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    Ultime NEWS

    Venerdì, 11 Gennaio 2019 08:54

    Segni provvidenziali nella Missione Albanese

    Dopo 24 anni dallo sbarco in terra albanese, un tempo di vita missionaria intensa che scrive bellissime pagine di entusiasmo, di fede pura, di generosità con esperienze di vera gioia per la profonda e sincera condivisione, di dolore, di fatiche, di povertà, di malattie, delusioni e speranze con tanto amore ai poveri, eccoci a godere l’Atto di proprietà della Congregazione e la Licenza con la quale lo Stato Albanese denomina quello che prima era un semplice ambulatorio, Centro Umanitario abilitato a svolgere tutte le attività che le suore desiderano per il bene del popolo.
    Ci riferiscono che in Albania, il Documento ottenuto è il primo e l’unico e non ha data di scadenza.
    Abbiamo riflettuto e commentato semplicemente così: E’ un grande atto d’amore della Provvidenza che ha a cuore i suoi poveri, è il sigillo che dà riconoscimento alla nostra presenza e la certezza che Dio ci vuole in quella povera zona a servirLo tra i suoi poveri.
    L’avvenimento è stato vissuto nella semplicità che caratterizza la nostra Missione di Dushaj: la benedizione dei locali da parte del nostro Vescovo Mons. Simon Kulli con la partecipazione di alcuni Padri Cappuccini, un sacerdote del Kossovo, Sr Teresa, Stimmatina, responsabile della sanità a livello diocesano, i rappresentanti della comunità locale e alcune persone particolarmente vicine alla Missione con tutti i bambini e i ragazzi che frequentano il Centro P. Gregorio che hanno rallegrato con la loro vivacità e originalità.
    Il Centro Umanitario è stato denominato “Madre di Misericordia e di Pace” e comincerà a funzionare regolarmente dal mese di dicembre. Vi opereranno Sr. Vangi con un centro di ascolto, un dottore e una infermiera per le visite mediche, Sr Lia per l’assistenza ai poveri.
    Terminata la giornata, la Comunità ha ringraziato il Signore per la sua costante presenza e ha affidato alla Madre di Dio il proprio impegno per essere fedeli alla propria missione.

    La Comunità di Dushaj

    A Scutari invece le Suore si sono fatte carico di un progetto a favore di bambini e ragazzi analfabeti, perché vissuti nelle montagne prive di servizi e ora scesi in città e sistemati a ridosso della periferia lottando ogni giorno per la propria sopravvivenza.
    Le suore li accolgono nella vicina chiesa, offrono loro il pranzo, un momento di distensione e di preghiera e poi dedicano molto tempo al recupero scolastico.
    I bambini per ora sono felici soprattutto di mangiare, ma col tempo valorizzeranno anche la base culturale che riceveranno e che darà loro la possibilità di avvedere accedere e non avvedere agli studi.


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    Martedì, 08 Gennaio 2019 11:11

    Centocelle ….una nuova Betlemme!

    “Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, chiamò a sé Giovanni, un uomo della contrada di Greccio, e gli disse: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. FF 468

