di attento ascolto, riflessione e preghiera.
Dall'ufficio di sig. DIANTOUILA Corentin siamo andati direttamente in chiesa, alcuni cristiani che ci hanno visto, si sono precipitati davanti a noi per accoglierci con gioia, ci hanno manifestando molta gratitudine e la loro speranza di avere ormai la chiesa aperta e almeno un sacerdote che ogni tanto andasse a pregare con loro e li ascoltasse. Erano ansiosi di raccontarci la storia della loro missione e come hanno sofferto quando è stata chiusa. La loro richiesta era un unico augurio: che il nostro arrivo tra loro segnasse un nuovo inizio. Abbiamo lasciato Ngbala portandoli nel cuore e con il desiderio di ritornare la domenica successiva per celebrare la Santa Eucaristia.
Siamo partiti per Ngbala la domenica mattina con due membri del Coro, due chierichetti e un membro del gruppo dei lettori. A 23 km da Ngbala, abbiamo preso il catechista di questa missione che sapeva del nostro arrivo e ha deciso di aspettarci di fronte a casa sua. In passato, prima che questa missione fosse chiusa, questo catechista percorreva a piedi questi 23 km con entusiasmo per rendere servizio alla chiesa. Quest'uomo era così felice che ha animato la nostra compagnia con canzoni e racconti fino a quando abbiamo raggiunto Ngbala.
Dopo due ore di strada, siamo arrivati alla missione cattolica di Ngbala e abbiamo incontrato una bella sorpresa. Un coro di cristiani ha riempito la chiesa in attesa della celebrazione Eucaristica che è stata presieduta dal Parroco Padre Giobbe, che ha trascorso la notte a Ngbala per ascoltarli.
Durante l'omelia, il Sacerdote ha rassicurato i fedeli sull’amore infallibile e incondizionato di Dio per loro e sulla sua presenza permanente nella loro vita, nel loro cuore. Egli disse loro: Dio non vi hai mai dimenticati anche se il sacerdote era assente e li ha esortati a confidare e a pregare sempre Dio. Egli promise loro che per la grazia del nostro Dio fedele, avrebbe fatto un programma per visitarli almeno una volta al mese. Questa dichiarazione e promessa è stata accolta da un applauso gioioso e fragoroso da parte dei fedeli.
Alla fine della celebrazione il capo del villaggio ha ringraziato a Dio per avere riportato i missionari fra loro con l’intervento del Vice-prefetto sig. DIANTOUILA Corentin. Ha reso ugualmente un immenso grazie al Parroco e a tutta la delegazione di Sembe. Ha ribadito l'appello alla continuità e alla stabilità delle attività missionarie nella Chiesa del loro villaggio.
Questa esperienza ci ha portato tanta gioia e desideriamo che questa attività missionaria continui a crescere, affinché il Gesù sia conosciuto da tutti. Il nostro augurio è che il Signore continui a chiamare ed inviare missionari del Vangelo alla sua vigna, affinché anche luoghi come Ngbala abbiano la possibilità di avere una presenza religiosa permanente.
Sei suore dalle diverse congregazioni religiose dell’isola sono state invitate dai padri Francescani, nella Nunziatura a Nicosia, in vista dell’arrivo del Santo Padre Francesco a Cipro, con il suo seguito. Certo che oltre ai preparativi e ai lavori da svolgere, dato che il tempo stringeva, vi era anche l’emozione intensa che prendeva il sopravvento. E anche noi, suor Elsapaola Pudussery e suor Aurora Castardo, dovevamo darci da fare. Pensate, avere il Papa Francesco ospite a casa! Che onore! E non capita tutti i giorni di servire il Papa!
Il Pontefice è arrivato a Cipro il 2 dicembre 2021 all’aeroporto di Larnaca e con lui tutta la scorta: la polizia, le guardie, tutti i suoi seguaci, collaboratori e responsabili. Sono presenti il Nunzio Apostolico di Gerusalemme Adolfo Tito Yllana, Monsignor George Panamthundil, Sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa Patriarca di Gerusalemme, Mons. Selim Sfeir Arcivescovo Maronita di Cipro, il Custode di Terra Santa Francesco Patton. Una bella immagine della Chiesa Madre di Cipro, così importante per la storia della salvezza. Al suo arrivo nella Nunziatura, proprio all’entrata, Papa Francesco scorge il filo spinato della separazione nell’ultima Capitale divisa d’Europa. Un filo spinato che non infrange le relazioni ecumeniche in questa Chiesa che integra popoli, culture e tradizioni diverse. Un filo spinato che non ostacolerà il Pontefice a guardare ai volti dei migranti e dei rifugiati con la sua sensibilità ecclesiale.
