Come si celebra oggi, in un Paese del Sud America, il GIORNO DELLA VITA CONSACRATA?
L'invito è a conoscere una forma particolare di celebrazione dei paesi latinoamericani e ad aprirsi ad un'altra cultura, portatrice di ricchezza, nella quale si trovano anche i semi del Verbo.
Come è tradizione nella Chiesa in Cile, nella Solennità dell'ASSUNZIONE DELLA VERGINE MARIA, lunedì 15 agosto, si celebra la Giornata della Vita Consacrata, destinata a sottolineare l'opera apostolica, missionaria, pastorale e sociale che svolgono i religiosi e le religiose in tutto il Paese.
Senza dubbio, di fronte alla cultura d’oggi e alla forma di vita, segnata dall'individualismo, dalla solitudine, dall'indifferenza religiosa e dal valore esacerbato dell'attività produttiva, che un gruppo di consacrati nella Chiesa, per amare Dio sopra tutte le cose e il prossimo come se stesso, dedichi un giorno per riunirsi e celebrare insieme la gioia di amare e servire, è una chiara testimonianza della presenza di Dio in mezzo alla sua Chiesa.
Con grande gioia, la CONFERENZA DEI RELIGIOSI DELLA VI° REGIONE, la così chiamata, CONFERRE Zonale, della città di Rancagua, Cile, convoca tutti i consacrati, uomini e donne, per celebrare insieme il giorno della Vita Consacrata. Riunirsi e celebrare, in questa grande crisi sociale e sanitaria che si vive, è una buona opportunità per ritrovarsi e nutrirsi: alimentare la vita con il Signore e con la condivisione fraterna delle esperienze vissute.
E la vita religiosa cos'è?
"La Vita Consacrata, profondamente radicata negli esempi di Cristo, è un dono di Dio Padre alla sua Chiesa per mezzo del suo Spirito... Lungo i secoli non sono mai mancati uomini e donne che, docili alla chiamata del Padre e alla mozione dello Spirito, hanno scelto questo cammino di speciale sequela di Cristo per dedicarsi a Lui con cuore indiviso" (cfr. VC.1)
Nella sequela di Cristo, Maria, Vergine e Madre, si fa compagna del cammino, modello di vita di consacrazione e di dedizione. È Lei che indica il modo di essere nel mondo; Lei è, la prima discepola di Gesù, il paradigma del credente che, con le sue parole e azioni, loda Dio perché con gli umili e i piccoli "Dio fa grandi cose".
Per onorarla, nella festa dell'Assunzione, il gruppo dei religiosi, si riunisce nella casa e parrocchia di Nostra Signora dell'Assunzione, della Congregazione dei Religiosi della Madre di Dio, in un paese chiamato Quinta di Tilcoco, della VI° Regione.
Dopo tanto tempo di chiusura, a causa della pandemia del covid 19, essere incoraggiati a uscire dal confinamento, a lasciare la città, significa iniziare a godere dell’ambiente naturale. Siamo stati ricevuti dalla regione di Quinta de Tilcoco, che è situata nella parte centrale del bacino di Rancagua, circondata da colline, montagne e isole della zona.
In segno di accoglienza, gioia, stima, sostegno, ci attende il pastore della diocesi, Monsignor Guillermo Vera Soto, recentemente nominato Vescovo, che prende possesso della Diocesi di Rancagua alla fine del mese di luglio 2021. Sarà un “pastore con l’odore delle pecore” come ha detto Papa Francesco. Questo è lo stile pastorale di ogni Vescovo.
Poiché il centro della vita religiosa è Cristo, dopo l’accoglienza e la condivisione della gioia dell'incontro fraterno e di un dolce break, ci attende la Parrocchia per un momento di preghiera comunitaria con la recita del Santo Rosario e l'opportunità di ricevere il Sacramento della Riconciliazione. Momento centrale di questo incontro è l'Eucaristia presieduta da Mons. Guillermo e concelebrata da alcuni sacerdoti religiosi. La bontà del Signore riversa la sua grazia su di noi dandoci l’opportunità di rinnovare la nostra consacrazione nella gioia e nell’offerta.
Nell'omelia, Mons. Guglielmo sottolinea l'atteggiamento di fede e di speranza di Maria, che risaltano nel Vangelo del giorno (cfr. Lc. 1,39 - 56) invitandoci a "credere in Dio e credere a Dio".
