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    Ultime NEWS

    Lunedì, 01 Novembre 2021 12:35

    FARE SCELTE EVANGELICHE

    Presso la casa “incontri cristiani a Capiago Intimiano” dei Padri Dehoniani io sr. Natalina, con alcune guide spirituali ho vissuto l’esperienza del: “Dare gli esercizi spirituali” secondo la spiritualità di Sant’Ignazio. Da quindici anni con una equipe formata da due sacerdoti, due suore e due vergini consacrate, aiutiamo nel cammino di discernimento le persone che desiderano mettere ordine nella propria vita e fare scelte evangeliche.
    Collaborare per me è sicuramente un dono e sono molto grata a Dio e alla mia congregazione per questa chiamata. Infatti anche quest’anno ho potuto collaborare, dal 4 agosto al 4 settembre 2021 presso la casa di spiritualità dei dehoniani, con un gruppo di guide, per offrire il servizio di “dare esercizi” per camminare e discernere l’azione di Dio nella loro vita.
    L’uomo che non discerne si lascia trascinare dalle vicende della vita, ma non agisce. Per diventarne consapevoli e per assumerci la responsabilità di decidere in quale direzione camminare è importante guardare cosa si muove dentro di noi. Davide (2 Sam 11) è l’esempio di colui che non è attento a ciò che si muove dentro di lui. Il peccato di Davide è proprio la sua superficialità, il suo venir meno a ciò che la vita gli chiede di essere, Davide sottovaluta le sue mozioni interiori.
    Per il cristiano, questa indagine nell’interiorità e la scelta sulla direzione da tenere, avviene nella preghiera.
    Al di fuori della preghiera c’è il buon senso, non il discernimento. Anche i criteri che il credente utilizza non sono più solo quelli del buon senso, ma quelli che emergono dalla Scrittura e dalla sua esperienza di Dio.
    Il criterio per valutare quello che avviene dentro di me e per riconoscerne l’origine è: ciò che sento mi aiuta ad andare verso Dio o me ne allontana?
    Ciò che si muove dentro di me non è il criterio dell’azione (sento di voler fare il prete, allora lo faccio), ma l’oggetto su cui fare discernimento (sento di voler fare il prete, mi chiedo da dove viene questo desiderio e verso dove mi porta).
    Il discernimento non è un calcolo razionale, proprio perché coinvolge prima di tutto il mondo degli affetti. Imparare a discernere vuol dire prima di tutto riconoscere i movimenti del nostro cuore.
    La prima difficoltà del discernimento è scendere più in profondità, cioè diventare consapevoli di quello che si muove nella nostra interiorità. Talvolta il discernimento non parte perché non ci accorgiamo nemmeno di quello che sta avvenendo dentro di noi.
    Con sorprendente anticipo su conclusioni recenti della psicologia (ma riprendendo probabilmente le intuizioni dei padri del deserto), Ignazio mette in relazione pensieri e mozioni interiori (a causa di un pensiero mi muovo verso un oggetto o mi allontano da esso)
    Il servizio delle guide nel dare Esercizi   è proprio questo: indicare i testi biblici (per i 5 tempi di preghiera) e aiutare gli esercitandi a capire cosa sta avvenendo dentro di loro per poter scegliere come agire in modo consapevole.
    Ringrazio Dio perché questo servizio non aiuta solo gli altri ma sostiene pure il mio cammino interiore verso la mia spiritualità di Francescana Missionaria del Sacro Cuore.

    Sr Natalina De Nobili

    Alcune Testimonianze:

    Ringrazio il Signore di avermi condotto quest'anno a vivere l'esperienza degli esercizi spirituali ignaziani. Un Balsamo e un momento di Grazia. La pandemia ha risvegliato in tutti noi tante paure, sentimenti di solidarietà e di profonda incertezza. Gli esercizi sono stati un grande dono per fare ordine interiormente, per mettere al primo posto il Signore e questo aiuta a riconsiderare e a guardare a tutto il resto della propria vita con più verità e libertà. Sono un'esperienza spirituale che consiglio a tutte le persone che mi conoscono e mi chiedono come sto e come è andata.