Con immensa gioia abbiamo accolto e salutato Papa Francesco, baciandogli la mano e porgendogli il caloroso benvenuto anche da parte di tutte le sorelle FMSC che ci accompagnano spiritualmente. Davvero ci siamo sentite privilegiate a rappresentare la nostra Provincia, come pure la nostra Famiglia Religiosa! Con tanta semplicità francescana abbiamo vissuto accanto al Papa momenti di comunione, momenti brevi ma intensi e carichi di significato.
All’interno della Nunziatura, dove abbiamo prestato servizio, abbiamo svolto i lavori più semplici che tutte le mamme svolgono a casa: servire a tavola, curare la stanza del Papa, lavare, stirare, sistemare l’ambiente. E tutto questo l’abbiamo fatto con tanto amore e devozione. Nella stanza di Papa Francesco abbiamo preparato un piccolo tabernacolo con il Santissimo Sacramento. La sua giornata inizia alle ore 04:00 del mattino con due ore di adorazione eucaristica. E noi sapevamo che il Papa era lì, nella sua stanza, davanti a Gesù Eucaristia.
La sua vita nutrita di adorazione e contemplazione, è stata per noi l’occasione per interrogarci sulla qualità della nostra vita di preghiera, sulla testimonianza evangelica che diamo a chi ci avvicina. Ha ragione il Papa quando dice che “senza adorazione e annuncio siamo cristiani da museo”. Inoltre, la sua semplicità, sobrietà e riservatezza non possono rimanere inosservate. Pensate che io, suor Elsapaola Pudussery, che ero addetta a sistemare la sua stanza, la mattina, mi trovavo di fronte a un letto ben ordinato e già fatto. E tutto era al suo posto. E tutto rifletteva lo stile semplice di una persona ancora più semplice e discreta.
A casa, in Nunziatura, spesso ci trovavamo in cucina a dare una mano ai due cuochi per il servizio a tavola. Il 3 dicembre 2021, terminata la Preghiera Ecumenica con i migranti, al suo rientro, Papa Francesco è entrato in cucina con il suo solito saluto immediato: Buona sera, come state? Come va il lavoro? Ma questi due ragazzi (i cuochi) sono bravi? E non solo... siamo rimasti stupiti e senza parole quando, con tanta semplicità, ha chiesto un pezzo di pane perché aveva un po’ di fame. Solo un pezzo di pane. Proprio come uno di casa!
Abbiamo lavorato tanto, ma siamo state felicissime di aver potuto prestare il nostro servizio e contributo perché il Papa si sentisse a casa. E con lui tutte le persone che lo accompagnavano. Non sono mancate le sue risate e le battute, specialmente quando ci vedeva un po’ titubanti nell’avvicinarlo per scattare una foto. Il clima in Nunziatura era molto sereno e tranquillo e questo grazie alla familiarità e cordialità che Papa Francesco sa creare dovunque si trova. Perché questo è il suo stile di vita!
Il 4 dicembre 2021 prima della sua partenza dalla Nunziatura, alle ore 06:00 del mattino, il Papa ha celebrato la Santa Messa nella Chiesa di Santa Croce. Una Messa privata alla quale abbiamo potuto partecipare anche noi suore. Anche questo ultimo momento, intorno all’Altare, l’abbiamo vissuto in preghiera, spezzando il Pane della Vita. Abbiamo offerto tutta la nostra riconoscenza e gratitudine per i giorni vissuti accanto al Papa. I saluti finali prima del congedo, il suo sorriso, lo sguardo, la sua presenza, le ultime parole e quel filo spinato della separazione. Ma Francesco ci incoraggia: avanti sempre e con coraggio! Il Signore ci precede!