Le suore di Santa Marta, presenti anche nel paese di Quinta de Tilcoco, mettono a disposizione gli ambienti del Collegio Sacro Cuore per condividere un pranzo condito da grande affetto e gioia. È l’occasione perché ogni comunità religiosa presenti, al nuovo pastore, il carisma della sua Congregazione e la sua presenza nella Diocesi.
Come SEGNO, le suore di Santa Marta, offrono ad ogni religiosa e religioso una piantina come augurio di fecondità, accompagnata dal messaggio:
"La Chiesa attende il contributo della Vita Consacrata, per la sua specifica vocazione alla vita di comunione nell'amore"(cfr. VC, 51).
“Alle persone consacrate si chiede di essere davvero esperte di comunione e di praticarne la spiritualità, come «testimoni e artefici di quel “progetto di comunione” che sta al vertice della storia dell'uomo secondo Dio” (VC, 46).
Di fronte alla scarsità di vocazioni religiose nel mondo odierno, avere l’opportunità di vedere, ascoltare, parlare con un gruppo numeroso di religiosi, fa germogliare la speranza, permette di ascoltare la voce divina che continua a dire "… Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt. 28, 20) e "dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro" (Mt. 18,20).
Ecco perché, leggendo ed esaminando queste frasi, si traccia un'alba di luce, di attesa, di speranza, perché il Signore chiama sempre.
Possa Egli fissare il Suo sguardo di amore anche su di te, giovane d’oggi, e t’invita a seguirlo, perché solo in Lui troverai la Via, la Verità e la Vita.
Nei giorni 5 - 11 agosto 2021, in Casa Provinciale a Limassol - Cipro, abbiamo contemplato le meraviglie del Signore celebrando il XVI Capitolo Provinciale, con il Tema: 150 anni di servizio missionario nel Medio Oriente! Arricchite dalle esperienze del passato, viviamo il presente con fiducia e affrontiamo con coraggio le sfide del futuro.
Le sorelle capitolari, pervenute a Cipro dalle diverse nostre comunità e missioni, hanno vissuto l’incontro capitolare come rinnovata proposta per la vita spirituale e apostolica dell’intera Provincia. Nella ricerca contemplativa di Dio e nelle risposte concrete dei desideri più profondi che scandiscono i nostri giorni, siamo state accompagnate dalla presenza gradita della Superiora Generale suor Paola Dotto e suor Augusta Visentin, segretaria generale.
Suor Paola e suor Augusta ci hanno sostenute, incoraggiandoci a gettare i semi di fraternità, di apertura e di accoglienza in questa amata terra del Medio Oriente: terra di santi e memoria significativa che incoraggia il nostro presente nella fede e nella speranza, proiettandoci verso il giubileo di 150 anni di servizio missionario, con uno stile di vita creativo e coraggioso.
L’esperienza dominante è stata quella degli esercizi spirituali, in preparazione al Capitolo Provinciale, guidati da padre Jerzy Kraj ofm, vicario patriarcale per i cattolici latini a Cipro. Sin dall’inizio il relatore ci ha invitate a metterci in relazione con Dio lasciandoci interrogare dalla Sua Presenza, e ad attingere dalla figura di san Giuseppe per scoprire la Provvidenza di Dio nel nostro quotidiano, seguendo alcune linee guida:
Le riflessioni si sono snodate intorno alla figura di san Giuseppe, padre e custode della casa di Nazaret, ponendo l’attenzione sulla sua fede ed accoglienza, quale modello ricco di sapienza spirituale e di pedagogia personale e comunitaria. Dio si affida a noi nella sorella, nei poveri, nei bisognosi e la nostra risposta a questo gesto d’amore deve esprimersi nel totale affidamento a Lui, nella consegna incondizionata, come Giuseppe.
“La vita spirituale che Giuseppe ci mostra non è una via che spiega, ma una via che accoglie. Solo a partire da questa accoglienza, da questa riconciliazione, si può anche intuire una storia più grande, un significato più profondo (...) Giuseppe non è un uomo rassegnato passivamente. Il suo è un coraggioso e forte protagonismo. L’accoglienza è un modo attraverso cui si manifesta nella nostra vita il dono della fortezza che ci viene dallo Spirito Santo. Solo il Signore può darci la forza di accogliere la vita così com’è, di fare spazio anche a quella parte contradditoria, inaspettata, deludente dell’esistenza”. (Patris corde, 4)
Papa Francesco dice che Giuseppe “sa trasformare un problema in un’opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza”. (Patris corde n.5). Questa bellissima sottolineatura su san Giuseppe ci sprona a trasformare il nostro stile di vita in ascolto obbediente alla Parola, nella concretezza e nel silenzio, a partire dalla Persona di Gesù.