    Don Luca

    … Il mistero dell’incarnazione, l’infanzia, la vita nascosta e il ministero pubblico di Gesù, la sua passione, morte e risurrezione. Sono sceso in profondità e ho assistito al lavoro dello Spirito Santo in me. Ho visto come mi ha ricostruito dopo avermi demolito. Nessuna violenza né prepotenza, soltanto un amore e una tenerezza difficilmente descrivibili attraverso delle parole.
    Solo un amore così straripante è capace di riversarsi autonomamente all’esterno, nella quotidianità, nelle scelte e nelle relazioni che ci circondano. Questa è l’esperienza dell’elezione: fare delle scelte significative per la propria vita perché ci si sente così tanto amati da sentire l’esigenza interiore di fare qualcosa, qualunque cosa, soltanto per dire grazie!
    A questo proposito, ringrazio infinitamente il Signore per l’opportunità che mi ha dato durante il Mese Ignaziano e ringrazio Lui anche per le persone che mi ha messo accanto durante quest’esperienza: suor Gabriella, don Cesare, don Francesco, suor Natalina, e tutti gli uomini e le donne che, anche se in silenzio, hanno camminato accanto a me in questi giorni così intensi e decisivi per la mia vita spirituale.

    Antonio

    Non posso non raccontare che cosa mi è stato detto dalle mie colleghe il primo giorno di lavoro. Molte erano meravigliate di come fossi cambiata, di come avessi negli occhi una luce diversa, di come anche la mia faccia fosse diversa, volevano sapere che cosa avevo fatto di così bello da farmi cambiare così tanto ... È stata veramente un’esperienza di grazia!

    Marta


    Martedì, 12 Ottobre 2021 15:27

    VI BENEDICO NELLA MIA VITA E DOPO LA MIA MORTE

    TRASFORMANDO IL QUOTIDIANO IN CAMMINO DI LUCE

    ¡Non ha senso! Niente a cui aggrapparsi! La lapidaria conclusione dello scrittore sacro del Qoelet, sembra emergere con nuovo slancio su tutta la faccia della terra. Questo senza senso del mondo odierno, diventa una grande sfida per lo sguardo del credente, interpellato a svelare l'incognita dell'esistenza nella persona di Gesù Cristo (Eb 13, 8).

    Martedì, 12 Ottobre 2021 15:11

    JAPAMALA BHAVAN: CASA DEL ROSARIO

    Il Rosario è la preghiera più bella della tradizione della Chiesa, questa fa scintillare abbondati grazie concesse da Dio per intercessione di sua Madre, essa tocca il più profondo del cuore umano,  e rimane il “luogo” più sicuro per chi cerca il calore  spirituale e materno di Maria:  "Il Rosario è il più bello e il più ricco di grazie di tutte le preghiere, è la preghiera che tocca maggiormente il Cuore della Madre di Dio e se desideri che la pace regni nella tua casa, recita il Rosario in famiglia". (San Pio X)

    Pubblichiamo “Il cantico delle creature” delle sorelle della Provincia Maria Immacolata, sgorgato dal nostro cuore, per elevare un profondo inno di ringraziamento.

    Professione perpetua

    Oggi 14 settembre 2021, il giorno in cui la Chiesa Universale celebra la Croce Gloriosa, la nostra Vice-Provincia “Santi Martiri D’Uganda” si riveste di festa anche perché sei delle nostre consorelle emettono la professione perpetua nelle mani di sr. Beltha Ngwashi, Superiora Vice-Provinciale, delegata della Superiora generale sr. Paola Dotto per questa circostanza.

    Dopo una lunga preparazione spirituale a Roma e in Camerun, le sei sorelle sono pronte a pronunciare i voti perpetui che le impegneranno definitivamente nella “Sequela Christi” con il carisma specifico delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore e al servizio della Chiesa ovunque saranno inviate (Cfr. Cos. 56).