Così il nostro servizio è diventato un incontro, una storia. Abbiamo sperimentato personalmente lo stile semplice e sinodale che caratterizza la vita del Papa, la vita di ogni giorno, la vita insieme alle persone più ordinarie. La sua sobrietà di vita è quella che vediamo anche in pubblico. La parola d’ordine è una sola: l’amore!
Desideriamo ringraziare il Signore e la nostra Superiora Provinciale Suor Antonia Piripitsi per averci scelte per questo servizio e per tutte le meraviglie che abbiamo vissuto accanto al Papa. Per noi è diventata un’occasione ‘dono’, che a nostra volta vogliamo condividere e restituire ai fratelli e alle sorelle.
Con affetto fraterno:
suor Elsapaola Pudussery e suor Aurora Castardo
I giovani, alcuni giovani, sono il tema di oggi: i giovani che restano fedeli a Gesù, unico Signore, e fedeli alla sua Chiesa, che sono segni della cultura della vita presente in America Latina, in Bolivia, a Santa Cruz de la Sierra.
Giovani che con la loro testimonianza di vita gridano: "BATTE, CUORE… NON TUTTO LA TERRA L’HA INGHIOTTITO", ricordando il grande vate spagnolo, dimenticato, Antonio Machado. GIOVANI CHE GRIDANO ANCORA: IL CUORE BATTE LA CULTURA DELLA VITA È PIÙ FORTE.
La vita giovanile, presente in questa porzione della Chiesa, si inquadra nella PASTORALE GIOVANILE VOCAZIONALE ARCIDIOCESANA, l’ente che abbraccia tutta l'Arcidiocesi di Santa Cruz, guidata da un gruppo formato dal vescovo ausiliare, Monsignor Stanisław Dowlaszewicz Billman, Ordine Frati Minori Conventuali, polacco, Suor Gladys Chávez Pillancari, assistente religiosa appartenente alla Congregazione delle Francescane Missionarie del Sacro Cuore, cilena, entrambi con tanti anni di presenza a Santa Cruz, e i coordinatori delle vicarie che costituiscono l'Arcidiocesi. Le riunioni periodiche del gruppo, permettono di conoscere, pianificare e accompagnare il cammino della pastorale giovanile a livello arcidiocesano. I coordinatori sono circa 30 persone, figure eloquenti, della presenza dei giovani nella Chiesa. Questi sono responsabili di animare e sostenere la vita di fede dei gruppi giovanili delle diverse parrocchie, guidati da una coordinatrice arcidiocesana che lavora insieme alla squadra. Monsignor Stanislao, accompagna anche a livello nazionale la pastorale giovanile vocazionale. Tutto il lavoro è organizzato e si arricchisce di incontri nazionali, arcidiocesani e giurisdizionali dell'arcidiocesi di Santa Cruz.
La maggior parte dei giovani che fanno parte di questo grande movimento sono studenti universitari o giovani che lavorano, giovani che affrontano responsabilità, con costanza e impegno. Il dinamismo e la creatività sono la loro identità. Sono sempre aggiornati su tuttoi gli avvenimenti della Chiesa di Santa Cruz; sono impegnati, cercano sempre il Signore nella preghiera che alimenta e illumina la vita e si proietta nell'incontro fraterno, nel servizio generoso, nello scambio. Così si fa strada, camminando per le strade a volte polverose del dipartimento di Santa Cruz.
Uno dei principali eventi che lascia tracce profonde tra i giovani, è la cosiddetta “Pasqua giovanile”. Si svolge ogni anno, il 1º maggio, che è giorno festivo, permettendo così a tutti di essere presenti. Partecipano circa 3000-4000 giovani insieme ai consiglieri sacerdoti e religiose, coordinatori, e il Vescovo. Poiché si tratta di incontri di massa, in questi due ultimi anni sono stati sospesi a causa della pandemia.
Questa attiva pastorale giovanile vocazionale effettua la sua missione anche attraverso vari programmi ecclesiali, che includono preghiera e vita sacramentale, organizzazione per la visita del papa, congressi missionari, assemblee arcidiocesane, incontri nazionali, azioni solidali, pianificate da loro o dagli adulti laici. Nelle diverse organizzazioni i giovani offrono sempre sostegno a qualsiasi attività che sia nell'interesse della comunità.