Sempre Papa Francesco ci suggerisce e raccomanda di invocare san Giuseppe come padre e di imparare da lui la paternità spirituale.
“Padri non si nasce, lo si diventa. E non lo si diventa solo perché si mette al mondo un figlio, ma perché ci si prende responsabilmente cura di lui. Tutte le volte che qualcuno si assume la responsabilità della vita di un altro, in un certo senso esercita la paternità nei suoi confronti”. (Patris corde n. 7)
Giuseppe, contemplativo, docile, umile, silenzioso, padre e custode della casa di Nazaret, per noi, oggi, diventa l’immagine immediata per narrare la vita consacrata in modo semplice e profetico, arricchite nelle nostre fraternità dalla diversità di nazioni e culture.
Alla conclusione degli esercizi spirituali padre Jerzy ci ha esortato ad accogliere con meraviglia ciò che è quotidiano, convertire l’ordinario in straordinario, a lasciarci toccare dalla grazia di Dio e dalle sorelle, per vivere relazioni d’amore e per generare un futuro insieme. Questo è il miracolo da chiedere per le nostre fraternità.
Un fecondo cammino da percorrere ci è stato tracciato dalla Superiora Generale suor Paola Dotto, la quale ci ha incoraggiate nell’impegno a costruire ponti e relazioni positive tra i due mondi: occidentale e orientale, con stile semplice, nella ricchezza della sinodalità e nell’accoglienza della grandezza di Dio nella ferialità.
Suor Paola ha sottolineato con soddisfazione il privilegio che abbiamo nella nostra Provincia: essere presenza e testimonianza viva nella Chiesa, portatrici della gioia del Vangelo nella diversità di volti, di culture, etnie, e religioni, incontrando fratelli in fuga dalla guerra, dalla fame, dalla tratta, dalla paura, dalla violenza. Ci ha sollecitate a far proprio l’obbiettivo che la Chiesa, quale Madre premurosa, ci propone: aver cura dei valori spirituali, della formazione in tutte le età, della profezia della vita consacrata, inserita in una società che ha il culto del benessere, dell’edonismo, dell’individualismo.
In questi giorni, vissuti in comunione, abbiamo evidenziato la storia sacra della nostra Provincia e le risorse personali, comunitarie e pastorali attuali nella ricerca dell’unico Bene. Perciò, riteniamo importante per noi l’impegno comune nel mondo variegato in cui ci troviamo a vivere, affrontando, senza spaventarci la situazione attuale. Suor Paola ha dato rilievo alla qualità di vita e ha ribadito che questa realtà deve provocare in noi la maggiore consapevolezza che abbiamo una vita in Gesù da testimoniare, abbiamo un tempo da dedicare all’ascolto, all’accoglienza dell’altro, facendoci strumenti e collaborando con passione all’azione dello Spirito nelle persone che incontriamo, nella ricerca serena della volontà del Padre.
Durante i lavori in assemblea ci siamo lasciate interrogare da alcune domande:
La presenza delle sorelle missionarie e la condivisione della bellezza delle missioni di Cipro, Libano e Bulgaria è stata un altro momento costruttivo per tutte noi, perché ci ha fatto percepire il nostro cuore missionario che va dove c’è bisogno di amore e di tenerezza, e di conseguenza abbraccia i poveri, gli ultimi, i profughi e gli emarginati. Le fraternità e le sorelle missionarie, nelle varie forme, custodiscono e annunciano con coraggio il Vangelo, attingendo nella preghiera zelo e compassione per l’umanità (cfr. Cos. 4).
In questa cornice di internazionalità e di interculturalità, proprio come alle origini della nostra Famiglia Religiosa, e nel clima fraterno di esperienze e di desideri grandi, sostenute dalla preghiera delle sorelle anziane e malate, con fiducia ci siamo lasciate guidare dallo Spirito Santo per l’elezione della Superiora Provinciale suor Antonia Piripitsi e suo Consiglio.
Nel suo discorso di chiusura del XVI Capitolo Provinciale 2021 la Superiora Generale suor Paola Dotto ha condiviso alcuni pensieri, quasi un programma di vita, che ci aiuta a rinnovare il nostro stile di vita e traccia il cammino per il futuro non solo della nostra vita consacrata ma dell’intera umanità:
Nella festa di Santa Chiara, “pianticella di Francesco”, abbiamo concluso il XVI Capitolo Provinciale 2021 con sentimenti di riconoscenza per la grandezza di Dio in mezzo a noi.