    Anche nel nostro Istituto “Maria Immacolata” a Roma abbiamo voluto riprodurre ciò che è successo a Greccio nel Natale dell’Anno del Signore 1223.
    Il desiderio era stato espresso ormai da tempo e la gioia era palese soprattutto nei più piccoli e proprio il loro entusiasmo e la loro convinzione ci hanno incoraggiato a realizzare un recital, che potesse portare al nostro mondo il vero messaggio del Natale: povertà, semplicità evangelica, umiltà e gioia autentica.
    Con la festa di S. Francesco le idee hanno cominciato a prendere corpo: copione, coreografie, musiche, la scelta dei piccoli e grandi artisti, la data di realizzazione. E’ stato un lavoro di grande partecipazione proprio come a Greccio quando Francesco chiese la collaborazione del suo pio e fedele amico Giovanni. Sono entrati in scena i piccoli della Scuola dell’Infanzia trasformati in stelline, gli alunni della Scuola primaria che rappresentavano tutti i personaggi, i ragazzi della Scuola Media Inferiore che cantavano e suonavano diversi strumenti musicali, gli studenti del Liceo che tenevano il filo del discorso proclamando le Fonti Francescane e improvvisandosi tecnici abili ed esperti, Suore, insegnanti e genitori. Le Suore che ne hanno curato la regia hanno studiato magistralmente ogni particolare cercando di apprezzare i talenti, i gusti dei partecipanti ai vari livelli sempre tenendo ben presente l’obiettivo di annunciare il vero Natale, l’autentica gioia che nasce dalla semplicità e dall’umiltà francescana. Siamo andati in scena il giorno 11 dicembre davanti a n numeroso pubblico.
    Il lavoro di preparazione dell’ambiente dove doveva nascere Gesù è stato disinvolto e veloce eseguito dai bambini della classe terza della scuola primaria: viene deposto il fieno, due bambini introducono la greppia ed entrano il bue e l’asinello. “In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà.”
    Tutto è pronto, viene distribuito un lumino al popolo per illuminare quella notte, “nella quale si accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e tutti i tempi.” Entra Francesco raggiante di letizia, vestito da Diacono legge ad alta voce il Vangelo della nascita di Gesù. Un angelo depone il Bambino nella mangiatoia, Francesco si inginocchia, lo stringe tra le braccia e sembra volerlo destare dal sonno, i bambini in scena si offrono a vicenda il Bambino lo baciano, lo accarezzano e alla fine uno di loro lo mostra a tutta l’assemblea mentre ascoltiamo i bellissimi messaggi dei pastori:

    - Ogni persona si fa madre di Gesù Bambino quando lo accoglie in sé…
    - Gesù si offre a tutti coloro che vogliono accudirlo dentro il cuore…
    - E più lo proteggiamo, più risplende in noi la sua luce…che ci fa vedere tutti come fratelli e sorelle senza fermarsi alle apparenze.
    - Infatti chi accoglie Gesù si fa voce di pace e bene per l’umanità.
    - Portiamolo con noi ogni istante e ogni giorno sarà Natale. Basta desiderarlo nel cuore e Lui rinascerà tutte le volte!

    E Francesco, puntando l’indice verso ciascuno di noi pronuncia ad alta voce:
    -  Anche tu, oggi, puoi far nascere in te Gesù Bambino!


     

    Lunedì, 07 Gennaio 2019 11:53

    InCanto di Natale all’Asisium

    Il giorno 22 dicembre 2018 all’Asisium si è tenuto un concerto di Natale. L’iniziativa ha coinvolto per la prima volta i nostri insegnanti della scuola, genitori e figli e anche le suore. È stato un momento molto bello e pieno di spirito natalizio; attraverso il canto essi hanno voluto far sentire l’entusiasmo che hanno provato durante tutto il tempo di preparazione per esprimere quanto sia bello il lavoro e l’impegno fatto con lo spirito di condivisione della propria fede.

    Vi lasciamo una testimonianza di un genitore della nostra scuola che ha partecipato insieme a tutta la sua famiglia:
    "Quest'anno per Natale, ho aderito alla proposta del maestro Simone (insegnante religione delle elementari Asisium), di preparare un coro natalizio.
    Ho partecipato con mia moglie e due dei miei tre figli (cosa per nulla scontata).
    Hanno aderito alcuni professori, alcune famiglie, alcuni genitori e alcune suore. Eravamo circa 50 (cosa affatto scontata...).
    La preparazione, prima, e il concerto, poi, sono stati veri e propri gesti: atti cioè che hanno sempre rimandato, almeno come tentativo, al Significato ultimo del nostro cantare insieme, provare insieme, ridere insieme, sbagliare e richiamarsi: Gesù, Dio con noi.
    Ogni scelta ha avuto questo come scopo: aiutare ed aiutarci a stare davanti a Lui.
    Per questo le prove sono sempre iniziate e terminate con la preghiera; per questo il concerto si è tenuto in Chiesa; per questo alcuni canti sono stati introdotti da brevi scenette. Una fra tutte: San Francesco che realizza il primo presepe a Greccio, con alcuni di noi che durante il canto si trasformano in un piccolo presepe vivente. 
    Un avvenimento nell'avvenimento.
    Per questo le suore provenienti dall'India hanno danzato: il loro gesto di lode e di ringraziamento a Dio.
    Un avvenimento nell'avvenimento.
    Per questo Gesù bambino era un bimbo vero: perché la realtà aiuta, anzi, è il trampolino che ci fa entrare nel Mistero di Dio fatto uomo.
    Il concerto si è tenuto la sera del 22 dicembre... InCanto di Natale.
    Non è stato uno spettacolo, ma il tentativo (pieno di imperfezioni) di condurre noi coristi e tutte le persone che hanno assistito sulla soglia della Capanna di Betlemme per stare davanti a quel Bambino.
    E questo, a giudicare dai volti di chi c'era, è accaduto!
    E allora, adesso, grati per quanto vissuto insieme, continuiamo a domandare di restare davanti a Lui..."