    La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da Monsignor Jean Mbarga Arcivescovo Metropolita di Yaoundé nella parrocchia “St. Anne e S. Joachim” di Nkoabang. Il vescovo nella sua omelia ha detto che dobbiamo mettere questa cerimonia sotto il segno del ringraziamento, per:

    • la disponibilità delle nostre sei sorelle che si sono messe docili all’ascolto dello Spirito Santo e al suo santo operare;
    • le loro famiglie che hanno offerto le loro figlie al Signore accompagnandole nelle loro decisioni della scelta definitiva di vita consacrata;
    • la Chiesa che le ha accolte tramite la Famiglia Religiosa delle suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore e che oggi riconferma l’appartenenza definitiva alla Congregazione,

    Il vescovo le ha esortate come vivere le loro scelte: la vita consacrata è una chiamata che può essere realizzata soltanto se si crede, se si ha la fede. La fede è un dono che bisogna continuare a investire, anche se dobbiamo soffrire per essere fedeli al Signore. La fede che è stata ricevuta tramite i genitori è quella che dà il coraggio, il senso, la forza per rispondere alla chiamata del Signore perché il Cristo che confessiamo è vivo, è qui, è con noi.

    Inoltre ha detto: “voi avete fondato la vostra vita religiosa sopra tre pilastri che sono i voti, i quali non devono essere percepiti come obblighi, ma come arricchimento spirituale vissuto alla luce del Signore che supera tutte le nostre capacità umane.

    Prendiamo per esempio il voto di povertà che ci porta alla kenosi di Gesù, cioè a rinunciare a tutto quello che siate capaci di essere per vivere un continuo sacrificio di voi stesse “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv.15,13).  Questo è il voto di povertà! Non è un fatto di rinuncia dei beni che comunque passano; voi avete bisogno dei beni per servire i poveri, perché la povertà si vive essendo caritatevoli. Dunque, bisogna lavorare molto per sostenere la comunità in modo che essa sia caritatevole. Il voto di povertà è il dono della propria vita, dare la vita per gli altri. Questo implica comprendere che la vostra autonomia, indipendenza e capacità devono produrre il meglio per l'intero popolo di Dio.

    Per quanto riguarda il voto di obbedienza, è Cristo stesso che lo ha motivato: “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato…”  (Gv. 6, 38) Egli è stato obbediente al Padre fino alla morte. Il voto di obbedienza è la fedeltà alla volontà di Dio ed è il più grande dono da accogliere e vivere.

    Il voto di castità non è solo espressione di una ascesi spirituale, ma in verità la castità è vissuta come donazione generosa a Dio Padre, sull’esempio di Cristo al servizio di tutta l'umanità.

    Siate gioiose della vostra scelta di vita consacrata e contagiate questa gioia a tutti quelli che incontrate. Siate le seguaci di Cristo nel mondo. Siate nelle vostre comunità il luogo di comunione universale (Cfr. V.C. 46), siate una famiglia religiosa fondata in Cristo che vive dell’amore che attingete dal Suo cuore trafitto sulla croce”.

    Ringraziamo il Signore per questo evento così significativo che ricolma la nostra Vice-Provincia e la Congregazione nella lode e nella gioia per il dono delle sorelle:

    Suor Maria Emeline Yungsi Kinyuy della Santa Croce
    Suor Maria Prisca Nyisome Petuewoh del Santissimo Sacramento
    Suor Maria Sylvia Bong Ngehseng dello Spirito Santo
    Suor Maria Chiara Fredya Mouraguele della Misericordia Divina
    Suor Maria Pascaline Yenmole della Eucaristia
    Suor Maria Juliette Fonyuy della Divina Volontà

    “Tu sei nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore,
    Dio onnipotente, misericordioso Salvatore”

    Lunedì, 13 Settembre 2021 07:08

    CAMMINIAMO INSIEME CON GIOIA

    Come si celebra oggi, in un Paese del Sud America, il GIORNO DELLA VITA CONSACRATA?