A suor Paola Dotto Superiora Generale e a suor Augusta Visentin esprimiamo la nostra gratitudine fraterna per averci accompagnate nella condivisone serena e nelle proposte coraggiose.
Certe della Sua presenza, vogliamo continuare il cammino insieme, nel segno della restituzione umile e fiduciosa per tutto il bene ricevuto, con passione, con fede forte, con amore ardente e zelo apostolico!
A Te la lode e la gloria nei secoli dei secoli. Amen!
"Rendete grazie al Signore perché Egli è buono, perché il suo amore fedele dura per sempre" (Sal. 118,1).
Oggi 11 agosto 2021, in cui la Famiglia Francescana celebra la festa di S. Chiara d’Assisi, la nostra famiglia Religiosa delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, ci rallegriamo e rendiamo grazie al Signore per le nostre novizie Albina Kispotta e Punam Tirkey che vestite di bianco, con le lampade accese sono pronte per consacrarsi a Dio emettendo la prima professione religiosa nelle mani di Sr. Mini Joseph, Superiora provinciale, nella cappella del noviziato a Carmelnagar.
La solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta da Sua Eccellenza, Mons. Joseph Raja Rao Thelagathoti, S.M.M. Vescovo della Diocesi di Vijayawada. Nella sua omelia ha spiegato che la chiamata alla vita religiosa è iniziativa di Dio e non nostra. E che il nostro fine ultimo è di essere conformi al Signore, Lui è il modello a seguire! Ha esortato dicendo: “dovete diventare come Cristo”.
Inoltre ha enfatizzato la testimonianza di vita: atteggiamento interiore è importante e non quello che si mostra agli altri, ma di essere modelli umili per i fratelli e sorelle sull’esempio di S. Francesco che è diventato un l'altro Cristo e di S. Chiara che è stata uno specchio di Francesco.
Coloro che seguono Cristo otterranno ciò che rinunciano al Signore e perdono ciò che invece conservano per se stessi.
La generosità scaturisce da un cuore abbondante. Una persona consacrata dona generosamente senza alcun "ma", tutto ciò che dà al Signore, si trasformerà nel centuplo, un giorno. Dobbiamo essere generosi e riconoscenti. Pietro ha seguito Gesù, non ha detto "ma"; ha chiesto a Gesù, “e noi che abbiamo lasciato…?”. Ha ricevuto cento volte tanto, e noi? Sentiamo di aver ricevuto il centuplo da Gesù nella nostra vita quotidiana?
Oggi la gente ci guarda come persone spirituali, pacifiche, allora, qual è il nostro ruolo? È un ruolo profetico; dobbiamo parlare di Dio, essere in connessione con Dio e condividere poi al popolo; dobbiamo essere una testimonianza leggibile per loro; nella nostra vita si deve vedere chiaramente che siamo discepoli di Gesù.
Infine le ha esortate a vivere il voto di obbedienza, ad ascoltare e discernere la volontà di Dio e ha spiegato che l’obbedienza non è solo qualcosa da chiedere permesso. L'ascolto ci dà la percezione delle cose e ne abbiamo bisogno. L'obbedienza si assume con responsabilità e si serve il Signore con tutto il cuore. Vivete solo per Dio! La semplicità di vita è povertà e non accumulare le cose. Ha sottolineato l'importanza della vita in comunità e quando il loro amore sarà purificato, potranno vivere una vita nella pace, con amore in comunità e la comunità le aiuterà, le sosterrà, le formerà, e insegnerà loro a vivere nella santità.
Le neo-professe alla fine della celebrazione hanno espresso la loro gratitudine a tutti i presenti e soprattutto al Signore che le ha chiamate e che sarà con loro tutti i giorni.
Sr. Selinamma Sebastian
Dal 24 al 25 luglio 2021, Suor Beltha Mange Ngwashi, Superiora Vice Provinciale e il suo Consiglio (Vice Provincia “Santi Martiri dell'Uganda-Africa) hanno organizzato nella sede della Provincia a Nkoabang, una sessione di due giorni sulla Gestione delle RisorseUmane e Leadership. Questa sessione riguardava unicamente le Sorelle maggiori e le suore responsabile delle nostre opere.
La Congregazione delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore (FMSC), fin dal suo inizio e fedele al carisma fondazionale, centra il suo apostolato dell'annuncio evangelico sulle quattro dimensioni della missione (Cfr. Cost. 56) privilegiando il servizio ai più poveri e vulnerabili della nostra società; servendo e riconoscendo in essi il volto amato del Figlio di Dio fatto uomo, che donò la sua vita sulla croce e risuscitò per darci vita nuova.
