Con grande gioia abbiamo celebrato, oggi, 10 dicembre, la Professione perpetua delle nostre sorelle Sr Neelima Dakkamadugula e Sr Suneetha Pentamala.
Nella cappella della Casa generalizia Asisium, rivestita a festa, sono risuonati i canti di lode e di ringraziamento al Signore per il grande dono della consacrazione al Signore delle nostre sorelle.
In un clima di profondo silenzio e di sentita con-partecipazione, abbiamo ascoltato ed accolto il ‘sì’ per sempre delle nostre sorelle, Sr Neelima e Sr Suneetha mentre emettevano la loro professione nelle mani della Superiora generale, Sr Paola Dotto.
Il Vescovo celebrante, Mons Guerino Di Tora, nella sua omelia ha messo in rilievo con parole vibranti la bellezza e preziosità della vita religiosa, la sua missione nella Chiesa per il mondo di oggi, esortando all’impegno della profezia e della testimonianza coraggiosa e fedele a Gesù Cristo. Alcuni sacerdoti, frati francescani, chierici, numerose sorelle provenienti da comunità vicine e lontane, dei laici ed amici si sono uniti alla nostra festa ed hanno condiviso la nostra preghiera e la nostra gioia.
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Venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo:
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».
Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». (Mt 3,1-12)
Buon cammino di Avvento
Il 28 ottobre il Santuario del Divino Amore a Roma ha ospitato il Giubileo della Missione con oltre 900 persone dalle diocesi di tutta Italia. Non è stato un semplice momento celebrativo, ma una giornata di festa e di incontro, per riaccendere “il fuoco della missione” e lanciare un messaggio forte alla Chiese locali in Italia, affinché vadano fino alle estreme “periferie esistenziali” del mondo, secondo l’esortazione di Papa Francesco. L’occasione voleva anche ricordare i primi 100 anni di vita della Pontificia Unione Missionaria (PUM) e il messaggio del suo fondatore, il Beato Padre Paolo Manna, missionario del PIME.
Il programma ha offerto a tutti i partecipanti una riflessione su una rinnovata uscita missionaria, l’ascolto di testimonianze, il pellegrinaggio giubilare con il passaggio della Porta Santa, la celebrazione della S. Messa e la consegna del mandato missionario ai missionari partenti provenienti dalle diverse realtà.
Dalla nostra Congregazione vi hanno partecipato alcune sorelle del Consiglio generale, Sr Tiziana Tonini, Sr Georgina Vilongiyil, Sr Bernarda Alvarez, Sr Augusta Visentin; Sr Ermellina Callegaris come rappresentante della Onlus e la signora Serena Catastini a nome del gruppo delle mamme impegnate nelle attività missionarie di Missione Tau.
Da Latina era presente anche Sr Rosalia Vedovato con il gruppo della diocesi.
Durante la preghiera del mattino suor Elisa Kidanè, comboniana, ha commentato il Vangelo di Matteo (28, 16-20) invitando ad avere nella nostra voce, la Voce di Gesù, nei nostri occhi, la Sua Luce e nei nostri cuori, la Sua Misericordia.
Dopo i saluti del direttore di 'Missio', don Michele Autuoro, è seguita la riflessione del vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi presidente della Commissione episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese. Mons Beschi ha detto prima di tutto che “La gioia non è una dimensione ornamentale ma decisiva dell’essere missionari. La missione nasce dalla gioia e ha come compito la comunicazione della gioia” e ha poi sviluppato la sua riflessione attorno a tre temi: Il libro della missione, il fuoco della missione, la porta della missione.
Così ha esortato i presenti “Aprire il libro della missione significa ritrovare una narrazione inesauribile di storie, esistenze, rappresentazione di volti missionari. Non è un’operazione nostalgica. È veramente inserirci noi, così come siamo, dentro la grande storia missionaria. Significa che possiamo alimentare in noi l’ardore apostolico, ricordando, rinarrando la missione. La narrazione è necessaria, come la narrazione evangelica. Non è solo raccontare una bella storia, ma è comunicare un’esperienza… esortando tutti e ciascuno a «essere oggi è un altro Gesù Cristo. Dovete poter dire come san Paolo: “è Cristo che vive in me”».Il fuoco della Missione è lo Spirito. Non c’è missione evangelizzatrice che non debba essere accesa dallo Spirito di Dio.La nostra è una missione spirituale, che ha anche la densità di un corpo, di un gesto, di una storia, perché è innanzitutto missione dello Spirito. Il luogo dove si accende questo “fuoco” è il cuore dell’uomo, quello in cui Gesù vuole porre il suo Spirito. Tutto può essere missione, ma non sarà missione evangelizzatrice se nel nostro cuore non si accende la missione dello Spirito».