    Valerio Larosa


    InCanto dicembre 2018 from Francescane Miss. Sacro Cuore on Vimeo.


    Noi, membri della Delegazione "Vergine di Copacabana", eretta in aprile 2017, ci siamo riunite per partecipare agli esercizi spirituali, nella località di Tarata-Cochabamba, presso il centro di spiritualità francescana, tenuto dall’Ordine dei Frati Minori.
    Gli esercizi spirituali sono stati guidati da padre Tomás Kornaki OFM, che ci ha accompagnato duranti i giorni di grazia, aiutandoci ad approfondire argomenti relativi all'importanza del combattimento spirituale quotidiano. Esso si manifesta tramite l'esperienza della speranza, la preghiera personale e comunitaria ed inoltre la vita in fraternità. La vita fraterna, infatti, si arricchisce con il prendersi cura e maturare nell’interesse verso le utopie francescane, ossia verso gli ideali di santità, allo scopo di renderci testimoni credibili della nostra vita di consacrate al Signore.
    Questo ritiro ci ha fatto capire il senso e l’importanza di poterci allontanare per alcuni giorni dall’attività apostolica, così da dedicarci meglio a riflettere sulla necessità del rinnovamento spirituale. Gli esercizi ci hanno permesso di condividere il nostro vissuto. In questo modo abbiamo potuto capire ed esprimere il valore del tempo con le sue gioie e preoccupazioni, e come pure il coraggio per le nuove sfide che esso ci fa assumere, come attenzione e risposta alle esigenze della società attuale.
    L’esperienza di essere presenti e poter condividere insieme momenti intensi di preghiera e di serena fraternità, ci ha fatto provare vero entusiasmo “nella bellezza di essere fraternità e di essere sorelle tra le FMSC, in missione”.
    Siamo grate al Signore della vita per averci concesso, tramite questi giorni, la grazia di vivere l’incontro personale con Dio e la gioia di sentirci sorelle.

    Sorelle della Delegazione “Vergine di Copacabana”


    Martedì, 01 Gennaio 2019 14:26

    Maria Santissima Madre di Dio

    Fin dall’inizio di questo nuovo anno 2019, vogliamo augurarvi abbondanti benedizioni del Signore e chiedere la protezione amorosa di Maria nostra Madre nel cammino quotidiano verso il suo amato Figlio. Condividiamo l’omelia di fra  Ignacio Ceja OFM nella solennità di Maria Santissima, Madre di Dio; l’Eucaristia è stata celebrata nella cappella della nostra casa Generalizia “Asisium”.

    Cari fratelli e sorelle, celebriamo l’ultimo giorno dell’ottava di Natale, con la solennità di Maria Santissima, Madre di Dio, ed iniziamo il nuovo anno solare 2019. Ringraziamo Dio per tutti i benefici che ci ha concesso durante l’anno appena finito e ci affidiamo alla sua bontà per il nuovo anno che comincia.

    Tutti gli eventi della nostra vita, personale, familiari, sociali che vivremo durante questo anno, vogliamo consacrarli al Signore e metterli sotto la protezione della Madonna, confidando nella sua intercezione presso Suo Figlio, affinché possa essere un anno di gioia e di pace per tutti noi e per il mondo intero. La festa della Madre di Dio e la Parola appena ascoltata ci mettono davanti al mistero che è la fonte della nostra gioia, della nostra speranza, e del nostro impegno nella carità: il Figlio di Dio fatto uomo nel seno della Vergine Maria.

    Nell’anno 431 a Efeso, allorché i Padri Conciliari hanno definito Maria Madre di Dio, hanno affermato che nel figlio di Maria, Dio veramente si è avvicinato alla nostra vita per condividere la Sua vita con noi. Inoltre, ricordando quanto scrive Tommaso da Celano, il più profondo motivo della devozione a Maria di Francesco d’Assisi era proprio la sua maternità divina. Ha scritto il biografo: “circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà” (2Cel 198). Francesco contempla in Maria: l’esperienza del mistero dell’Incarnazione, l’esperienza dell’Onnipotente che si abbassa fino al punto di diventare, in Gesù, nostro fratello; l’Onnipotente che viene a condividere in Gesù la nostra fragilità; il Santo che scende a prender un posto tra i peccatori; l’Infinitamente degno che si umilia in Suo Figlio.