Ogni Suora Francescana Missionaria del Sacro Cuore trova la sua pienezza nel mandato evangelico: "far conoscere e amare il Figlio di Dio ad ogni persona e far partecipare alla grazia divina godendo della condizione di essere figlio(a) dell'Altissimo" (Cfr. Mt.28, 19-20). La suora FMSC, ovunque si trovi, è missionaria ed è disponibile al servizio della Chiesa; con la sua vita va lasciando tracce di gesti d'amore che scaturiscono dall'esempio del cuore trafitto di Gesù sulla Croce (Cfr. Cost. 4).
Molte sono state le nostre sorelle che hanno lasciato la loro patria natale per andare dove l'obbedienza le chiamava a costruire "il Regno di Dio" tra i prediletti del Padre. Oggi vogliamo condividere l’esperienza missionaria della nostra sorella Victorina Colla e insieme a lei anche ricordiamo e ringraziamo tante altre sorelle che ci hanno lasciato in eredità la vita vissuta nella pienezza dei valori del nostro carisma.
Condividiamo alcune tratti della biografia scritta dalla Comunità Educativa "Felmer Niklitschek" Puerto Varas - Cile, dove è sottolineato un aspetto dell'esperienza del nostro carisma: "EDUCARE ATTRAVERSO I VALORI FRANCESCANI, come l'amore, la semplicità, la gioia, l'umiltà che Sr Victorina ha condiviso nel suo impegno nella scuola, tra le famiglie, studenti, collaboratori...
La dura prova del vorace incendio del 06/06/1985 nella Scuola "Felmer Niklitschek" ha rafforzato Sr Victorina ulteriormente per lavorare alla ricostruzione dello stabilimento, coinvolgendo laici, benefattori, istituzioni nazionali e straniere, favorendo il lavoro collaborativo come espressione di unità, dove sono stati dimostrati i suoi valori: la fede, l'amore, l'umiltà, la virtù della fortezza, la resilienza, la tenacia, valori e virtù che ha sempre coltivato in ciascuno dei membri della nostra comunità educativa. Essa si è sempre concentrata sulla missione di formare ed educare trasmettendo una cultura nella fede, nella disciplina, nella rigorosità, nel lavoro, nell'organizzazione e nel buon uso delle risorse fino a raggiungere gradualmente la prestigiosa istituzione che abbiamo oggi.
Sr Victorina ha continuato la sua missione nel corso di questi anni, guidando i processi di modernizzazione dell'istruzione nella scuola Felmer Niklitschek in linea con le richieste del Ministero dell'Istruzione e le esigenze della società in continua evoluzione. Cioè:
Nel 2016, attraverso il Consiglio Comunale riceve un riconoscimento dall'Illustre Municipalità di Puerto Varas dichiarandola Figlia Illustre, cerimonia che si è svolta nella palestra della scuola in un consiglio allargato, alla presenza dei suoi studenti, genitori ed ex alunni.
Alla fine dello stesso anno la suora ha dovuto affrontare un'altra grande prova, la sua salute è stata compromessa a causa di una grave malattia, ma nonostante le complicazioni e il suo delicato trattamento ha continuato a lavorare con impegno e dedizione, fino al 23 giugno di quest'anno, giorno prima di lasciare questa terra per essere accolta dal Padre Celeste.
Dal 2002-2020 la scuola è stata riconosciuta con apprezzamento lodevole mediante la "Legge di Sovvenzione Scolastica Preferenziale", per il "riconoscimento dell'eccellenza accademica" dal Sistema Nazionale di Valutazione delle Prestazioni.
L'Università San Sebastián, Puerto Montt, sede della Patagonia, nel 2017, conferisce a Sr Victorina il "Premio Aurora" per il suo infaticabile lavoro educativo e missionario, il suo carisma di missionaria francescana che riuscì a trasformare la vita di bambini/e giovani che hanno riempito le aule della scuola Felmer Niklitsheck.
Quest'anno, sotto la sua direzione, la sua gestione integrata di generare e fare squadra di lavoro, ha offerto agli insegnanti e ai loro studenti una grande sfida per realizzare le classi online: schermi touch, il laboratorio stem per l'apprendimento collaborativo nelle scienze, la matematica, la geografia, i contenuti per varie materie, la tecnologia, le risorse che possono rafforzare il processo di apprendimento e di insegnamento, affinché ogni studente sia gestore delle proprie esperienze di apprendimento.