La porta della Missione. La porta della Misericordia si identifica con la porta della Missione. Viceversa, la porta della Missione non può che essere la porta della Misericordia. Dobbiamo attraversare questa Porta con rinnovata disposizione missionaria, con convinzione, gioia e generosità”.
Terminata la riflessione di Mons Beschi, l’assemblea si è divisa in vari gruppi per ascoltare testimonianze missionarie lungo sette aree tematiche: accogliere, guarire, liberare, proteggere, riconciliare, soccorrere e sperare.
Dopo il pranzo tutti i partecipanti si sono ritrovati nel cortile del santuario antico per il pellegrinaggio giubilare con il passaggio della Porta Santa e la celebrazione della Messa presieduta da monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, al termine della quale è stato affidato il “mandato” ai missionari e alle missionarie partenti.
La celebrazione è stata solenne e festosa, nella gioia di sentire la vivacità e l’entusiasmo della Chiesa missionaria oggi, nonostante le tante fatiche, le tante sfide.
Per tutti rimane l’augurio e la sfida che già Paolo VI aveva offerto a tutti i cristiani e missionari: «Possa il mondo del nostro tempo e di ogni tempo ricevere la Buona Novella non da persone scoraggiate, ma da evangelizzatori che abbiano per primi ricevuto in dono la gioia di Cristo».
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Celebriamo nel mese di ottobre la 90° Giornata Missionaria Mondiale che ha come slogan “Nel nome della misericordia”.
Viviamo un mese missionario dagli orizzonti grandi quanto è grande il mondo, considerando l’impegno missionario come connaturale alla nostra consacrazione e vivendo la propria vocazione come servizio universale alla Chiesa e al mondo.
Siamo chiamate ad aprire sempre più il cuore allo spirito missionario e a impegnarci con la preghiera e con gesti concreti di solidarietà nell’aiuto alle chiese più povere.
Come suore francescane sorte per le “missioni apostoliche”, ovunque nel mondo portiamo il messaggio evangelico attraverso l’educazione di bambini e giovani senza alcuna distinzione di lingua, etnia o religione.
La testimonianza riportata nell’articolo seguente conferma con quale spirito missionario e apertura culturale le nostre prime sorelle operavano in Medio Oriente già nel secolo XIX.
Da Gemona a Istanbul la scuola senza pregiudizi che piaceva al sultano
Le suore presenti dal 1872 ne fecero il centro dell'attività educatrice in Oriente. Furono cosí gradite da aprire anche a Rodi dove s'imparava l'italiano e il greco.
Quando si parla di tutela delle culture, di società multirazziale da valorizzare e affermare, della trasversalità degli insegnamenti e del villaggio globale dei saperi, un pensiero, qui, nella nostra regione, va inevitabilmente alle suore francescane del Convento di Santa Maria degli Angeli a Gemona che addirittura dal 1865 aprirono le prime scuole negli Stati Uniti (con un rapido sviluppo) e nel 1872 nella stessa Istanbul che divenne il centro dell'attività educatrice in Oriente.
Non erano forse esercitate alle valanghe di dibattiti e ai sofismi intellettuali che ogni giorno imperano nei "salotti della comunicazione", ma svolsero con impegno il loro ruolo, insegnando anche le lingue a fanciulle non solo cattoliche, ma greco-ortodosse e turche (quindi musulmane), dando così avvio a quella che diventerà la Provincia orientale dell'Ordine.
L'attività scolastica continuava a Gemona e continua tuttora con le scuole elementari e medie.
La didattica non veniva ovviamente tralasciata sin dalla fine del diciannovesimo secolo quando proprio nella nostra regione si aprivano i dibattiti più vivaci e interessanti sulla formazione dei bambini e degli adolescenti.
Basti pensare ad Aristide Gabelli (1830-1891), questo maestro della pedagogia positivista che evincerà con chiarezza i problemi di ordine pratico-politico che avrebbero dovuto riformare i metodi educativi perché la scuola rispondesse ai nuovi bisogni degli Italiani.