    Dire che Maria è Madre di Dio, dunque, significa che l’umanità è stata toccata da Dio fino in fondo e tutte le dimensioni della vita umana sono chiamate ad essere trasformate dalla grazia di Gesù. Ci lo ricorda, in questa giornata mariana, il testo della lettera ai Galati, che ci riporta al cuore del mistero della natività di Gesù Cristo: “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelle che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”. Questa assunzione della natura umana ha portato uno straordinario capovolgimento nella storia dell’umanità. La venuta di Cristo sulla terra ci conferma infatti la nostra dignità di figli di Dio.

    Invochiamo Maria, fonte della nostra gioia e a lei chiediamo per la nostra umanità, contrassegnata da tante tristezze, il dono della vera gioia. Questa gioia cristiana che non è l’allegria rumorosa e momentanee che la nostra cultura spesso identifica con questo termine e che si vende nel mercato del consumismo. È piuttosto la serena letizia che nasce dalla certezza di essere amati da Dio, amati personalmente dal nostro Creatore, da Colui che ha nelle Sue mani l’universo e che ama ciascuno di noi con amore appassionato e fedele.

    L’amore di Dio è più grande delle nostre infedeltà e peccati e proprio per questo riscatterà la nostra vita dalla morte. La gioia evangelica è la gioia della fede e della speranza; ma è anche la gioia della carità, cioè della comunione con l’amore stesso di Dio e della carità che si condivide con i fratelli. Una gioia che non viene spenta dalle prove e dalle sofferenze che possiamo incontrare, ma si dimostra più forte di esse, dal momento che ha il suo fondamento nell’amore fedele del Padre che si è donato a noi in Gesù Cristo.

    Oggi celebriamo anche la giornata mondiale della pace. Rinnoviamo il nostro impegno di essere, come gli angeli la notte di Natale, messaggeri del Vangelo della pace. Le nostre parole e le nostre opere siano segni della misericordia di Dio, di comunione fraterna, di solidarietà, di perdono, di rispetto per tutti.

    Fratelli e sorelle, vogliamo iniziare questo nuovo anno con la benedizione di Dio su tutti noi e su tutto il mondo. Quello che Mosè ha chiesto per il popolo d’Israele diventa una realtà anche per noi, per le nostre famiglie, comunità e il mondo intero: “il Signore ci custodisca. Il Signore faccia risplendere su noi il suo volto e ci faccia grazia. Il Signore rivolga a noi il suo volto e ci conceda la pace”.

    Buon anno a tutti!