Direttori di altri istituti desideravano conoscerla, conoscere il suo lavoro, conoscere la sua leadership, conoscere la nostra esperienza di comunità scolastica, riconosciuta dal Ministero dell'Educazione, modello di direzione, gestione educativa.
Proprio il giorno della sua morte era in programma un incontro con i presidi delle scuole del Cile, perché sr Victorina era stata scelta come esempio di leadership educativa per raccontare la sua esperienza.
Sr Victorina, la tua comunità sa che con ciascuno hai avuto un'esperienza di dialogo fraterno, hai impegnato tutti in compiti, sfide, li hai anche guidati, in qualche occasione con severità, tenerezza e delicatezza, li hai accompagnati in momenti difficili, mostrando empatia con la realtà di tutti e tutte, di ascolto attivo, hai dato il sostegno di cui ciascuno aveva bisogno, fiduciosa che i tuoi collaboratori ti avrebbero risposto, come a te piaceva, con impegno, dedizione, lealtà, responsabilità e vera passione per la vocazione educativa.
La Comunità Educativa riconosce il tuo infaticabile lavoro, modello di perseveranza e volontà. Lasci un eredità di semplicità, umiltà, di impegno, di resilienza, di tenacia, per non cedere alle avversità".
Con gioia.
PACE e BENE
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È trascorso un anno, e ancora siamo in tempo di pandemia. Il Covid 19 ha percorso la sua via lasciando dietro di sé un po' di perplessità nella quotidianità, per cui gli incontri si fanno on-line, ed è uno stile normale in questo momento. Comunque ringraziamo questi mezzi digitali e virtuali di comunicazione perché ci aiutano a intrecciare relazioni sociali. Noi siamo grate in particolare perché abbiamo avuto la grazia di partecipare ad un incontro di formazione permanente e così incontrare tante suore di voti perpetui. L’incontro era stato organizzato dall’USMI il 15 e il 16 maggio 2021, via piattaforma Zoom. Vi hanno partecipato le suore giovani presenti nella comunità di Centocelle dove si sono recate anche le suore dalla comunità di Viale Saffi e Lido dei Pini. Le sorelle dalle comunità di Firenze, Frosinone e dell’Albania si sono collegate online. È stato un momento importante e molto opportuno perché noi sorelle della Provincia ci siamo viste e abbiamo condiviso il nostro cammino.
Il convegno svolto in questi due giorni ha evidenziato il tema: SEMPRE IN MISSIONE: IO SONO PER UN ALTRO STILE DI VITA.
Nel primo giorno, la relatrice Suor Lucia Antonioli ha svolto il tema: “Uno sguardo profetico e Contemplativo” e ha utilizzato tre parole chiave per entrare nel cuore della Parola di Dio mediante la Lectio Divina dal brano del Vangelo di Luca 12, 27ss – lo sguardo, la profezia, la contemplazione, che sono anche le condizioni necessarie per assumere un altro stile di vita.
Il nostro sguardo contemplativo viene dal di fuori di noi e deve diventare lo strumento con il quale giudichiamo noi stesse. Siamo chiamate a gustare la Sapienza, contemplare la storia della nostra famiglia religiosa dove i cardini essenziali del carisma non cambiano, ma si potrà modificare la forma per rispondere alle provocazioni del nostro tempo. A partire dalla nostra realtà umana, da battezzate, con la nostra consacrazione siamo partecipi della vita di Cristo- Colui che è Sapienza e abita in noi, ci fa diventare portatrici e testimoni della Sua parola che si fonda nell’amore e nell’amarci gli uni gli altri.
Il secondo relatore del giorno, il professor Tonino Solarino, ha approfondito gli aspetti spirituali e psicologici del tema: “Ecologia della vita quotidiana” e ha sottolineato l’igiene della casa cioè del nostro cuore e l’igiene della relazione.
Il professore Solarino poi, parlando delle patologie del tempo – il “mastica e sputa”; l’attacco di panico; il narcisismo, e lo stile borderline, ha messo in rilievo che siamo chiamate ai nuovi paradigmi di vita e “non conformarci alla mentalità di questo mondo”. La sofferenza psicologica attuale chiede organizzazione diversa, cultura diversa, le patologie cambiano e la psiche esprime le patologie del tempo. Anche la sofferenza ha una sua intelligenza che dobbiamo accogliere: la sapienza di un nuovo modo di stare con sé stesse e con Dio. Bisogna saper distinguere le ferite esistenziali da quelle spirituali perché le ferite della vita aiutano a guarire altre ferite se sono indirizzate a Dio. Parlando dell’igiene del cuore, ha evidenziato che tante nostre azioni sono sincere, e tante altre sono frutto dell’inconsapevolezza e queste feriscono. La crisi poi che le ferite producono dobbiamo prenderla come un’opportunità per permettere l’igiene del cuore che trasforma l’amore in dono, infatti ogni amore nasce dal bisogno, ci chiede di morire a noi stesse per amare gli altri.
