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    Ultime NEWS

    Celebrazione di 90 anni di vita di Suor Attiliana Durigon Tonon
    e 70 anni di vita consacrata tra le Francescane Missionarie del Sacro Cuore
    Provincia Latinoamericana "San Antonio", Santiago de Chile, 12 maggio 2021

    Con tanta gioia e profonda gratitudine a Dio e anche a Suor Attiliana, condividiamo con la nostra Congregazione, la Chiesa, la Famiglia Francescana, familiari, amici, benefattori la Grande Festa in occasione del 90º compleanno di Suor Attiliana Durigon Tonon ed i suoi 70 Anni di consacrazione al Signore nella nostra Congregazione.

    Fraternità delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore a Rakovski-Bulgaria"

    In sintonia con lo spirito francescano e il Carisma affidato da Dio ai nostri Fondatori, di riconoscere e servire il volto sofferente di Dio nei poveri e gli esclusi della società; vogliamo ammirare con gratitudine le tracce provvidenziali nella nostra storia congregazionale e rispondere alle esigenze attuali con spirito rinnovato. Tenendo presente la situazione sociale della Bulgaria, in particolare a Rakovski, abbiamo risposto a un bisogno concreto con un progetto che è una grande sfida: si tratta di un centro per i diversamente abili, i poveri in diverse situazioni, e gli esclusi della società.

    Giovedì, 18 Marzo 2021 12:53

    USA - Consacrata a Cristo

    "Per ascoltare la voce di Gesù, è necessario bussare;
    bussare in semplicità, con fede, speranza e amore."
    Laura Leroux (Fondatrice FMSC)

    Il 24 aprile 2021 è stato il giorno della mia consacrazione a Gesù. Molto significativo per me è stato la scelta di questa giornata tutta avvolta da eventi della nostra congregazione delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore.

    • 24 aprile - giorno della nascita di P. Gregorio. Quest'anno è il suo 199º anniversario.
    • 21 aprile - 160º anniversario del riconoscimento canonico FMSC, nella stessa settimana della mia Professione.
    • Ogni giorno è significato un anno della nostra storia, la mia professione si è celebrata nello stesso lasso di tempo. [4 giorni = 4 anni. Apertura canonica, 1861. Prima missione iniziata in America, 1865]
    • Il nostro cappellano, che ha celebrato l’Eucaristia, è stato studente per dodici anni dalle nostre suore.
    • Chiesa dell'Assunzione, Peekskill, è il luogo dove le suore hanno iniziato l'apostolato dopo l'espansione a nord della città di New York. I due concelebranti erano il vicario parrocchiale e un sacerdote che spesso aiuta nei fine settimana. Il diacono parrocchiale ha anche assistito alla Celebrazione Eucaristica. I parrocchiani che ho conosciuto facendo parte del gruppo di studio della Bibbia, assistendo nel programma della Catechesi della parrocchia, partecipando alla Santa Messa e a vari eventi facevano parte della mia giornata.
    • Anche le signore residenti nella Villa St. Francis qui a Mount St. Francis, hanno partecipato.
    • I laici associati e le nostre consorelle si alternavano a pregare le intercessioni durante la preghiera dei fedeli.
    • Il canto meditativo della Comunione, "Immaculate Mary", è stata cantata dalle nostre consorelle nelle diverse lingue parlate dalle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore: italiano, inglese, spagnolo, malayalam e francese. La gente ha aggiunto le loro voci cantando il ritornello.
    • Le citazioni dei nostri Fondatori hanno iniziato e concluso la celebrazione della mia Professione nel libretto appositamente preparato.

    Il Rito della Professione mi ha commosso fino ad avere le lacrime. La provinciale suor Laura Morgan mi ha tenuto le mani mentre Professavo i miei voti, suor Anne James Guerin e suor Annamaria  Not erano testimoni. Ritornando dopo aver indossato l’abito religioso, cucito da Sr. Joana aiutata da suor Annakutty e suor Clare, ero raggiante di gioia e di amore. Sentirmi chiamare Suor Tess del Sacro Cuore mi ha ricolmata di gioia e di piccolezza di fronte ad un nome così “grande”.
    Che benedizione condividere questo giorno speciale con amici, familiari, suore e parrocchiani. Dopo la Santa Messa abbiamo condiviso insieme un momento conviviale fraterno.