    L'invito è a conoscere una forma particolare di celebrazione dei paesi latinoamericani e ad aprirsi ad un'altra cultura, portatrice di ricchezza, nella quale si trovano anche i semi del Verbo.

    Come è tradizione nella Chiesa in Cile, nella Solennità dell'ASSUNZIONE DELLA VERGINE MARIA, lunedì 15 agosto, si celebra la Giornata della Vita Consacrata, destinata a sottolineare l'opera apostolica, missionaria, pastorale e sociale che svolgono i religiosi e le religiose in tutto il Paese.

    Senza dubbio, di fronte alla cultura d’oggi e alla forma di vita, segnata dall'individualismo, dalla solitudine, dall'indifferenza religiosa e dal valore esacerbato dell'attività produttiva, che un gruppo di consacrati nella Chiesa, per amare Dio sopra tutte le cose e il prossimo come se stesso, dedichi un giorno per riunirsi e celebrare insieme la gioia di amare e servire, è una chiara testimonianza della presenza di Dio in mezzo alla sua Chiesa.

    Con grande gioia, la CONFERENZA DEI RELIGIOSI DELLA VI° REGIONE, la così chiamata, CONFERRE Zonale, della città di Rancagua, Cile, convoca tutti i consacrati, uomini e donne, per celebrare insieme il giorno della Vita Consacrata. Riunirsi e celebrare, in questa grande crisi sociale e sanitaria che si vive, è una buona opportunità per ritrovarsi e nutrirsi: alimentare la vita con il Signore e con la condivisione fraterna delle esperienze vissute.

    E la vita religiosa cos'è?

    "La Vita Consacrata, profondamente radicata negli esempi di Cristo, è un dono di Dio Padre alla sua Chiesa per mezzo del suo Spirito... Lungo i secoli non sono mai mancati uomini e donne che, docili alla chiamata del Padre e alla mozione dello Spirito, hanno scelto questo cammino di speciale sequela di Cristo per dedicarsi a Lui con cuore indiviso" (cfr. VC.1)

    Nella sequela di Cristo, Maria, Vergine e Madre, si fa compagna del cammino, modello di vita di consacrazione e di dedizione. È Lei che indica il modo di essere nel mondo; Lei è, la prima discepola di Gesù, il paradigma del credente che, con le sue parole e azioni, loda Dio perché con gli umili e i piccoli "Dio fa grandi cose".

    Per onorarla, nella festa dell'Assunzione, il gruppo dei religiosi, si riunisce nella casa e parrocchia di Nostra Signora dell'Assunzione, della Congregazione dei Religiosi della Madre di Dio, in un paese chiamato Quinta di Tilcoco, della VI° Regione.

    Dopo tanto tempo di chiusura, a causa della pandemia del covid 19, essere incoraggiati a uscire dal confinamento, a lasciare la città, significa iniziare a godere dell’ambiente naturale. Siamo stati ricevuti dalla regione di Quinta de Tilcoco, che è situata nella parte centrale del bacino di Rancagua, circondata da colline, montagne e isole della zona.

    In segno di accoglienza, gioia, stima, sostegno, ci attende il pastore della diocesi, Monsignor Guillermo Vera Soto, recentemente nominato Vescovo, che prende possesso della Diocesi di Rancagua alla fine del mese di luglio 2021. Sarà un “pastore con l’odore delle pecore” come ha detto Papa Francesco. Questo è lo stile pastorale di ogni Vescovo.

    Poiché il centro della vita religiosa è Cristo, dopo l’accoglienza e la condivisione della gioia dell'incontro fraterno e di un dolce break, ci attende la Parrocchia per un momento di preghiera comunitaria con la recita del Santo Rosario e l'opportunità di ricevere il Sacramento della Riconciliazione. Momento centrale di questo incontro è l'Eucaristia presieduta da Mons. Guillermo e concelebrata da alcuni sacerdoti religiosi. La bontà del Signore riversa la sua grazia su di noi dandoci l’opportunità di rinnovare la nostra consacrazione nella gioia e nell’offerta.