Per permettere l’igiene della relazione fraterna, bisogna ricordare che il primo rapporto fraterno comincia dall’ascolto di se stessi: questo è un compito, un dono da scambiarsi vicendevolmente per generare vita e amore. La comunità poi, è il luogo dove si effettua la purificazione.
Il giorno seguente P. Antonio Marzano ha parlato sull’argomento: “Gioia e Pace” che sono i frutti del desiderio, infatti il raggiungimento del desiderio è la felicità. I limiti, inoltre, rendono concreto il nostro desiderio. Quello che non ci fa raggiungere il desiderio è il blocco che non ci aiuta a vedere oltre il limite. Spetta a noi scegliere il mezzo per il raggiungimento del nostro desiderio e sperimentare “uno stile di vita evangelico capace di gioire profondamente senza essere ossessionate dal consumo”. Spetta a noi scegliere la via che conduce alla vera gioia e alla pace, distinguere ciò che è illusione e inganno. P. Marzano, inoltre, ha sottolineato un modo alternativo per vivere la vita, quella modalità che può portare davvero alla vera gioia e pace ed è rimanere in Cristo, infatti la gioia non è soddisfazione dei nostri desideri, ma l’essere in Cristo. Gesù è pace e gioia e l’unico modo per ottenerle è rimanere con Lui!
Il momento di condivisione insieme con il gruppo, è stato il momento più bello, infatti in questo tempo sentiamo forte il bisogno di incontrarci, confrontarci e incoraggiarci e questo non è mai mancato. Dopo la conclusione del convegno, il pomeriggio del 16 maggio, abbiamo sentito il bisogno di condividere ancora insieme con tutte le sorelle della provincia che hanno partecipato. E così, anche se il tempo non è mai a sufficienza, abbiamo comunque avuto la gioia di vederci, incontraci e condividere insieme il desiderio di un nuovo stile di vita.
Siamo grate al Signore e preghiamo affinché ci impegniamo a vivere e testimoniare insieme uno stile di vita basato sullo sguardo contemplativo, capace di “vedere il nuovo nello stesso” per tessere relazione di fede e di amore e diventare così profeti autentici nel nostro tempo.
Una delle partecipanti ha interpretato il gradimento di tutte noi con le seguenti parole:
“Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena” Gv 15,9-11. Il rimanere è un invito di intimità, di una relazione profonda con il Signore nella preghiera, nell’adorazione, nel colloquio silenzioso con Lui che solo è la fonte di ogni sapienza, che getta luce d’amore nel cuore per vivere unita a Lui tutti i momenti della mia vita. Solo se io rimango nel suo amore, mi lascio trasformare da Lui e divento dono d’amore per gli altri. Solo nel rimanere in Lui, posso vedere la Buona Notizia anche nei momenti di crisi, di dolore, nella mia fragilità, nella debolezza e nei miei limiti, nell’accettare tutto questo per imparare l’umiltà, aperta ad accettare la correzione, i limiti e la fragilità degli altri. Infatti, credo che il cambiamento possa accadere cominciando da noi stesse con l’aiuto di Dio e così saremo “brave” insieme, per il Signore. Solo il dono dello Spirito è capace di guarire le ferite, di fare igiene nel mio cuore, e rendermi capace di custodire “la casa” cioè il mio cuore. Solo rimanendo nel suo amore possiamo trovare “il nuovo nel solito”, imparare ed essere esperte nell’incontrare Dio nelle sorelle, esperte nell’esserci, nel perdono, nella tenerezza, nell’intimità e nella chiarezza. “Rimanete nel mio amore…”. Il rimanere nel suo amore è il punto di riferimento, una verità dove posso verificarmi quotidianamente: Dove sono io? Come sto vivendo la mia vita? Vivo per amore di Dio? È non solo un invito per me ma è anche un comando d’amore, un dono è una promessa perché Lui sa che solo in Lui possiamo vivere la gioia piena e la pace vera, e con Lui tutta questa riflessione può dare frutto di testimonianza nella quotidianità.”