Per questo c'era bisogno di una "scuola positiva" dando origine al suo antiformalismo pedagogico avverso all'astrattismo ed alla trita retorica.
I suoi testi sono ancora presenti nella Biblioteca storica delle Suore di Gemona a prova di una attenzione verso i nuovi processi di formazione e di apprendimento.
Non va dimenticato che proprio in Friuli si sperimenteranno anche i metodi del famoso Friedrich Fröbel (1782-1852), infatti nell'anno 1874 veniva pubblicata a Udine l'opera "Sui giardini froebeliani" e furono aperti due giardini d'infanzia con quel metodo (di questo si sta da tempo occupando la studiosa Maria Sello sondando realtà didattiche e formative inaspettate).
Nel dopoguerra peraltro su sollecitazione della Duchessa Elena d'Aosta veniva fondato l'O.N.A.I.R. (Opera Nazionale di Assistenza all'Italia Redenta, 1919) con la capillare diffusione dei giardini d'infanzia in tutti i paesi del Friuli, affidandone molti alle suore formatesi proprio a Gemona, che nel 1952 apriranno altresì i corsi per la scuole superiori (le Magistrali) e un liceo linguistico contando anche sulla presenza di religiose provenienti da missioni e spesso di madrelingua delle nazioni di provenienza.
L'attività dell'educandato di Costantinopoli, come detto con presenze di diverse religioni fra le allieve, procedeva così speditamente e con buona fama che ben presto si poté aprire quello di Rodi dove le religiose avevano inserito corsi per l'insegnamento dell'italiano, del greco, del francese e del tedesco.
Un patrimonio di esperienze e di saperi che si divulgherà in buona parte del Medio Oriente, da Rodi, a Cipro, Cefalonia e Zante, ad Ankara, a Larnaca, a Nicosia e al Libano. Una serie di interrelazioni culturali e sociali che coinvolgono anche le scuole di Gemona che possono profittare di una multiculturalità non solo di facciata, ma di forte valenza informativa e formativa e questo si traduce nei molti interventi che si sono concretati a livello didattico e propositivo con un impegno che da sempre distingue la scuola.
Il sogno della fondatrice, la Duchessa Laura Leroux de Bauffremont, sostenuta dalla guida di Padre Gregorio Fioravanti, prende dunque forma dalla perseveranza delle prime sorelle nonostante le molte difficoltà incontrate nel mondo, comprese le due disastrose guerre mondiali con i rispettivi tragici cambi di regimi nell'Est e nell'Oriente, o nella stessa Gemona con il drammatico terremoto del 1976, che coinvolse l'Ordine in una vera e propria rifondazione.
Il convento era nato negli antichi locali che dal 1277 al 1810 erano stati sede del Monastero delle Clarisse, ricostruendolo, grazie alla Duchessa di Bauffremont e dedicandoli a Santa Maria degli Angeli; quasi un proseguo di una vocazione familiare che si era già espressa con la madre della Nobildonna nel costruire a Gerusalemme un importante realtà religiosa.
La madre della fondatrice era una Bossi de La Tour d'Auvergne che senz'altro ispirò in queste sue scelte Laura de Bauffremont.
La scuola di Gemona che attualmente segue l'istruzione dalle elementari alle medie offre quell'ampio respiro che trae origine da una vocazione di confronti e relazioni nel mondo e riportando nell'antica struttura madre quei saperi e quelle imperdibili esperienze che filtrano nell'odierno assetto didattico-educativo della scuola.
Fonte:Messaggero Veneto
http://messaggeroveneto.gelocal.it/tempo-libero/2016/09/28/news/da-gemona-a-istanbul-la-scuola-senza-pregiudizi-che-piaceva-al-sultano-1.14172117?ref=search
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Ad Assisi, dal 18 al 20 settembre 2016 si è tenuto l'Incontro internazionale "SETE DI PACE: religioni e culture in dialogo".
30 anni dopo la storica Giornata di Preghiera per la Pace del 27 ottobre 1986 voluta da San Giovanni Paolo II, uomini e donne di fede, culture diverse, uniti dalla speranza che lo "spirito di Assisi" possa portare pace in un mondo segnato da violenza, guerre, divisioni.