    "L'importanza della consacrazione non può mai essere sufficientemente apprezzata"
    P. Gregorio Fioravanti (Fondatore FMSC)


     

    NOTIZIE DALLA PROVINCIA DI ST. FRANCIS

    LITTLE FLOWER COMMUNITY, PAMARRU (India) 

    "Nessuno può affrontare la vita in modo isolato [...] C’è bisogno di una comunità che ci sostenga che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme!" (Fratelli Tutti, n.8) 

    Venerdì, 19 Marzo 2021 12:23

    L'unzione dei malati in Casa Madre

    Quest’anno Papa Francesco lo ha dedicato a S. Giuseppe Patrono della Chiesa e per noi speciale Protettore della nostra Congregazione e in particolare dell’Infermeria.

    La visita di Papa Francesco in Bulgaria il 5 e 6 maggio scorso è stata seguita con grande partecipazione in tutto il mondo da molti cattolici e non.
    Dopo la celebrazione Eucaristica, da Lui presieduta il 6 maggio 2019 nella parrocchia del Sacro Cuore di Rakovski, noi, Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, abbiamo vissuto una grande gioia, accogliendo nella nostra casa il Santo Padre, il successore di Pietro. La Superiora generale suor Paola Dotto, la Superiora provinciale, suor Angelica Hadjihanni e la Superiora locale suor Elka Staneva hanno atteso Papa Francesco all’ingresso, per dare il benvenuto e accompagnarlo all’interno della nostra casa religiosa.
    Quando Papa Francesco è arrivato vicino a noi, ci siamo commosse e sorprese per il suo volto luminoso e il suo sorriso aperto. Suor Paola e Suor Angelica gli hanno rivolto il saluto: “Benvenuto tra noi Santità…nella nostra casa, Santo Padre”. Suor Elka poi si è avvicinata per consegnare una splendida rosa rossa, fiorita nel nostro giardino dicendogli che quella rosa era per lui e senza spine; a tale affermazione il Papa ha ribadito: “Allora, quando le rose sono senza spine, significa che siamo in Paradiso, perché lì non ci sono spine” … Ci siamo incamminate tutti poi verso l’interno della casa, dove erano in attesa le altre sorelle, che lo hanno salutato con grande emozione e immensa gioia.
    Noi suore avevamo il compito di occuparci del servizio del pranzo del Papa e dei Vescovi, i giovani volontari di prendersi cura della guardia vaticana e del medico personale. Dopo un pranzo piuttosto breve, il Papa si è ritirato in una stanza attigua preparata per lui. Dopo la pausa, il Santo Padre ci ha chiamate vicino per farci un dono prezioso: Il Trittico di Santa Maria degli Angeli, realizzato a Betlemme. Anche noi abbiamo offerto un dono tipico del nostro Paese: una boccetta di puro olio di rose e un'icona della Madre di Dio scolpita in legno libanese.
    Quale gioia per noi ricevere la grazia della benedizione personale dal Papa! Ogni sorella ha avuto l'opportunità di scambiare alcune parole con lui; Papa Francesco si è intrattenuto in particolare con la sorella più anziana, suor Luigia Miglioranza, che ha condiviso con il Papa i suoi 60 anni di servizio missionario in Bulgaria e presso la Nunziatura Apostolica in Turchia. Il Papa l’ha ascoltata con molta attenzione e poi le ha confidato: “Anche io sono vecchio, ma il vino vecchio è il vino buono”!
    Suor Paola ha chiesto poi al Santo Padre di benedire l’intera Congregazione, suor Angelica lo ha invitato a Cipro e in Libano. 
    All’uscita dalla nostra casa, l’auto papamobile era attorniata dai malati, dai poveri, da volontari e genitori delle nostre suore bulgare; tutti erano pronti con i fiori in mano a salutarlo. Mentre il Papa li osservava con il suo sguardo tenero e misericordioso, Sr Elka gli ha comunicato che la loro gioia era completa, in quanto quelle persone sono parte della loro vita quotidiana. Sentendo questo, il Papa stringendo le mani nel suo tipico gesto ha detto: “così dovremmo esserci”.  Papa Francesco, infine, ha salutato i presenti e ha consegnato a tutti personalmente un rosario.
    Ripensando ai momenti vissuti durante questa visita straordinaria, ci rimane impressa nel cuore la figura di Papa Francesco, piena di pace, “Lui porta in sé la vera pace”, cioè Gesù Cristo! Egli è venuto a donarLo ad ogni persona che voglia accoglierLo nel più intimo del cuore.  
    A noi suore, commosse di essere state testimoni della grazia di Dio, non resta altro che ringraziare il Signore e chiedere la forza dello Spirito Santo, sentendoci chiamate a vivere con maggiore entusiasmo e coraggio la nostra vita, dopo tutto ciò che abbiamo ricevuto come dono. Grazie Papa Francesco!
    Ringraziamo, in particolare, la nostra Superiora generale Suor Paola Dotto per la sua preziosa presenza in mezzo a noi; la Superiora provinciale, Suor Angelica Hadjihanni, le sorelle bulgare Suor Krasimira e Suor Svetla, venute dalle missioni del Libano e da Cipro per condividere e vivere questa grande gioia. Ringraziamo le sorelle della Congregazione per le preghiere ed i messaggi inviati: ci siamo sentite come sempre: una sola famiglia!
    Condividiamo anche la toccante lettera che abbiamo ricevuto da Papa Francesco dopo il privilegio della sua visita nella nostra missione.