    Nell'omelia, Mons. Guglielmo sottolinea l'atteggiamento di fede e di speranza di Maria, che risaltano nel Vangelo del giorno (cfr. Lc. 1,39 - 56) invitandoci a "credere in Dio e credere a Dio".

    Le suore di Santa Marta, presenti anche nel paese di Quinta de Tilcoco, mettono a disposizione gli ambienti del Collegio Sacro Cuore per condividere un pranzo condito da grande affetto e gioia. È l’occasione perché ogni comunità religiosa presenti, al nuovo pastore, il carisma della sua Congregazione e la sua presenza nella Diocesi.

    Come SEGNO, le suore di Santa Marta, offrono ad ogni religiosa e religioso una piantina come augurio di fecondità, accompagnata dal messaggio:

    "La Chiesa attende il contributo della Vita Consacrata, per la sua specifica vocazione alla vita di comunione nell'amore"(cfr. VC, 51).

    “Alle persone consacrate si chiede di essere davvero esperte di comunione e di praticarne la spiritualità, come «testimoni e artefici di quel “progetto di comunione” che sta al vertice della storia dell'uomo secondo Dio” (VC, 46).

    Di fronte alla scarsità di vocazioni religiose nel mondo odierno, avere l’opportunità di vedere, ascoltare, parlare con un gruppo numeroso di religiosi, fa germogliare la speranza, permette di ascoltare la voce divina che continua a dire "… Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt. 28, 20) e "dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro" (Mt. 18,20).

    Ecco perché, leggendo ed esaminando queste frasi, si traccia un'alba di luce, di attesa, di speranza, perché il Signore chiama sempre.

    Possa Egli fissare il Suo sguardo di amore anche su di te, giovane d’oggi, e t’invita a seguirlo, perché solo in Lui troverai la Via, la Verità e la Vita.


     

    Provincia “Santa Elisabetta” - XVI Capitolo Provinciale 2021

    Nei giorni 5 - 11 agosto 2021, in Casa Provinciale a Limassol - Cipro, abbiamo contemplato le meraviglie del Signore celebrando il XVI Capitolo Provinciale, con il Tema: 150 anni di servizio missionario nel Medio Oriente! Arricchite dalle esperienze del passato, viviamo il presente con fiducia e affrontiamo con coraggio le sfide del futuro.

    Le sorelle capitolari, pervenute a Cipro dalle diverse nostre comunità e missioni, hanno vissuto l’incontro capitolare come rinnovata proposta per la vita spirituale e apostolica dell’intera Provincia. Nella ricerca contemplativa di Dio e nelle risposte concrete dei desideri più profondi che scandiscono i nostri giorni, siamo state accompagnate dalla presenza gradita della Superiora Generale suor Paola Dotto e suor Augusta Visentin, segretaria generale.

    Suor Paola e suor Augusta ci hanno sostenute, incoraggiandoci a gettare i semi di fraternità, di apertura e di accoglienza in questa amata terra del Medio Oriente: terra di santi e memoria significativa che incoraggia il nostro presente nella fede e nella speranza, proiettandoci verso il giubileo di 150 anni di servizio missionario, con uno stile di vita creativo e coraggioso.

    L’esperienza dominante è stata quella degli esercizi spirituali, in preparazione al Capitolo Provinciale, guidati da padre Jerzy Kraj ofm, vicario patriarcale per i cattolici latini a Cipro. Sin dall’inizio il relatore ci ha invitate a metterci in relazione con Dio lasciandoci interrogare dalla Sua Presenza, e ad attingere dalla figura di san Giuseppe per scoprire la Provvidenza di Dio nel nostro quotidiano, seguendo alcune linee guida:

    • rivestirci di forza e di coraggio in questo tempo forte del Capitolo Provinciale;
    • fare un passo avanti nell’accoglienza della volontà di Dio;
    • vivere l’esperienza della fame e sete di Dio e della Sua Parola;
    • fare spazio, dentro di noi, oggi, alla grazia di Dio;
    • imparare da san Giuseppe ad essere uomini e donne che basano la loro vita sulla fede in Dio.