Più di 511 leaders religiosi appartenenti a nove fedi diverse, rapprasentanti delle istituzioni e del mondo della cultura, anche non credenti per 3 giorni si sono incontrati per parlare, confrontarsi, pregare l'uno accanto all'altro.
L'evento è stato promosso dalla Diocesi di Assisi, dalle Famiglie Francescane e dalla Comunità di Sant'Egidio, in collaborazione con altri movimenti e aggregazioni ecclesiali, con la Conferenza Episcolape Umbra e il Comune di Assisi.
Negli ultimi 30 anni lo Spirito di Assisi ha raggiunto numerose città del mondo grazie agli incontri "Uomini e Religioni", promossi dalla Comunità Sant'Egidio, nei quali rappresentanti delle grandi religioni mondiali e personalità della cultura e della politica si incontrano nel segno del dialogo e della preghiera, ponendo le basi per un futuro di pace.
In questa occasione dalla Turchia ha partecipato il vescovo di Istanbul Monsignore Ruben Tierrablanca assieme a p. Eleuthere Makuta ofm, e rappresentando la fraternità di Buyukada sr Miriam Oyarzo.
Giornate di intensa preghiera e confronto ma sopratutto di forte esperienze di fedi vissute in ogni parte del mondo.
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La G.M.G è stata un’occasione di “grazia” del Signore d’incontro con la gioventù di tutto il mondo. I giovani hanno vissuto questa esperienza in una profonda atmosfera di amicizia e di fraternità.
Le suore che vi hanno partecipato hanno avuto diverse esperienze, hanno riscoperto la bellezza dell’impegno della Chiesa e nella Chiesa, la forza della fede vissuta insieme e condivisa, hanno alimentato la speranza per il futuro che implica un forte impegno missionario per il bene e la pace nel mondo.
Papa Francesco ha esortato i giovani a prendere sul serio il valore della vocazione cristiana: a seguire a Cristo con fedeltà e senza mezze misure.
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In questo Anno Santo della Misericordia,
ci uniamo, in particolare, a tutta la Famiglia francescana
che celebra 800° anniversario del Perdono di Assisi, l’Indulgenza plenaria
invocata da San Francesco per far risplendere a tutti
il Volto Misericordioso del Padre.
Celebriamo oggi con gioia la Festa di Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola
e ricordiamo con gratitudine
la nostra Fondatrice, Laura Leroux de Bauffremont
e l’inizio dell’anno centenario della sua nascita al Cielo.
Il Corso di Rinnovamento si è concluso con la Festa giubilare per le 37 sorelle presenti in questo tempo di grazia. Tutta la giornata è stata avvolta da un’atmosfera di gioia, di lode, di ringraziamento al Signore e anche di commozione.
Tanti i segni di festa nell’ambiente, in Chiesa, in refettorio e soprattutto nei volti e nelle espressioni delle sorelle.
La Celebrazione Eucaristia è stata molto solenne; è stata presieduta da Padre Aldo La Neve ofm e concelebrata da Padre Massimo Coccia, ofm, dal vice-parroco della Parrocchia di san Filippo Apostolo: Padre Sebastiano e il parroco di Borgo Faiti: don Luigi Venditti.
Molte le suore giunte dalla provincia veneta e romana, ma c’è stata anche la presenza di due sorelle dalla Lituania e dal Messico.
La giornata si è conclusa con i Vespri solenni che hanno presentato al Signore alcune delle preghiere che le stesse suore avevano preparato nelle loro riflessioni in gruppo. Tutto ha voluto essere una “restituzione” al Signore del tanto Bene da Lui compiuto nelle varie parti del mondo con ciascuna di queste sorelle che con gioia profonda e amore hanno ripetuto il loro. “Eccomi!” per un cammino da rinnovare ogni giorno come vere Francescane Missionarie del Sacro Cuore.
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La settimana dal 17 al 23 luglio, come da programma, ha offerto alle suore giubilande il tempo degli esercizi spirituali a La Verna, luogo tanto significativo per la spiritualità francescana. Sul Monte de La Verna, San Francesco ha ricevuto il dono particolare e specialissimo delle Sacre Stimmate. Per noi, Francescane Missionarie del Sacro Cuore, chiamate alla conformazione a Cristo Crocifisso è certamente un luogo tutto speciale.