Un grande segno di vita è la preparazione alla Giornata Mondiale dei Giovani GMG, insieme a Monsignor Stanislao, che coinvolge un gran numero di loro, trasformandosi in scuola di grandi valori umani e cristiani, attraverso incontri di formazione ogni 15 giorni, approfondendo documenti della Chiesa, soprattutto quelli di Papa Francesco, che oggi come ieri interpella i giovani: … Perciò oggi, ancora una volta, Dio dice a ciascuno di voi: "Alzati!". Spero di cuore che questo messaggio ci aiuti a prepararci ai tempi nuovi, a una nuova pagina nella storia dell'umanità. “Ma, cari giovani, non è possibile ricominciare senza di voi. Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della forza, dell'entusiasmo e della passione che avete voi. In questo senso, vorrei che meditassimo insieme il brano degli Atti degli Apostoli in cui Gesù dice a Paolo: "Alzati! Ti faccio testimone delle cose che hai visto" (cf. At 26,16) (Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXXVI Giornata Mondiale della Gioventù.
La pianificazione annuale della pastorale giovanile vocazionale arcidiocesana, inizia con due ricorrenze: un ritiro rivolto ai coordinatori delle vicarie, per riflettere sul tema della sinodalità; un incontro nazionale dove incontreranno il nuovo assessore nazionale, monsignor Nicolas Renán Aguilera, vescovo della diocesi di Potosí.
Tutto questo movimento giovanile, è presenza luminosa della cultura della vita che irradia speranza, vita nuova che scorre nelle vene non solo con l'energia degli anni della gioventù, ma che sgorga dalla sorgente inesauribile dell'amore misericordioso di Dio, realizzato nel suo Figlio Gesù Cristo, VIA, VERITÀ E VITA, proclamato e celebrato dalla chiesa che cammina a Santa Cruz de la Sierra, Bolivia.
La nostra comunità di Büyükada in questi ultimi mesi ha avuto la gioia di condividere insieme ai frati OFM della fraternità di Istanbul la visita del Ministro generale, p. Massimo Fusarelli.
Fino a poco tempo non ho mai pensato che scrivere lettere e fare telefonate fosse un apostolato. Le nostre Costituzioni ci dicono che «le suore... traducono la missione profetica di Cristo... al servizio della carità verso gli abbandonati, i malati e gli anziani» e «considerano ogni tipo di corrispondenza come mezzo di buone relazioni e, in alcuni casi, come aiuti nell'apostolato».
Per la celebrazione del nostro giubileo di 25° anni di Vita Consacrata abbiamo partecipato al ritiro spirituale nel monastero «Oasi della pace» nella Diocesi di Mbalmayo dal 17 al 23 dicembre 2021.
Le alleanze tra gli esseri umani sembrano essere nate con lui. Per raggiungerla è necessaria, tra l'altro, una riunione, che assume un carattere imprescindibile per l'analisi della questione. Le riunioni sono motivate da motivi molto diversi. Ce ne sono di tutti i tipi. Con la più varia gamma di partecipanti e luoghi della terra in cui si svolgono.
Dopo tante incertezze dovute alla pandemia e alle restrizioni, non appena gli Stati Uniti hanno riaperto i voli per entrare nel Paese, è stato organizzato subito il Capitolo della Provincia St. Francis.
La superiora generale Sr Paola Dotto e le consigliere Sr Tiziana Tonini e Sr Rose Thomas Palamthattel sono arrivate nella casa provinciale di Peekskill il giorno 10 novembre alcuni giorni prima della celebrazione del capitolo, programmato dal 14 al 18 novembre.
Il giorno 13 sono arrivate le suore dalle due comunità del New Jersey: da Fairview e da Totowa.
Il pomeriggio è stato dedicato alla preghiera, all’adorazione, il silenzio in preparazione al Capitolo.
La Santa Messa domenicale delle ore 9.30 del 14 novembre è stata offerta come celebrazione di apertura del Capitolo; erano presenti anche alcuni laici associati. Le sorelle capitolari si sono poi ritrovate nella sala “Sacro Cuore” dove era tutto pronto per iniziare il XV Capitolo della Provincia “St. Francis”.