    Le riflessioni si sono snodate intorno alla figura di san Giuseppe, padre e custode della casa di Nazaret, ponendo l’attenzione sulla sua fede ed accoglienza, quale modello ricco di sapienza spirituale e di pedagogia personale e comunitaria. Dio si affida a noi nella sorella, nei poveri, nei bisognosi e la nostra risposta a questo gesto d’amore deve esprimersi nel totale affidamento a Lui, nella consegna incondizionata, come Giuseppe.

    La vita spirituale che Giuseppe ci mostra non è una via che spiega, ma una via che accoglie. Solo a partire da questa accoglienza, da questa riconciliazione, si può anche intuire una storia più grande, un significato più profondo (...) Giuseppe non è un uomo rassegnato passivamente. Il suo è un coraggioso e forte protagonismo. L’accoglienza è un modo attraverso cui si manifesta nella nostra vita il dono della fortezza che ci viene dallo Spirito Santo. Solo il Signore può darci la forza di accogliere la vita così com’è, di fare spazio anche a quella parte contradditoria, inaspettata, deludente dell’esistenza. (Patris corde, 4)

    Papa Francesco dice che Giuseppe “sa trasformare un problema in un’opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza”. (Patris corde n.5). Questa bellissima sottolineatura su san Giuseppe ci sprona a trasformare il nostro stile di vita in ascolto obbediente alla Parola, nella concretezza e nel silenzio, a partire dalla Persona di Gesù.

    Sempre Papa Francesco ci suggerisce e raccomanda di invocare san Giuseppe come padre e di imparare da lui la paternità spirituale.

    Padri non si nasce, lo si diventa. E non lo si diventa solo perché si mette al mondo un figlio, ma perché ci si prende responsabilmente cura di lui. Tutte le volte che qualcuno si assume la responsabilità della vita di un altro, in un certo senso esercita la paternità nei suoi confronti. (Patris corde n. 7)

    Giuseppe, contemplativo, docile, umile, silenzioso, padre e custode della casa di Nazaret, per noi, oggi, diventa l’immagine immediata per narrare la vita consacrata in modo semplice e profetico, arricchite nelle nostre fraternità dalla diversità di nazioni e culture.

    Alla conclusione degli esercizi spirituali padre Jerzy ci ha esortato ad accogliere con meraviglia ciò che è quotidiano, convertire l’ordinario in straordinario, a lasciarci toccare dalla grazia di Dio e dalle sorelle, per vivere relazioni d’amore e per generare un futuro insieme. Questo è il miracolo da chiedere per le nostre fraternità.

    Un fecondo cammino da percorrere ci è stato tracciato dalla Superiora Generale suor Paola Dotto, la quale ci ha incoraggiate nell’impegno a costruire ponti e relazioni positive tra i due mondi: occidentale e orientale, con stile semplice, nella ricchezza della sinodalità e nell’accoglienza della grandezza di Dio nella ferialità.

    Suor Paola ha sottolineato con soddisfazione il privilegio che abbiamo nella nostra Provincia: essere presenza e testimonianza viva nella Chiesa, portatrici della gioia del Vangelo nella diversità di volti, di culture, etnie, e religioni, incontrando fratelli in fuga dalla guerra, dalla fame, dalla tratta, dalla paura, dalla violenza. Ci ha sollecitate a far proprio l’obbiettivo che la Chiesa, quale Madre premurosa, ci propone: aver cura dei valori spirituali, della formazione in tutte le età, della profezia della vita consacrata, inserita in una società che ha il culto del benessere, dell’edonismo, dell’individualismo.