La mattina del 17 luglio le sorelle giubilande hanno iniziato il loro “pellegrinaggio” spirituale verso la Verna, passando per Assisi e in particolare per sostare in preghiera alla Porziuncola dove, proprio in questo anno della Misericordia, si celebra l’ottavo centenario del Perdono di Assisi (della Porziuncola). Quale coincidenza “provvidenziale” !!!
Il momento del pranzo nella nostra comunità a Santa Maria degli Angeli è divenuto occasione di festa, di gioia anche con le sorelle delle due comunità in Assisi.
Nel pomeriggio il gruppo è arrivato a La Verna e ha iniziato gli esercizi spirituali guidati da Padre Aldo La Neve, ofm, che ha centrato le sue riflessioni su tre temi centrali: la missionarietà, la misericordia, la gratitudine.
Le giornate sono trascorse in un’atmosfera ricca di preghiera, di riflessione, di gioia profonda e di stupore per quanto il Signore ogni giorno offriva a ciascuna con la sua tenerezza ed il suo Amore.
Molto belle, significative, e spiritualmente intense sono state le esperienze vissute insieme del giubileo in questo Anno della Misericordia con il “passaggio” della porta Santa del Santuario e la Celebrazione Eucaristica nella Cappella delle Stimmate che ha concluso gli esercizi spirituali.
Per tutte è stata un’esperienza molto forte di comunione con Gesù Crocifisso nello spirito di san Francesco che ci ha fatto cantare con lui: Grande e ammirabile Signore Dio Onnipotente, misericordioso Salvatore.
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Le giornate del Corso di Rinnovamento continuano in un’atmosfera di serenità, di gioia, di gratitudine.
Il giorno 13 luglio le sorelle sono state guidate nella loro riflessione da Sr. Maddalena Lainati, una suora Francescana Missionaria di Maria che ha trattato il tema: ‘Suora Francescana in Missione’.
In mattinata, Sr.Maddalena ha esposto in maniera semplice e concreta i temi fondamentali della missione Francescana: Missione e incontro con Cristo e con il lebbroso; Missione e preghiera; Missione e fraternità; Missione e povertà, umiltà, abbassamento; Missione e comunione con la Chiesa.
Ha poi invitato le suore a studiare, meditare e condividere in gruppo e successivamente in assemblea le varie tematiche.
Nel pomeriggio l’attenzione è stata rivolta ad una lectio divina tutta particolare su un brano dalle Fonti Francescane: la conversione dei briganti di Montecasale.
Attraverso il testo e la riflessione, Sr. Maddalena, servendosi anche di un libro scritto da Padre Giacomo Bini ofm, ha delineato i modi, le attitudini di fare missione. Sono seguite domande e condivisioni delle suore che hanno reso ancora più concreta e interessante la tematica proposta.
La giornata del 14 luglio è stata dedicata esclusivamente alla nostra Famiglia Religiosa.
Nella mattinata Sr. Antonietta Pozzebon ha presentato: La Storia della Missione Congregazionale, inserendo la nascita della nostra Famiglia Religiosa e l’evoluzione dei primi anni nel contesto della storia sociale ed ecclesiale del tempo, per mettere maggiormente in rilievo la mentalità missionaria che è cambiata secondo le diverse situazioni storiche. La sua esposizione ci ha aiutate ad approfondire quei valori che oggi determinano il nostro essere missionarie nella Chiesa e per il mondo.
Nel pomeriggio Sr. Marzia Ceschia ha invece affrontato il tema della Spiritualità Missionaria congregazionale. Sr. Marzia ha improntato la sua riflessione basandosi su testi ecclesiali, sulle nostre Fonti, sulle nostre Costituzioni e sulle lettere delle nostre prime Superiore generali.
L’esposizione ha aiutato tutte ad assaporare ancora una volta la nostra bellezza carismatica con la chiara fondazione missionaria. Siamo state volute e fondate come sorelle minori per le Missioni. Sr. Marzia ha messo in evidenza tanti aspetti evangelici, francescani ed ecclesiali che chiaramente emergono dalla nostra spiritualità missionaria. Al termine della sua presentazione ha offerto delle provocazioni attuali che invitano tutte a riappropriarci e a vivere, personalmente e comunitariamente, più coerentemente il nostro essere “missionarie”.