    Le Sorelle della fraternità di Rakovski – Bulgaria.


    È la prima volta che le comunità dipendenti dalla Superiora generale vengono invitate per un incontro-confronto in casa generalizia. È un momento molto bello che ci apre il cuore e ci accomuna nella ricerca di un cammino di unità sotto l’azione dello Spirito:
    “Abitate dallo Spirito ravviviamo il nostro essere fraternità in missione”
    Questa è la tematica sulla quale riflettiamo in questi giorni, dal 1 al 10 luglio. Le comunità dipendenti sono in numero di 6, ma soltanto 5 riescono ad essere presenti all’incontro, mancano le nostre sorelle della Comunità “Our Lady of Libera” a New York. Le 5 comunità presenti sono:
    -Comunità “Sacro Cuore” – Asisium, casa generalizia.
    -Comunità “SS. Regina delle Rose” – Viole – S. Vitale Assisi
    -Comunità ”Porziuncola” – S Maria degli Angeli – Assisi
    -Comunità “P. Gregorio” – Grotte di Castro
    -Comunità “S. Antonio” – Büyükada
    Una bella presenza di Congregazione desiderosa di “fermarsi e stare insieme per raccontarsi le gioie, le fatiche e le perplessità che portiamo in cuore nelle fraternità e nelle missioni che sono così belle, così diverse, tutte molto originali nella loro attualità. Vogliamo stare insieme, questi giorni, per aiutarci e sentirci unite nell’apprezzare la preziosità della nostra vita nel quotidiano, sia nella festa che nella ferialità.
    Ci guidano nella riflessione, P. Massimo Fusarelli, ofm sul tema: “Essere missione oggi come fraternità profetiche”.  P. Alessandro Angelisanti, ofm sul tema: “Inviate ad essere fraternità in missione”. Altre riflessioni saranno presentate dalle sorelle del Consiglio Generale come da Agenda.
    Massimo Fusarelli, presenta la sua riflessione in due punti –
    1 - “Abitate dallo Spirito”- Vivere nella consapevolezza che lo Spirito guida la nostra vita implica una ricerca permanente, possibile nell’ascolto in noi e intorno a noi. Egli è presente e agisce nella vita di ciascuno di noi, in quella della fraternità, nella Chiesa, in questo svincolo tanto complesso della storia, con i segni dei tempi che lo accompagnano. Lo Spirito ci sospinge sulle vie della missione al costante discernimento della volontà di Dio che si fa conoscere a noi nel vivo della storia, che ci sospinge a riascoltare la parola del carisma e ci fa coscienti che “io sono missione” se mi lascio abitare e dare forma dall’autodonazione di Dio Padre, nel Figlio, mediante lo Spirito Santo – Così:
    2 – “Ravviviamo il nostro essere fraternità in missione”, nel docile ascolto dello Spirito che ci spinge sempre fuori dai nostri schemi consolidati e ci porta oltre noi stessi, nella città degli uomini dove “il Signore ha un popolo numeroso”. (Atti 18,10)
    Siamo chiamate quindi ad essere “sentinelle che guardano più lontano.”
    “Fraternità in uscita!”  Da questa radice profonda emerge più chiaramente che esperienza spirituale, vita fraterna e missione sono legati, sono un tutt’uno e non possiamo più parlare nei termini di un prima e un dopo. Libertà della chiamata e della risposta di fede li contengono. “La nostra missione non ha vita propria: solo nelle mani di Dio che invia può essere veramente chiamata missione. Non ultimo perché l’iniziativa missionaria viene da Dio solo. Dio è un Dio missionario. “Non è la Chiesa che ha una missione di salvezza da compiere nel mondo; è la missione del Figlio e dello Spirito attraverso il Padre che include la Chiesa” (Monltmann 1977: 64) 
    “La missione è quindi vista come un movimento di Dio al Mondo; la Chiesa è vista come uno strumento per quella missione.
    C’è una Chiesa perché c’è una missione, non viceversa. Partecipare alla missione è partecipare al movimento dell’amore di Dio verso le persone, poiché Dio è una fonte di amore che invia”. (David J. Bosch)