    In questi giorni, vissuti in comunione, abbiamo evidenziato la storia sacra della nostra Provincia e le risorse personali, comunitarie e pastorali attuali nella ricerca dell’unico Bene. Perciò, riteniamo importante per noi l’impegno comune nel mondo variegato in cui ci troviamo a vivere, affrontando, senza spaventarci la situazione attuale. Suor Paola ha dato rilievo alla qualità di vita e ha ribadito che questa realtà deve provocare in noi la maggiore consapevolezza che abbiamo una vita in Gesù da testimoniare, abbiamo un tempo da dedicare all’ascolto, all’accoglienza dell’altro, facendoci strumenti e collaborando con passione all’azione dello Spirito nelle persone che incontriamo, nella ricerca serena della volontà del Padre.

    Durante i lavori in assemblea ci siamo lasciate interrogare da alcune domande:

    • Alla vigilia dei 150 anni di presenza e di servizio, qual è la nostra risposta oggi alla missione che Cristo stesso ci affida?
    • Alla luce della Parola di Dio, quale cammino di rinnovamento siamo chiamate a percorrere, individuando le necessità della Chiesa e del mondo?
    • Siamo capaci di capire i segni dei tempi sull’esempio dei nostri Fondatori e delle prime sorelle?
    • Siamo missione? Siamo fraternità che testimonia e attrae?

    La presenza delle sorelle missionarie e la condivisione della bellezza delle missioni di Cipro, Libano e Bulgaria è stata un altro momento costruttivo per tutte noi, perché ci ha fatto percepire il nostro cuore missionario che va dove c’è bisogno di amore e di tenerezza, e di conseguenza abbraccia i poveri, gli ultimi, i profughi e gli emarginati. Le fraternità e le sorelle missionarie, nelle varie forme, custodiscono e annunciano con coraggio il Vangelo, attingendo nella preghiera zelo e compassione per l’umanità (cfr. Cos. 4).

    In questa cornice di internazionalità e di interculturalità, proprio come alle origini della nostra Famiglia Religiosa, e nel clima fraterno di esperienze e di desideri grandi, sostenute dalla preghiera delle sorelle anziane e malate, con fiducia ci siamo lasciate guidare dallo Spirito Santo per l’elezione della Superiora Provinciale suor Antonia Piripitsi e suo Consiglio.

    Nel suo discorso di chiusura del XVI Capitolo Provinciale 2021 la Superiora Generale suor Paola Dotto ha condiviso alcuni pensieri, quasi un programma di vita, che ci aiuta a rinnovare il nostro stile di vita e traccia il cammino per il futuro non solo della nostra vita consacrata ma dell’intera umanità:

    • sentirci provocate dalla ricchezza del patrimonio congregazionale, spirituale ed umano, che traspare dalla nostra Storia, e che ci incoraggia ad affondare sempre più le radici nel Signore e nella testimonianza di vita delle numerose sorelle che ci hanno precedute;
    • vivere con entusiasmo il 150° della missione, nel segno della restituzione a Dio, con gratitudine, di tutto il Bene da Lui compiuto in tante sorelle coraggiose con la forza dello Spirito, animate da amore misericordioso verso tutti, indistintamente, e in particolare, vicine ai poveri ed ai deboli;
    • con docilità e apertura di mente e di cuore, collaborare, in sinodalità, per la costruzione di una fraternità universale, in dialogo con le religioni presenti nella missione;
    • con la vita vissuta, indicare Gesù e il Vangelo alle persone che fanno strada con noi, e proseguire convinte e in comunione con la Chiesa;
    • prendere a cuore il presente e il futuro della Vita Consacrata come FMSC in questa Terra di missione, con creatività evangelica e spirito di famiglia, guardando a Santa Elisabetta, alle sorelle che ci hanno precedute e ai nostri Fondatori.

    Nella festa di Santa Chiara, “pianticella di Francesco”, abbiamo concluso il XVI Capitolo Provinciale 2021 con sentimenti di riconoscenza per la grandezza di Dio in mezzo a noi.

    A suor Paola Dotto Superiora Generale e a suor Augusta Visentin esprimiamo la nostra gratitudine fraterna per averci accompagnate nella condivisone serena e nelle proposte coraggiose.