Dopo la preghiera iniziale ed il saluto di accoglienza della superiora provinciale Sr Laura Morgan, la Superiora generale Sr Paola Dotto ha aperto ufficialmente il capitolo con il suo discorso iniziale, nel quale ha sottolineato il significato della data: 14 novembre, come evento congregazionale: “Iniziamo questo nostro incontro capitolare in un giorno particolarmente significativo per la nostra Famiglia religiosa. Il 14 novembre di 161 anni fa, l’Arcivescovo di Udine, Mons Giuseppe Luigi Trevisanato, ha firmato il Decreto di Fondazione del nostro Istituto ed ha accolto e riconosciuto con gioia, come benedizione del Signore, la nascita della nostra Famiglia religiosa, voluta per le Missioni Apostoliche e per l’educazione delle fanciulle soprattutto povere. Dio Padre ha affidato questo prezioso ‘dono’ ai nostri Fondatori, Laura Leroux e Padre Gregorio Fioravanti.
Dopo cinque anni il carisma missionario si è incarnato nelle nostre sorelle inviate proprio qui, negli Stati Uniti, per sostenere i migranti provenienti dai vari Paesi d’Europa, e sconvolti dalla paura e dalla povertà di guerre interminabili.
Ritrovarci qui oggi è per noi segno di una rinnovata speranza nella forza del carisma che vuole essere aperto alla novità dello Spirito e alla Sua creatività missionaria…
Sr Paola ha evidenziato l’importanza di questo giorno anche come evento ecclesiale: Oggi nella Chiesa, per volontà di Papa Francesco, ricordiamo anche la V giornata dedicata ai poveri. Anche questo possiamo considerarlo un segno per noi.
L’abbraccio simbolico è avvenuto ad Assisi due giorni fa, fra Papa Francesco e 500 poveri provenienti da tutte le parti del mondo in rappresenta di tutte le persone che vivono nella povertà. Con questo gesto il Papa ci ricorda che è tempo di restituire dignità e parola ai poveri” e che “i poveri ci mostrano il volto di Gesù e quindi nessuno più di loro può dirci come essere cristiani e consacrati.”
Sr Paola ha apprezzato il tema del capitolo: “Vivere la nostra vita francescane portando la luce e la vita del Cuore di Cristo al mondo”.
“Il tema di questo XV Capitolo della Provincia “S. Francis” è attuale ed in linea con il programma Capitolare. Vivere la quotidianità nella passione semplice, umile e lieta di S. Francesco, è la maniera più diretta e concreta per portare ovunque Gesù alle persone ed aiutarle a scoprire anche in loro la Sua presenza.
Prima della dichiarazione ufficiale di apertura ha presentato all’assemblea la grande sfida della sinodalità: “Lo Spirito ci dice che è tempo di “camminare insieme”. E’ il tempo della sinodalità!
Dobbiamo aiutarci nella consapevolezza che è tempo di incontrarci, di condividere, di accogliere la bellezza della novità che ogni persona è e può donare.
Insieme, come sorelle della stessa Famiglia, viviamo questa spinta ecclesiale camminando insieme al popolo di Dio, a tutto mondo.”
L’assemblea ha poi svolto l’impegno delle procedure preliminari. Nel pomeriggio è stata ascoltata la relazione della Superiora Provincial sr Laura Morgan, dal titolo: “La gratitudine dona il significato al nostro passato, porta pace al presente e offre una visione per il futuro”.
Le giornate del 15, 16 e 17 novembre (mattina) sono state dedicate alla riflessione e discussione di alcune tematiche molto importanti nella Provincia e alla revisione degli Statuti.
Il 17 novembre Festa di Santa Elisabetta d’Ungheria, patrona del Terz’Ordine Francescano e della nostra Famiglia religiosa, si sono avute le elezioni del Nuovo Consiglio durante la sessione pomeridiana.
Ecco le sorelle scelte per il nuovo consiglio.
Sr Anne James Guerin Superiora Provinciale
Sr Anna Maria Not 1ª consigliera e Vicaria
Sr Clare Poothakuzhiyil 2ª consigliera
Sr Laura Morgan 3ª consigliera
Sr Gloria Aranguiz Salas 4ª consigliera
In capitolo sono poi continuati i lavori di riflessione, di discussione e di approvazione per un percorso provinciale che nonostante la povertà numerica si affida con fiducia all’amore provvidente del Signore.