    Il giorno 4 luglio il P. Alessandro Angelisanti ofm ci offre la sua riflessione:
    “Abitate dallo Spirito, chiamate ad essere fraternità in missione”
    La riflessione parte da: Gen 1-2, 4a Genesi 1-11, dal presupposto che siamo abitate dallo Spirito. 
    Dio vede questa massa informe… e crea … Dio desidera la vita e questo desiderio lo mette insieme ad un progetto.
    Desiderio – Mancanza – Progetto: così agisce Dio!
    Dio procede nella creazione, ha un progetto che nasce da un desiderio, nasce da una mancanza… progetto che Dio ha desiderato, ha voluto, non a caso…
    Dio sente il desiderio dell’uomo, di avere un tu davanti a Lui…
    La creazione ci permette di entrare nel cuore di Dio, perché Dio ha desiderato tutto questo per noi, Dio ha sentito la mia mancanza! Siamo i figli di un desiderio di Dio.
     “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza” … “maschio e femmina li creò…” unicità nella creazione … solo io posso percorrere il sentiero dove Dio mi pone. Tutto il brano esprime questo senso di ordine “Divise…” “la luce dalle tenebre… la terra dalle acque” - Dio non butta via niente…”divide” – “ordina” ci ha dato una identità, un posto... Uno spazio che Dio ci regale ed è solo mio e in questo spazio Dio mette tutte cose buone … e se ne compiace. È cosa buona!
    Ma per l’uomo Dio dice: “è cosa molto buona”… “Sei Unico” e devi diventare te stesso perché “sei cosa molto buona”.
    Il tempo è elemento fondamentale. Cosa ci dice? Per progettare ci vuole il passato, il presente e il futuro… occorre camminare passo dopo passo. Devo tenere presente il tempo come dono… per donare il tempo! Il nemico ci toglie il tempo! Le tentazioni non hanno tempo! Un tempo che dobbiamo abitare e vivere perché Dio ce l’ha donato.  La nostra meta è davanti a noi… non è lontana… viviamo di nostalgia, di sensi di colpa. 
    Possiamo sempre ricominciare! Iniziare… perché sempre ci saranno degli ostacoli, la meta è sempre davanti… arriverai più tardi ma ci arriverai… perché c’è un tempo, … c’è tempo anche per la sorella. Mettiamo del tempo per ricominciare, metterci in cammino. La sorella ne ha davanti a me… magari ha perso il tempo, il cammino non lo vede, ma c’è… e magari devo prenderla per mano. 
    - C’è uno spazio che Dio ci regala e per 7 volte dice che è cosa buona… tutto quanto ha creato è cosa buona, è un buon regalo… è bello! Prima era caos… ma ci mette solo ed uniche cose buone!!!!!  NON C’È il male, non c’è il PECCATO. 
    In ogni cosa c’è una intenzione buona di Dio! - Quindi la volontà di Dio è BUONA! E tutto quello che ha creato l’ha fatto per una finalità di BENE!
    Questo brano della Genesi è stato scritto al termine del periodo/esilio Babilonese e questo ci dice che qualunque periodo tu stia vivendo, Dio ti sta vicino. (Dio non ci vuole né punire né salvare tramite il dolore… perché Lui sempre ci tratta bene, perché ha creato tutto per bene…) La terra informe esiste, c’è…. Possono venire questi tempi.
    Ma ricordiamoci che Dio ci vuole sempre mettere in cammino.
    La riflessione continua sempre più impegnativa e coinvolgente, in questo tempo che ci è dato di vivere, con dinamiche di gruppo e ulteriori tematiche.