    Certe della Sua presenza, vogliamo continuare il cammino insieme, nel segno della restituzione umile e fiduciosa per tutto il bene ricevuto, con passione, con fede forte, con amore ardente e zelo apostolico!

    A Te la lode e la gloria nei secoli dei secoli. Amen!


     

    XVII Capitolo Provinciale della Provincia “Maria Immacolata”

    Giovedì, 02 Settembre 2021 13:42

    "... L’AVETE FATTO A ME"

    Il nostro Fondatore Fr. Gregorio Fioravanti OFM, ci diceva: "Meravigliosi sono i tratti della Provvidenza alla quale nessuno ha diritto di chiedere perché questo, in questo modo e non altrimenti" (cf. F.1, p. 16) e certamente nelle mani del Padre tutto ha senso e acquista rilievo.

    "Rendete grazie al Signore perché Egli è buono, perché il suo amore fedele dura per sempre" (Sal. 118,1).


    Oggi 11 agosto 2021, in cui la Famiglia Francescana celebra la festa di S. Chiara d’Assisi, la nostra famiglia Religiosa delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, ci rallegriamo e rendiamo grazie al Signore per le nostre novizie Albina Kispotta e Punam Tirkey che vestite di bianco, con le lampade accese sono pronte per consacrarsi a Dio emettendo la prima professione religiosa nelle mani di Sr. Mini Joseph, Superiora provinciale, nella cappella del noviziato a Carmelnagar.

    La solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta da Sua Eccellenza, Mons. Joseph Raja Rao Thelagathoti, S.M.M. Vescovo della Diocesi di Vijayawada. Nella sua omelia ha spiegato che la chiamata alla vita religiosa è iniziativa di Dio e non nostra. E che il nostro fine ultimo è di essere conformi al Signore, Lui è il modello a seguire! Ha esortato dicendo: “dovete diventare come Cristo”.

    Inoltre ha enfatizzato la testimonianza di vita: atteggiamento interiore è importante e non quello che si mostra agli altri, ma di essere modelli umili per i fratelli e sorelle sull’esempio di S. Francesco che è diventato un l'altro Cristo e di S. Chiara che è stata uno specchio di Francesco.

    Coloro che seguono Cristo otterranno ciò che rinunciano al Signore e perdono ciò che invece conservano per se stessi.

    La generosità scaturisce da un cuore abbondante. Una persona consacrata dona generosamente senza alcun "ma", tutto ciò che dà al Signore, si trasformerà nel centuplo, un giorno. Dobbiamo essere generosi e riconoscenti. Pietro ha seguito Gesù, non ha detto "ma"; ha chiesto a Gesù, “e noi che abbiamo lasciato…?”. Ha ricevuto cento volte tanto, e noi? Sentiamo di aver ricevuto il centuplo da Gesù nella nostra vita quotidiana?

    Oggi la gente ci guarda come persone spirituali, pacifiche, allora, qual è il nostro ruolo? È un ruolo profetico; dobbiamo parlare di Dio, essere in connessione con Dio e condividere poi al popolo; dobbiamo essere una testimonianza leggibile per loro; nella nostra vita si deve vedere chiaramente che siamo discepoli di Gesù.

    Infine le ha esortate a vivere il voto di obbedienza, ad ascoltare e discernere la volontà di Dio e ha spiegato che l’obbedienza non è solo qualcosa da chiedere permesso. L'ascolto ci dà la percezione delle cose e ne abbiamo bisogno. L'obbedienza si assume con responsabilità e si serve il Signore con tutto il cuore. Vivete solo per Dio! La semplicità di vita è povertà e non accumulare le cose. Ha sottolineato l'importanza della vita in comunità e quando il loro amore sarà purificato, potranno vivere una vita nella pace, con amore in comunità e la comunità le aiuterà, le sosterrà, le formerà, e insegnerà loro a vivere nella santità.

    Le neo-professe alla fine della celebrazione hanno espresso la loro gratitudine a tutti i presenti e soprattutto al Signore che le ha chiamate e che sarà con loro tutti i giorni.

    Sr. Selinamma Sebastian


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