    Lunedì, 24 Dicembre 2018 14:39

    Santo Natale 2018

    Sorelle carissime,
    con affetto desidero raggiungere ciascuna per celebrare insieme, seppure a distanza, la solennità del santo Natale, che ci conduce a contemplare il sorprendente Mistero dell’Incarnazione.
    Vi immagino spiritualmente tutte in ‘cammino’, forse un po’ affaticate da tante situazioni, ma in ‘cammino’ sostenute dalla convinzione che il Padre continua a commuoversi per l’umanità e per ciascuna di noi... e… Gesù viene fra noi…
    “Vieni, Signore Gesù” è l’invocazione umile che sale dal nostro cuore, è l’attesa quotidiana, è l’accoglienza che vuole diventare ovunque premura per il piccolo Gesù che si è fatto povero ed è nato fra gli ‘ultimi’ per tutti.
    È un tempo forte questo, un tempo da vivere nella conversione e nella gioia della speranza, evitando il rischio che, condizionate da difficoltà, fatiche e solitudini personali,… questo Evento diventi parte della nostra routine annuale di preghiere, canti, addobbi e discorsi puntuali... ma non tocchi e non commuova il cuore, non provochi una relazione vera, un affetto e una gratitudine profonda per Gesù che viene.
    Vi ho raggiunto nelle diverse parti del mondo e mi sono trattenuta con voi. Ho potuto ascoltare e apprezzare la vostra sensibilità e forza evangelica verso i poveri e gli ultimi, nell’accogliere e condividere la fatica e la paura nei più diversi ‘disagi’ quotidiani: famiglie frantumate, bambini con problemi e anziani soli,… atroci guerriglie segnate da violenze e abusi,… e da interessi imposti dai potenti e dai predatori del bene comune portando a distruzione le persone e il dono del creato… Per questa vostra sensibilità, per il vostro atteggiamento umano ed evangelico, va a voi tutte la gratitudine del Gesù povero nei poveri.
    Quanti disagi vedono i nostri occhi, in questi tempi così oscuri, così incerti, avvolti spesso dall’indifferenza. Eppure proprio in essi Dio ha voluto manifestarsi e farsi accogliere…
    E ritorna alla memoria la celebrazione del Santo Natale voluta da San Francesco a Greccio, in cui desiderava “rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato… come fu adagiato in una greppia…”.(ICel 85).
    Quanto entusiasmo e quanta passione troviamo nel cuore di Francesco! Quanta fede e quanto amore nutre per quel Dio-bambino venuto tra noi, per noi…!
    Per il suo desiderio ardente, san Francesco riesce a rievocare l’umile ‘Presepe di Betlemme’ con l’aiuto dei semplici paesani di Greccio e, con la forza della fede, ricreare un clima di profonda commozione, tanto che la presenza del Bambino diventa per tutti i presenti quasi “visibile” e “toccabile”.
    Seguendo l’esempio di san Francesco anche noi annualmente continuiamo a preparare con cura il presepe, vogliamo vedere ed entrare in contatto con la vita di Gesù, di Maria e Giuseppe,.. dare un posto nel quotidiano ai pastori, ai magi, agli angeli,... regolare l’alternarsi dei giorni e delle notti...
    Quando il nostro cuore si fa ricolmo della Sua Presenza e del Suo Amore, i nostri occhi sanno riconoscerlo anche nella storia della ‘nostra Betlemme’ quotidiana.
    In questo Santo Natale invochiamo per noi e per tutti, il dono di occhi limpidi, purificati dalla fede e dall’amore che possano scorgere i tanti ‘luoghi’ attorno a noi dove Gesù continua     a venire, e instancabilmente ci chiede di accoglierlo… a partire dalle nostre fraternità, dalla Chiesa e dalle persone con cui viviamo e lavoriamo.
    L’incontro e la contemplazione del Bambino Gesù, il sentirsi partecipi del presepe, faccia esplodere in noi la gioia, come nei paesani di Greccio, “…ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia”, come anche nei pastori che “se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto..” (Lc 2,18 e 20). E così sapremo raccontare con gioia di aver incontrato Gesù nella nostra storia, sapremo contagiare con semplicità e letizia chi ci vive accanto, e trasformare i nostri ‘luoghi’ fraterni ed apostolici in ‘Betlemme’.
    Da qui, dal Presepe, rimettiamoci in cammino insieme, con gioia, per portare fiducia, pace, speranza al mondo intero, rinate dall’intimità di un incontro con il Povero e con i poveri.
    Per ciascuna di voi tutte, sorelle, invoco la benedizione del Bambino Gesù e la protezione di Maria e Giuseppe. Con tanto affetto vi auguro

    Buon Natale e un Anno Nuovo ricco di Grazia!