     

    “La Congregazione si sforza di essere presente là dove le necessità più urgenti della chiesa la chiamano” così recitano le nostre Costituzioni e per noi che abbiamo avuto la gioia di essere inviate nella missione dell’Albania, queste parole sono state pienamente realizzate. L’avventura è iniziata nell’ormai lontano 1994, l’indomani dalla caduta del Regime comunista nei Paesi dell’Europa dell’Est, quando il Santo Padre Giovanni Paolo II ha rivolto un accorato appello alle Chiese e alle Famiglie Religiose perché si prendessero cura dei fratelli che uscivano dalle tenebre dei regimi totalitari.

    La nostra Congregazione, cosciente del suo speciale carisma missionario, ha risposto con generosità e ha inviato le sue suore.<
    Siamo partite senza sicurezza se non quella del mandato missionario, senza Lingua se non quella dell’amore, senza progetti, ma con il grande desiderio di ascoltare il popolo, di condividere, di accogliere, di amare.
    Ascoltando con il cuore abbiamo capito e quindi abbiamo cominciato ad operare.
    Sono passati 25 anni e, restando sempre disponibili ad ascoltare, siamo riuscite ad essere fedeli alla nostra missione, essenzialmente di evangelizzazione anche attraverso opere sociali sempre privilegiando i poveri, gli ammalati, gli ultimi della società.
    Abbiamo voluto festeggiare l’anniversario del nostro arrivo in questa bellissima terra non solo in forma privata, ma anche condividendo e rendendo partecipi tutti il giorno 29 agosto.
    E allora abbiamo visto davvero che il semino, piccolo piccolo della nostra presenza, è cresciuto, è diventato un albero che comincia a dare i suoi frutti di pace, di pacifica convivenza, di reciproco aiuto. Abbiamo tre suore albanesi e una giovane novizia in formazione. Sono venuti dalla Spagna, dall’Italia e dall’Austria, i volontari che hanno condiviso con noi tanti progetti e ancora li sostengono.
    Sono giunti da tutta l’Albania fino a Dushaj per questo giorno così importante; anzitutto il nostro Vescovo Mons. Simon Kulli, tanti sacerdoti della Diocesi di Sappa e di Scutari, i nostri fratelli francescani anche da Gjakova e in qualche modo hanno chiesto perdono per non aver potuto sempre esserci vicini.  Ma quel giorno era troppo bello per non ringraziare il Signore anche di questo, in fondo Lui non ci è mai mancato, ci ha assicurato sempre la sua consolante e continua presenza, ci ha dato forza e gioia per una missione così importante: portare Gesù ovunque, trovandolo già presente nei più poveri, nei sofferenti e negli ammalati.
    All’inizio nel lontano 1994 spesso abbiamo percorso a piedi e in ogni condizione di tempo chilometri sulla montagna per ore e ore di cammino e non abbiamo trovato nessuno ad attenderci per la preghiera. Quel giorno la chiesa era piena di gente commossa e desiderosa di prendere parte alla festa, fedeli che ora sanno pregare, cantare, ascoltare.
    A noi è sembrato un vero miracolo e con le lacrime abbiamo pubblicamente ringraziato il Signore che ci ha dato la forza di restare fedeli.
    Dopo la Santa Messa, all’aperto, abbiamo trascorso un altro bellissimo momento di incontri, saluti, emozioni partecipando a uno spettacolo artistico, preparato dagli insegnanti, cattolici e musulmani indistintamente, perché, dicono: “Le suore sono di tutti, non soltanto dei cattolici!”
    La lunga storia d’amore non si è conclusa, vogliamo continuarla finché il Signore ci darà forza per donare la nostra vita.