Prima della chiusura ufficiale del Capitolo, la Superiora generale ha donato alla Provincia un copri-ambone di San Giuseppe con Gesù e alle sorelle capitolari gli oggetti con l’immagine di padre Gregorio preparati per i 200 anni della sua nascita che ricorre il 24 aprile 2022.
Anche la Provincia ha presentato i suoi doni alla Superiora generale e alle consigliere come segno di gratitudine e di comunione.
Sr Paola ha quindi chiuso il capitolo con parole di speranza e desiderio di bene per questa prima Provincia della nostra Famiglia religiosa e ha concluso: “Con tanto affetto, e contando sul vostro rinnovato impegno nella vita consacrata, con speranza, auguro a tutte di riprendere il cammino con la sfida e il coraggio dell’Amore, che sa generare sempre in novità”.
La mancanza di risorse per avere un pane da portare in bocca è una realtà in molti angoli della terra, anche nel sud del Cile, nella X Regione di Los Lagos. Nella città turistica di Puerto Varas, c'è un settore, un quartiere povero, la città di Puerto Chico. Le Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore sono presenti in mezzo ai poveri e sofferenti, dal 1954. Per rispondere ad una delle esigenze della popolazione, una religiosa italiana fonda una sala da pranzo, il cui nome è MENSA APERTA SUOR ANAPIA. Oggi come ieri, per dare da mangiare all'affamato!
In tempo di Natale, quando Dio manifesta il Suo Amore Eterno, donandoci il suo Figlio, "la Parola si è fatta carne ed ha dimorato tra noi" come ci trasmette san Giovanni, continua a comparire nella mangiatoia di quella mensa, nella mangiatoia dei cuori aperti e caritatevoli che condividono il pane con chi non ne ha. Questa semplice esperienza sia come la stella di Betlemme che guida gli esseri umani ad offrire regali al Bambino Dio che si manifesta in chi soffre.
Ogni battezzato è chiamato ad annunciare Gesù Cristo, essere testimone con la vita e con la parola. Quanto più, le Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, chiamate dal Signore per arrivare fino ai confini della terra. Confine che si chiama oggi, il quartiere Puerto Chico, una popolazione da tempo emarginata : abitanti rifiutati dalla società, perché la vita li ha provati e sono caduti nella delinquenza e nell'alcol. Grazie a Dio, al dono generoso, delle religiose e di tanti benefattori, le condizioni di vita migliorano, tuttavia, il flagello delle bevande alcoliche rimane presente nella vita di uomini e donne, come pure la fame, che corrode le viscere e tocca i sogni e le speranze delle famiglie povere, che oggi come ieri popolano la terra.
C'è più gioia nel dare che nel ricevere dice la Parola di Dio e anche la vita di tanti uomini e donne, che scoprendo il Signore in chi soffre, condividono quello che sono e quello che hanno, essendo, questo, fonte di gioia.
Oggi, in tempo di Natale, il mondo si riempie di beni materiali, riempie il suo corpo di cibo e bevande in eccesso, droghe e piaceri, viaggi e stravaganze. Vanità di vanità, dice l'Ecclesiaste (12, 8), tutto finisce. Altri invece trovano gioia e senso della vita nel dare e nel donarsi. Mentre si vive su questa terra, è possibile, per ogni persona, vivere e sentire la vera gioia del cuore, quella che nessuno può strappare, perché fa parte della storia di ciascuno. La gioia della carità, è il motore per continuare l'esistenza con speranza e pace, nonostante le contrarietà che si incontrano nel percorrere la vita.