    Sr. Paola Dotto
    Superiora generale

    La nostra parrocchia Arcadia in Quito, per la preparazione della novena alla vergine Maria “Nostra Signora della Mercede” ha indossato un abito di festa, per esprimere meglio la sua partecipazione come comunità parrocchiale nelle sue varie distinzioni.
    La comunità Educante “San Francesco”, l’ottavo giorno della novena, 21 settembre, si raccoglie dietro l’immagine della Madonna, sorretta da fervorosi giovani e, dalle porte spalancate, tra canti e preghiere, si snoda la lunga processione composta da studenti, suore, insegnati e genitori.
    Tutti i parrocchiani si raccolgono in chiesa e recitano con grande fervore il rosario, scandendo con devozione, ogni Ave Maria. Ad ogni decina, si alternano gruppetti di bambini, recando in mano una splendida rosa rossa, che si dirigono verso la statua della Madre Celeste, ai piedi della quale ognuno depone, a nome di tutti, il suo omaggio floreale.
    La celebrazione Eucaristica è rimasta particolarmente incisa per l’omelia proposta dal Parroco p. Yanan Gomez. Egli, con grande enfasi, rivolgendosi in particolare ai genitori, li ha richiamati, in coerenza alla loro fede, a mettere Dio al centro della loro vita; ricorda loro anche la grande responsabilità di educare ed accompagnare i loro figli nella fede, dando per primi l’esempio tangibile, nell’ascolto della Parola di Dio, nella vita sacramentale e nella vita di preghiera. “Siate fieri di essere collaboratori di Dio- ripeteva il sacerdote- Questo è il compito che Dio vi ha affidato!”.
    Il sacerdote ha posto in risalto le due comunità, educante e parrocchiale, presentandole quali ambienti di supporto ai valori imparati, vissuti e testimoniati in famiglia. Nella misura in cui ogni individuo corrisponde al suo ruolo, possiamo camminare tutti insieme verso il Signore, come figli amati da Dio e coerenti testimoni di Lui.

    Lodiamo e ringraziamo il Signore per tutti i segni meravigliosi offerti dalla sua Provvidenza!

    Suor Alejandra Vallejos


    XIII CORSO DI FORMAZIONE PERMANENTE 
    AL DIALOGO ECUMENICO E INTERRELIGIOSO
     
    NELLA MISSIONE FRANCESCANA
    Istanbul 15 – 28 ottobre 2018

    Durante il passato ottobre (2018) le suore FMSC hanno partecipato, come è ormai consuetudine, al corso di formazione permanente sul tema Dialogo Ecumenico e Interreligioso, organizzato a Istanbul dai padri Minori. In questa circostanza è stata signicativa la presenza delle nostre suore provenienti da varie comunità: Sr Antonia Piripitsi e Sr Svetla Zekova da Cipro, Sr Toline Podja dall’Albania; Sr Zita Gutang e Sr Gigimol Sebastian da Büyükada (Turchia).
    Al corso hanno partecipato pure vari frati dell’Ordine OFM, giunti da altri Paesi, quali Congo, Italia, Bosnia, Giordania. Erano presenti anche alcuni laici italiani.
    Ci è gradito condividere alcune idee che riteniamo utili per la nostra riflessione, che deduciamo dalla cronaca stesa dalle sorelle partecipanti. Si riscontra con gioia che la loro esperienza è stata particolarmente incisiva e ha colpito la sensibilità delle suore, anche per il fatto di aver avuto l’opportunità di conoscere i luoghi e i servizi aperti già agli albori della nostra fondazione Missionaria in Oriente. L’emozione fu grande anche per il pensiero che le ha indotte a ricordare le prime eroiche sorelle delle origini, per le quali si è premurato con tanta dedizione il nostro Fondatore, Venerabile P. Gregorio Fioravante dalle Grotte di Castro OFM, con il sostegno solidale della Superiora generale, pro tempore, Madre Angela dell’Angelo.
    Ci si può domandare: “Perché ad Istanbul?”. Sì, proprio ad Istanbul, o meglio per noi, a Costantinopoli, come la città è chiamata, cioè: il nido dei popoli, la città delle città, la regina dei regni, il cuore del mondo e della multiculturalità, delle tradizioni e della storia cristiana.
    Essendo il 14 ottobre, giorno stabilito per gli arrivi in vista del corso menzionato, noi suore, arrivate da Cipro la viglia, ansiose di visitare la nostra casa di Büyükada, abbiamo approfittato del tempo per sperimentare non solo dei momenti fraterni con le sorelle della comunità, ma anche per richiamarci la vicenda apostolica della nostra provincia. Fu così che il mattino successivo, tutti insieme, da Istanbul abbiamo preso il traghetto diretto verso l’isola di Büyükada, dove ci aspettava Sr. Miriam.  Giunti al luogo, dopo aver visitato con gioia la nunziatura e la nostra casa, abbiamo compiuto il giro dell’isola, “in carrozza”.
    In questo significativo percorso non poteva mancare la visita alle nostre tre sorelle defunte.  Verso sera, di nuovo in traghetto, siamo ritornate a Istanbul, felicissime ed entusiaste della giornata trascorsa in fraternità.
    Gli incontri, come stabiliti, prevedevano quattro grandi tematiche, da svolgersi con precisione e, secondo l‘ordine d’importanza, come segue:

    1. ‘In dialogo’, perché?
    2. Tra passato e presente;
    3. Uno sguardo al futuro;
    4. Dialogo interreligioso ed ecumenico.
    5. E. Mons. Ruben Tierrablanca ofm., Vicario Apostolico di Istanbul, diede inizio alle conferenze, con il tema: Fondamenti antropologici del Dialogo. L’oratore ha dimostrato che l’importanza del corso sta nel fare un’esperienza comune, nella quale, più si conosce, più si apre la nostra mente e la persona si arricchisce, e più si interessa alle diversità. Contemporaneamente si “cresce nella conoscenza della propria identità, s’impara a condividere i valori della propria cultura e a domandarsi quali siano i pregi e i limiti delle nostre realtà. Si tratta di essere aperti ai valori dell’altro e di scoprire la diversità culturale e religiosa nel nostro mondo”.

    S.E. ha esortato ad instaurare un dialogo sincero nella vita quotidiana, iniziando dalla propria fraternità, dove ognuno impara ad accettare l’altro, il diverso, riconoscendo che “l’origine della vita di ogni persona è Dio. In Lui ogni essere umano trova la propria dignità e la ragione della sua costante ricerca della verità, come fondamento della sua speranza”.
    Riprende la parola S. E. Mons. Dimitrios Salahas, Esarca Apostolico, con il tema “Le chiese cattoliche in piena comunione con la Sede Apostolica”.  S. E. dimostra che l’importanza delle chiese orientali e occidentali, sta nel fatto che “godono di pari dignità, così che nessuna di loro prevale sull’altra per ragione del rito, godendo tutte degli stessi diritti, tutte tenute agli stessi obblighi, anche per quanto riguarda la predicazione del vangelo in tutto il mondo, sotto la direzione del Romano Pontefice. Di conseguenza la Chiesa di Cristo non è né occidentale né orientale, ma cattolica e universale”. 
    A trattare il dialogo con le chiese della riforma ha preso la parola il Pastore della comunità evangelica luterana di Venezia, Bernd Prigge. Egli spiega che per arrivare ad un ecumenismo costruttivo occorre applicare nel dialogo cinque imperativi, quali:
    E’ dovere dei Cattolici e dei Luterani:

    • Partire sempre dalla prospettiva dell’unità e non dal punto di vista della divisione, al fine di rafforzare ciò che hanno in comune;
    • Lasciarsi continuamente trasformare dall’incontro con l’altro e dalla reciproca testimonianza di fede;
    • Impegnarsi sempre a ricercare l’unità visibile, a elaborare e sviluppare insieme ciò che questo comporta, come passi concreti, per tendere costantemente verso l’obiettivo;
    • Riscoprire la potenza del Vangelo di Gesù Cristo, per il nostro tempo;
    • Rendere, nell’annuncio del Vangelo e nel servizio al mondo, testimonianza pubblica della misericordia di Dio.

    Interessante anche il contributo di Fr. Eleuthére Makuta, ofm, il quale, dal suo canto, ha offerto una panoramica intorno al concetto di “dialogo”, secondo la spiritualità francescana. Durante la spiegazione del termine “dialogo” egli ha sottolineato l’importanza della disponibilità di stessi, mediante: lo sguardo, la parola, l’ascolto, l’accoglienza dell’altro, così come egli è, nel pensare e nell’agire. Questa riflessione dovrebbe prima di tutto tradursi nel vivere in fraternità, che è un dono di Dio; spazio nel quale possiamo contagiarci l’un l’altro, con la testimonianza di vita. Fare conoscenza di sé stessi per accettare l’altro nella sua verità di uomo in ricerca. La scienza del dialogo in quanto tale è in sostanza quanto voleva trasmetterci il nostro serafico padre San Francesco.
    Grazie, Signore, per averci inserite come germoglio nella grande famiglia francescana, nella quale ci è consentito di seguire l’esempio di Francesco “uomo cattolico ed ecumenico” per renderci noi pure  persone ecumeniche, capaci di dialogare e di testimoniare il tuo amore e la tua pace!

    Sr Antonia Piripitsi e Sr Svetla Zekova


    Giovedì, 22 Novembre 2018 16:31

    10 anni di presenza viva in Grotte di Castro

    Noi, Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, lodiamo e benediciamo il Signore per il dono che ci ha concesso di condividere il dono della fede, di essere dono gratuito per i fratelli e di questi 10 anni di presenza viva in Grotte di Castro, paese natale del nostro caro e amato padre Fondatore venerabile Gregorio Fioravanti o.f.m.