Il giorno 15 luglio, festa di san Bonaventura da Bagnoregio, il gruppo si è recato in visita a Grotte di Castro, paese natale del nostro Fondatore Padre Gregorio, sostando prima nella Basilica di santa Cristina a Bolsena, dove Padre Antonio ha aiutato le sorelle a riflettere sull’importanza del luogo. Tre memorie importanti sono custodite nella Basilica:
Il corpo di santa Cristina con il suo esempio di fede e fedeltà. A soli 14 anni infatti ha saputo donare la vita per Cristo.
Il miracolo eucaristico avvenuto nel lontano 1264.
Un’ immagine ben esposta all’interno della Chiesa per ricordare Santa Maria della Pace, la giovanissima Suora Francescana Missionaria di Maria, nipote del nostro padre Gregorio, che è stata martirizzata in Cina nel 1900.
La giornata di pellegrinaggio è continuata poi a Grotte di Castro.
Dopo aver celebrato la Santa Eucaristia con il parroco don Tancredi, le suore si sono recate a visitare il santuario della Madonna del Suffragio e la casa natale di Padre Gregorio.
La giornata è continuata con un momento gioioso e fraterno nella casa della comunità delle nostre sorelle che sono presenti in questo paese dal 2008 e che ci hanno accolto con tanta generosità e letizia francescana.
Ringraziamo il Signore che conduce ogni giornata con il suo Amore e riempie ogni esperienza della sua presenza.
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In casa generalizia si sta svolgendo il corso di Rinnovamento per le suore che celebrano il loro 25mo e 50mo di Vita Consacrata.
Questo tempo di grazia dal 11 al 24 luglio ha riunito 37 sorelle provenienti dalle varie parti del mondo. Il tema del Corso è:
“Sorelle minori in missione:
testimoni, con gratitudine, del Volto misericordioso del Padre”.
Tutte sono arrivate in sede per la Festa della Superiora generale Sr. Paola Dotto il 10 luglio, offrendo così alla celebrazione un forte segno di unità carismatica nella ricchezza della internazionalità.
Il programma del Corso prevede:
La prima giornata 11 luglio è iniziata con un momento di preghiera nella sala “capitolare” del generalato, seguita dal messaggio di accoglienza e di apertura dell’incontro della madre generale Sr. Paola Dotto.
Il resto della giornata è stata dedicata alla conoscenza reciproca. Le partecipanti si sono presentate condividendo, a volte anche con commozione, la loro esperienza vocazionale e missionaria. Tutte hanno apprezzato questo momento di vera fraternità che ha offerto la possibilità di gustare l’opera del Signore nella vita di ciascuna e la ricchezza del nostro carisma congregazionale che, nonostante le inevitabili fatiche, viene vissuto nelle diverse realtà con generosità, gioia e passione missionaria.
La seconda giornata è stata guidata da Padre Maurizio Faggioni, ofm, che ha aiutato le sorelle a riflettere sulla tematica: “Dallo sguardo misericordioso di Dio Padre, il mio sguardo riconciliato verso me stessa, i fratelli ed il mondo”. Padre Maurizio ha diviso la sua riflessione in due momenti:
Il padre ha invitato le sorelle ad entrare nell’amore misericordioso del Padre e a lasciarsi inondare ed avvolgere dal suo Amore. L’amore misericordioso è l’amore di qualcuno che si coinvolge con me.
Dire che Dio è misericordioso è dire CHI è Dio veramente: Dio è Amore!
E’ importante vedere e raccontare la propria vita come un’opera della misericordia di Dio. Respirare l’aria dell’amore, della misericordia e vivere in questa atmosfera che tutto avvolge e che aiuta a cambiare il nostro sguardo perché diventi misericordioso verso gli altri.
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Oggi più che mai ci sentiamo Francescane Missionarie del Sacro Cuore, e godiamo della gioia, della bellezza e della ricchezza che la diversità ci offre. Tutte insieme facciamo festa alla nostra Superiora Generale suor Paola Dotto la guida della nostra Famiglia religiosa. Con la preghiera, con i sentimenti più cari del cuore vogliamo dirle "Grazie" per la sua dedizione, per la sua presenza piena di carità verso ognuna di noi e la sua testimonianza piena di fede e ricca di speranza che ci invita a scoprire il dono della fraternità fra di noi e con i fratelli.