Nella mensa aperta “Suor Anna Pia, “con l'aiuto di alcune istituzioni e persone, che di generazione in generazione collaborano, si riesce a dare il sostentamento quotidiano alle persone che vengono a pranzo. Prima della pandemia, la condivisione era quotidiana, ora, per motivi di essa, il pranzo viene loro consegnato solo tre giorni alla settimana, a beneficio di persone senza lavoro e con scarse risorse, di coloro che vivono in strada, alcolizzati e tossicodipendenti, famiglie a basso reddito, migranti e chiunque ne abbia bisogno. In generale, circa 60 persone ricevono il cibo, che comprende un piatto unico abbondante, pane e dessert. A volte, quando le provviste sono abbondanti, si condivide loro più pane, cibo fondamentale per i cileni, e una borsa con viveri per il resto della giornata. Tutto è accompagnato dal cibo spirituale, canto, preghiera, una breve catechesi, e gare che riscaldano l'aria fredda della zona, per la pioggia costante e l'umidità, con le loro voci, risate e applausi ai vincitori, che ricevono succhi, biscotti e un pezzo di dolce. Quelli che non hanno nulla, sono felici con così poco, con un alimento semplice, insignificante per il mondo, ma così significativo per loro, addolcisce loro la vita! Ogni giorno porta una novità, un volto nuovo di Cristo per accogliere e sorridere, per nutrire e ascoltare, per guarire e amare.
"Bisogna aiutare a riconoscere che l'unico modo è di imparare ad incontrarsi con gli altri con l'atteggiamento giusto, che è di valutarli e accettarli come compagni di cammino, senza resistenze interne. Meglio ancora, si tratta di imparare a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella sua voce, nelle sue rivendicazioni. È anche imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando riceviamo aggressioni ingiuste o ingratitudine, senza mai stancarci di optare per la fraternità". (Evangelii Gaudium)
In Cristo Gesù, siamo famiglia di Dio, siamo figli nel Figlio e fratelli di tutti. Grazie alla generosità di molti, è possibile fare la carità, ognuno dando ciò che è e ha, tutti apporti molto preziosi agli occhi di Dio: il collegio Puerto Varas, che mensilmente fa arrivare pacchi, e per Natale, cesti natalizi; mentre il Collegio Tedesco, una volta alla settimana, offre il pranzo portando gli ingredienti per il menu che loro determinano, inoltre ogni fine anno, collaborano con i cesti natalizi per circa 35 persone. C'è anche un contributo umano, preziosissimo: il piccolo gruppo di volontari che con disponibilità e generosità lavorano per ottenere più cibo, fanno acquisti, donano il loro tempo e la vita, esponendola, in questi tempi di pandemia, per consegnare a casa il pranzo alle famiglie, per l'impossibilità di avvicinarsi al recinto perché prostrati o malati e anche per evitare gli ingorghi. ¡Grande opera dei benefattori! , in essi diventa palpabile la mano di Dio, che è presente in ogni persona che dà senza sperare nulla in cambio e che, forse, non si rende conto che è il Signore, con la forza del suo Spirito, che spinge a compiere questo servizio con generosità e costanza.
Non c'è tesoro più grande che possiamo offrire ai nostri contemporanei che seguire ogni giorno il Signore, testimoniando il suo Vangelo. Imparando dall'umiltà di Cristo che, seguendo tutta la volontà del Padre, è venuto per servire, per "dare la sua vita in riscatto per molti" (Mt 20,28).
L'azione caritativa e apostolica che si svolge nella mensa aperta Suor Annapia, riempie il cuore di gioia, si dà il meglio di sé, mettendo al servizio del fratello bisognoso i talenti e i doni ricevuti da Dio, che senza dubbio dirà compiaciuto quando ciascuno si presenterà alla sua presenza per essere giudicato: "Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete l'eredità del Regno preparato per voi dalla creazione del mondo. Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete accolto; ero nudo e mi avete vestito; ammalato e mi avete visitato; in prigione, e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato, e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo, e ti abbiamo vestito? Quando ti abbiamo visto malato o in prigione, e siamo venuti a trovarti?". E il Re dirà loro: "In verità io vi dico che quanto avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me... (Mt. 25, 31-46).
Dio è il Bene, il tutto buono, creando i suoi figli, li ha dotati della bontà, della misericordia, della compassione... , Il bene più grande è avere Dio nel cuore, questa è la vera gioia come anche sperimentare in ogni istante, che Egli è Padre, che la sua Divina Provvidenza, non abbandona mai.
A volte il nostro mondo dimentica il valore speciale del tempo impiegato accanto al letto del malato, perché siamo pressati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, e dimentichiamo la dimensione della gratuità, dell’ occuparsi, del prendersi cura dell'altro. In fondo, dietro questo atteggiamento c'è spesso una fede tiepida, che ha dimenticato quella parola del Signore, che dice: "A me l'avete fatto".