    Le suore missionarie in Albania


    Da una trasmissione alla Radio Vaticana di Violeta Marashi

    Le Suore Francescane Missionarie del S. Cuore celebrano il venticinquesimo della loro missione in Albania.
    Nel giorno del martirio di San Giovanni Battista, 29 agosto 2019, le Suore Francescane Missionarie del S. Cuore hanno celebrato il venticinquesimo anniversario della loro presenza missionaria in Albania, precisamente a Dushaj, nella regione di Tropoja, una delle zone più lontane, più povere e disagiate della Diocesi di Sappa.
    Con la partecipazione di molti fedeli scesi dalle montagne, di sacerdoti e suore della diocesi, di Scutari, sacerdoti venuti dal Kosovo, da Gjakova, Monsignor Hil Kabashi ofm e P. Lorenzo Lovro ofm, cosi’ come amici e benefattori venuti dalla Spagna, dall’Italia e dall’ Austria per l’evento, è stata celebrata una solenne Santa Messa nella chiesa di S. Giovanni, presieduta dal Vescovo Monsignor Simon Kulli.
    Durante la predicazione il Vescovo ha sottolineato:
    “Siamo qui oggi, in questa bella chiesa, per offrire tutti insieme l’Eucaristia a Dio Onnipotente come segno di ringraziamento per il dono e il servizio di queste suore e nello stesso tempo per pregare perché possano continuare la loro speciale missione di portare la gioia del Vangelo nelle nostre chiese di montagna.
    25 anni nel servizio a Dio e all’uomo forse ai nostri occhi possono sembrare pochi, ma considerando in quali condizioni hanno cominciato la missione queste suore, davvero è una grande missione, una meraviglia che le suore hanno realizzato a lode di Dio e nell’attenzione al popolo”.
    Durante questa celebrazione ha preso la parola anche la superiora provinciale delle suore, Sr. Cristiana Basso, che per 23 anni è stata missionaria in Albania, la quale con grande emozione ha salutato tutti i presenti con l’augurio di San Francesco “Pace e Bene”. Fra le altre cose Sr. Cristiana ha ricordato che le suore sono venute in questa terra 25 anni fa, perché il Signore le ha chiamate e mandate per annunciare il Vangelo e indicare al popolo la via del Signore, via di giustizia e di pace e per guarire questi fratelli nel corpo e nello spirito, a sanare le profonde ferite del regime comunista.
    Ricordiamo che 25 anni fa le suore vivevano in una semplice casa, dove sono ancora oggi. Esse hanno servito ogni giorno con immenso amore prendendosi cura di tutti, ma soprattutto dei poveri e degli ammalati offrendo vari servizi nel campo sociale e sanitario, principalmente nell’ambulatorio. Inoltre hanno lavorato molto nel campo dell’educazione e della formazione dei bambini, dei giovani, privilegiando le ragazze.
    Con un intenso ritmo di lavoro e d’amore costante, questa missione continua a far fiorire queste zone montuose, molto difficili per l’ambiente, ma piene di valori divini, morali e umani.