Preghiamo perché lo Spirito Santo illumini e conforti il suo cammino per invitare e incoraggiare tutte le sorelle della Congregazione ad "Uscire" ad "Andare" come messaggere di Pace, di Bene portando in ogni luogo l'olio della compassione che guarisce le ferite profonde dell'umanità così il mondo si riempia del profumo della gratuità, della benevolenza e della misericordia.
Buona festa Sr Paola!
La comunità cristiana di Istanbul e di tutta la Turchia, il giorno 11 giugno, festa dell’apostolo S. Barnaba, si è riunita con grande gioia e consolazione intorno a Fr. Ruben Tierrrablanca Gonzalez ofm, parroco già da 13 anni della parrocchia di S. Maria in Draperis a Istanbul per la sua ordinazione episcopale.
La Superiora generale, Sr Paola, che in questi giorni si trova in Cameroun, ha inviato il Consiglio generale a partecipare a questo straordinario evento, come segno di fraternità e riconoscenza per l’aiuto e la collaborazione offerti alla nostra comunità di Büyükada.
La solenne celebrazione presieduta da S.E. il Card Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha raccolto in unità sacerdoti, religiosi e religiose, laici di rito latino, bizantino, armeno, caldeo ed siriaco, membri delle chiese ortodosse, autorità e semplici persone mussulmane, frutto della dedizione al dialogo ecumenico ed interreligioso coltivato per tanti anni da P. Ruben con spirto ecclesiale.
“Unum in Christo”, il motto scelto dal neo-Vescovo ed il ponte disegnato sullo stemma indicano bene il progetto di comunione tra le Chiese e con i popoli di così varie religioni ed etnie presenti in Turchia e ben visibili in particolar modo a Istanbul.
Accanto ai Vescovi co- consacranti, S. E. Mons Lorenzo Piretto, Vescovo di Smirne, e Mons. Paolo Bizzeti, Vescovo di Anatolia, hanno concelebrato anche Mons. José Carballo, Segretario della Congregazione dei religiosi, Mons Angelo Accattino Incaricato d’Affari ad interim della nunziatura apostolica in Turchia, P. Julio Cesar Bunader, Vicario dell’Ordine dei frati Minori e tanti altri frati giunti per lo più dall’Italia.
I canti, curati dalle comunità cattoliche di rito orientale, caldeo, armeno e siriaco, hanno ravvivato la celebrazione e, come è normale a Istanbul, sono state usate nel rito varie lingue oltre al latino.
Il giorno 12 giugno è stato dedicato alla comunità cristiana della parrocchia di S. Maria in Draperis e qui i gruppi dei fedeli di origine africana, filippina e coreana si sono alternati per l’animazione della liturgia eucaristica partecipata con grande devozione da molte persone convenute. Tra i doni è rimasto impresso quello offerto da una coppia di origine italiana appartenente alla prima famiglia presente nella parrocchia fin dal XIX secolo: una antica mappa dei Luoghi Santi.
A chiudere la serata nel Circolo del Consolato italiano abbiamo potuto assistere alla preghiera con canto e danza roteante del gruppo mussulmano sufista dei Dervisci.
Alla vigilia della grande festa, il 10 giugno, alle sorelle del Consiglio generale e della comunità era stato riservato uno speciale privilegio: la visita nella nostra casa di Büyükada del Card Leonardo Sandri, accompagnato dal Segretario della Nunziatura, Mons Angelo Accattino e dal Segretario particolare, Don Flavio. Questi importanti ospiti, dopo aver visitato la casa e celebrato la S. Messa conclusa con la benedizione delle statue della Madonna e di S. Giuseppe, donate dalla Superiora generale, Sr Paola, hanno fraternamente condiviso la cena preparata dalle nostre sorelle della comunità, Sr Zita e Sr Miriam.
È stata per noi occasione propizia per far conoscere la realtà missionaria di tutta la Congregazione, presente in Medio Oriente fin dalle origini e nei vari continenti. Il Cardinale ha elogiato, in particolare, il coraggio di ritornare in questa terra per portare la testimonianza cristiana e religiosa in mezzo al popolo multi-religioso della Turchia.
Un clima di fraternità, di gioia ha permeato tutti i momenti, offrendo occasione di incontro, di amicizia, di comunicazione, così necessari in questo Paese dove i cattolici sono così dispersi e in piccola minoranza.
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