Il Signore ci ricorda la peculiarità del suo messaggio: la carità.
La carità non come mera filantropia, ma come vero amore a Dio che vive realmente nel prossimo.
Non basta limitarsi a non criticare gli altri, bisogna parlare bene del mio prossimo, promuovere il bene e tacere il male, parlare bene degli altri. È quello che si è voluto fare oggi, divulgare il bene che si fa nella sala da pranzo aperta” Suor Annapia,” nel sud del Cile.
Rispondendo all’invito di Papa Francesco a vivere le tappe Diocesane della Gmg che si celebrerà a Lisbona del 2023, i giovani della Diocesi di Roma si sono messi in cammino e con loro anche noi, alcune giovani suore della comunità Maria Immacolata di Centocelle. Ci siamo unite a due Frati Cappuccini della nostra parrocchia di San Felice da Cantalice. Il gruppo era vario e numeroso: alcuni giovani e ragazzi scout, alcune volontarie e altri che seguono il cammino formativo della Parrocchia. L’appuntamento per incontrarci era a San Giovanni in Laterano. Ci siamo poi unite agli altri giovani della Diocesi di Roma, rendendo più concreto il cammino sinodale attraverso un semplice pellegrinaggio camminando per le strade di Roma, proprio le stesse strade che i Papi hanno percorso per raggiungere il Vaticano, quando vivevano ancora nel Laterano. Abbiamo raggiunto il Colosseo, Piazza Venezia, Via Vittorio Emanuele II e siamo giunti a Via della Conciliazione che ci ha condotto a Piazza San Pietro dove imponente sorge la Basilica di San Pietro con il suo colonnato che accoglie e abbraccia. Su queste storiche strade, i grandi Santi hanno vissuto un’intensa pastorale giovanile, uno fra tutti San Filippo Neri, il santo dei giovani per eccellenza.
Camminando insieme con altri giovani si ravviva l’entusiasmo, avvicinandoli ci apriamo all’amicizia cominciando dal saluto e soprattutto ascoltandoli nel loro racconto di vita con le loro varie attività.
Giunti a San Pietro alcune giovani volontarie che animavano i partecipanti, ci hanno distribuito la colazione. Dopo aver fatto colazione, con i biglietti che ci avevano consegnato a San Giovanni in Laterano prima di partire, siamo entrati in Basilica ad attendere l’incontro con il Santo Padre Francesco, nostro Vescovo che ha concluso l’incontro con la celebrazione Eucaristica. Il Papa ci ha invitato a riflettere sulla Parola di Dio tratta dall’Apocalisse di san Giovanni e dal Libro del profeta Daniele contemplando Gesù Re dell’universo il quale ha l’ultima parola sulla nostra esistenza, che ci dà speranza, illuminando la notte.
L’oscurità della vita che stiamo soffrendo in questo nostro tempo, ha bisogno di occhi luminosi per dare luce alle tenebre del nostro cuore e intorno a noi ed avere il coraggio di alzare lo sguardo per vincere la tentazione di rimanere nelle nostre paure. Questo è l’invito “Alza lo sguardo, àlzati!”, che il Papa ha lanciato per accompagnare i giovani nel cammino verso la Gmg di Lisbona del 2023. Ci ha invitato ad essere capaci di sognare, e capaci di portare avanti con coraggio i nostri sogni, per non lasciar soffocare i grandi ideali di questo mondo. Il Santo Padre si è manifestato molto riconoscente per la presenza e il contributo dei giovani nella chiesa che con entusiasmo e coraggio portano avanti i loro sogni.
Ci ha ripetuto: “Grazie, grazie, quando siete capaci di portare avanti i sogni con coraggio, per quando non smettete di credere nella luce anche dentro le notti della vita, per quando vi impegnate con passione per rendere più bello e umano il nostro mondo. Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione. E soprattutto grazie perché in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali, non perdete in questo mondo la capacità di sognare! Non vivere o addormentati o anestetizzati. No: sognare vivi. Questo aiuta noi adulti e la Chiesa. Sì, abbiamo bisogno anche come Chiesa di sognare, abbiamo bisogno dell’entusiasmo, abbiamo bisogno dell’ardore dei giovani per essere testimoni di Dio che è sempre giovane!!”
Sr. Annabel Alera