    Il vescovo Emerito Lorenzo Chiarinelli, ci ha fatto arrivare, tramite Don Tancredi Muccioli, parroco di Grotte di Castro, il seguente messaggio:

    “La memoria di avvenimenti felici dilata il cuore ed è fonte di nuova speranza. La venuta delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, dieci anni or sono, sotto il manto della Madonna del Suffragio celebrata nel solenne decennale, fu ed è grazia e benedizione per la parrocchia di Grotte di Castro, oggi, come allora, con voi ne ringrazio anche il venerabile Gregorio Fioravanti, cittadino di Grotte di Castro, per la sua protezione paterna e auguro alla comunità delle care suore e alla Chiesa tutta che il suo cammino di canonizzazione proceda spedito. […] Invoco ogni divina benedizione sulle suore. Bene prezioso per la vita pastorale, e su tutta la comunità parrocchiale, come pure su tutte le istituzioni civili e sociali.
    Il vostro vescovo emerito, in comunione con il vescovo Lino e tutta la cara Diocesi di Viterbo, vi porta nel cuore e vi prega ogni bene per ciascuno e per tutti, invocando la intercessione della Madonna del Suffragio”.


    La comunità di Grotte di Castro


     

    stemma
    RINNOVO DELLE PROMESSE, COMUNITÀ DEI LAICI ASSOCIATI ALLA CONGREGAZIONE DELLE

    SUORE FRANCESCANE MISSIONARIE DEL SACRO CUORE.
    Comunità: San Francesco - Santa Clara

    Noi, le comunità dei laici associati alla Congregazione delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, con grande gioia ed in un ambiente familiare, nel mese di ottobre 2018, abbiamo vissuto una bella giornata di ritiro spirituale, dove abbiamo avuto l'opportunità di rinnovare le promesse come laici associati, impegnati nella Congregazione FMSC.
    In questo giorno, noi laici associati, pur avendo tempi diversi di formazione e di crescita nella fede, siamo stati in grado di condividere il carisma francescano, e alla fine della giornata con molta gioia abbiamo potuto constatare che lo spirito di vocazione e di servizio missionario ci unisce più che mai.
    Durante la giornata di ritiro, le diverse attività svolte e condivise fra tutti, ci hanno offerto la possibilità di crescere. Siamo stati in grado di parlare, come laici associati, della realtà di ciò che accade nella chiesa cilena. La condivisione ci ha dato la opportunità di esprimerci di maniera critica, da un lato, ma anche ricca di speranza. Siamo consapevoli che ci sono dei religiosi che non hanno perso il cammino e che insieme a loro come comunità francescana dobbiamo continuare a lavorare, affinché tutte le chiese domestiche (famiglie) presenti nelle nostre scuole non si sentano smarrite. Questo, per noi laici Associati alle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, è un tempo di vera SFIDA.
    Inoltre, abbiamo riflettuto sulla centralità della vita laicale, che è fondata nella “esperienza di Dio in noi” come suo popolo. Ci siamo soffermati a riflettere su diversi concetti che, anche se sappiamo che dovrebbero essere nel nostro cammino, a volte dimentichiamo:

    • Smettere il giudizio
    • Sia fatta la Sua Volontà
    • La vera conversione richiede la ricerca dell’identità cristiana
    • Essere accoglienti con il prossimo
    • La misericordia al di sopra della legge

    Uno dei momenti più intensi della giornata, ispirato dalla Fondatrice della Congregazione, è stato la contemplazione e la Passione della Croce.
    Alla fine della giornata e in una sentita celebrazione eucaristica, abbiamo avuto l'opportunità di rinnovare le nostre promesse, e altri fratelli le hanno fatte per la prima volta. Insieme alla Superiora provinciale che ci ha accompagnato in questo momento importante, con gioia ed entusiasmo, abbiamo ringraziato Dio per la benedizione che è stata per noi conoscere la Congregazione e condividere il suo carisma.
    Ringraziamo, come laici associati alla Congregazione, per l'opportunità di camminare e crescere insieme, imparando gli uni dagli altri e condividendo i bisogni delle comunità dei laici e della Congregazione.

    Pace e Bene.


     

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