     

    Martedì, 26 Novembre 2019 14:28

    Un po' di storia …

    Con grande gioia condividiamo un poco di storia della presenza dell’Ordine dei Frati Minori in Lituania, presso i quali le nostre sorelle, a Kretinga, svolgono la missione apostolica a loro affidata. Auguriamo che la presenza francescana sia sempre seme di “Pace e Bene” per ogni uomo e lampada nel cammino di fede verso il Signore.

    “In questo anno 2019, i Frati Minori di Lituania festeggiano due momenti importanti della loro storia.
    Il primo momento importante è il 550 anniversario dell’arrivo dei frati in Lituania, e il secondo è il 30 anniversario dell’uscita allo scoperto dei frati dopo l’occupazione sovietica.
    È del 1253 la notizia della partecipazione dei Frati Minori al battesimo e alla incoronazione del re lituano Mindaugas.
    Nel 1341 (o forse nel 1369) le cronache riportano il martirio dei primi Frati Minori in Lituania da parte dei pagani a cui annunciavano la fede.
    Al capitolo provinciale di Varsavia celebrato nell’Epifania del 1468, venne deciso l’invio di frati in territorio lituano, mandati da Cracovia. Al 23 luglio del 1468 risale l’erezione canonica dei primi due conventi a Vilnius e Kaunas, costruiti l’anno successivo. I francescani osservanti erano conosciuti col nome di “bernardini”.
    Nel 1530 si ha l’erezione della prima Provincia osservante di san Casimiro, riunita alla Polonia dopo soli 30 anni, e poi di nuovo autonoma nel 1627-1630. Riunita alla Provincia polacca, la Lituania ridiventa Provincia autonoma solo nel 1729. I frati si sono sempre dimostrati dalla parte del popolo anche nelle insurrezioni contro i russi.
    Nel 1864 la Russia zarista sopprime la Provincia lituana, lasciando aperto il solo convento di Kretinga, sperando nella sua naturale estinzione.
    Nel 1913 il convento di Kretinga comincia a riprendersi e viene annesso alla Provincia tedesca di s. Edvige.
    Con l’indipendenza lituana del 1918 il convento di Kretinga rifiorisce: si fanno moltissime attività, si apre il ginnasio cattolico e i frati tornano a Kaunas, Tytuvenai, Troskunai e Pajuris.
    Il 9 novembre del 1931 la Provincia di san Casimiro riceve lo status di Commissariato.
    Al momento dell’occupazione sovietica del 1940, la Provincia era composta da 139 membri (70 frati, 25 sacerdoti, 34 chierici, 10 novizi). Il regime chiuse e nazionalizzò i 5 conventi e il ginnasio. I frati si dispersero tra Italia, Austria e Germania.
    Nel 1944 i frati si insediarono negli USA e più tardi in Canada che nel 1946 si formalizzò come il Commissariato lituano di san Casimiro. Nel 1947, con le nuove Costituzioni dell’Ordine, il Commissariato diventa Custodia con diritto di Provincia (Vice Provincia).
    Il 19 novembre del 1989, nella festa di Cristo Re, ancora in regime sovietico, i nuovi frati “underground” uscirono allo scoperto e celebrarono la prima Messa a Kretinga. A questi si unirono frati che si erano incardinati in diverse diocesi della Lituania.
    Nel 1994 ai frati fu restituita la chiesa di Vilnius e nel 1995 il convento di Kaunas. Nel 2005 anche la chiesa di Kaunas ritornò ai frati.
    Nel 2000 fu inaugurato il nuovo convento presso la Collina delle Croci a Siauliai.
    Nel 2004 alla Vice Provincia Lituania ritorna il titolo di Provincia di san Casimiro.
    Nel 2005 a Klaipeda si apre una nuova presenza.
    Nel 2007 la Curia Provinciale ritorna a Vilnius.
    In questo 2019 la Provincia di san Casimiro dei Frati Minori di Lituana consta di sei conventi in Lituania (Vilnius, Kaunas, Klaipeda, Kretinga, Pakutuvenai, Collina delle Croci) e due in nord America (Kennebunkport -USA, Toronto – CAN). Della Provincia fanno parte 33 frati professi solenni, 2 frati professi temporanei, un vescovo e un postulante.


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