A lode e gloria di Dio!
Dalle Sorelle della Provincia “Maria Immacolata”
Il mese di maggio, in molti angoli della terra, è il mese dedicato alla Santissima Vergine Maria, la Madre del Dio incarnato e modello di Madre. Per questo il mondo celebra anche le mamme, donne che hanno accolto la vita che Dio ha permesso che si generasse in loro.
Ovunque, si cerca il modo di rendere loro omaggio, di far risaltare la loro importanza, la preziosità del loro essere, essenziale per la gestazione della vita umana. Nei paesi latinoamericani, si festeggiano le mamme con celebrazioni Eucaristiche, canti, balli, regali, abbracci, fiori, con diversi segni d’amore e gratitudine a chi è capace di dare la vita per i figli; certamente, in tempi di pandemia come quelli attuali, tutto è cambiato.
Alcuni dei valori ai quali formiamo i bambini con la nostra azione evangelizzatrice, sono la gratitudine, il rispetto, l'amore per le mamme, gli anziani, che hanno dato tutto per costruire una famiglia migliore. Ne è una dimostrazione la celebrazione della giornata della Mamme con gli anziani della "Pastorale della salute" e dei "bambini dell'Infanzia Missionaria" della comunità Santa Elisabetta di Ungheria Cusco - Perù. Dal punto di vista umano, o ancor più cristiano, questa attività è molto significativa per i latinoamericani.
I bambini dell'Infanzia Missionaria, attraverso i loro incontri, sia di presenza, i sabati pomeriggio, sia virtuali, l'ultima domenica di ogni mese al mattino, dimostrano grande entusiasmo e responsabilità nelle loro attività. Il loro impegno è ammirevole, fonte di motivazione e dedizione.
D'altra parte, è molto triste la situazione di solitudine e abbandono in cui si trovano gli anziani, soprattutto in questo tempo di pandemia dove sperimentano con più forza l'abbandono, la malattia e la solitudine della vecchiaia.
In questa realtà, la Parola di Dio, sempre viva ed efficace, aiuta molto: “Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi; onora la persona del vecchio e temi il tuo Dio. Io sono il Signore" (Lv. 19, 32), o ancora "Indirizza i giovani sulla via da seguire; neppure da vecchio se ne allontanerà" (Pr. 22, 6).
Il coprifuoco imposto tutte le domeniche in Cusco, a causa della pandemia, non ha permesso che la celebrazione della festa della mamma si svolgesse come programmata, tale ricorrenza è stata anticipata per il sabato 8 maggio. In questa occasione, si è data la possibilità ai bambini dell'Infanzia Missionaria di conoscere gli anziani della pastorale sanitaria, tenuta dalle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore e di condividere qualcosa con loro
Il luogo più adatto per l'accoglienza e la celebrazione è sempre la casa di Dio, la Parrocchia Nostra Signora del Carmen, che nella sua organizzazione dispone di animatori per i gruppi degli anziani e dei bambini, molto vivaci nella conduzione dei gruppi.
Le parole e gli insegnamenti devono sempre essere accompagnati dalle opere, la coerenza in ciò che si dice e si fa, è il cammino di formazione, in questa situazione per i bambini. Il gesto concreto di condivisione è molto significativo nei popoli latinoamericani: gli anziani hanno ricevuto un sacchetto di cibo, un bicchiere di gelatina con frutta, un fiore e un palloncino a forma di cuore: gesti che caricano di emozione le 45 nonne che sono venute all'incontro.
La presenza di due generazioni, la fragilità dell'anziano e la gioia dei bambini, si sono fusi in un affettuoso abbraccio, mentre i piccoli consegnavano i loro doni. In un semplice gesto si è creata l'unione di due generazioni: da una parte, l'esistenza che si avvicina alla meta, quando la vita sta ormai fuggendo, quando si indeboliscono le forze e "si scorge vicino" l'abbraccio con il Padre eterno; e dall'altra, la montagna di sogni dormienti in cuori innocenti che cominciano a valorizzare e a scoprire il senso della vita.
È una bella opportunità far esperimentare ai bambini la realtà di alcuni nonni che soffrono la solitudine e l'abbandono da parte delle loro famiglie e della società, e far vedere come un semplice gesto, li riempie di gioia e di emozione. Ecco la differenza tra la celebrazione che fa la società consumistica e quella che è animata dall'amore per Dio: dare tutto quello che si ha, anche allo "sconosciuto", il quale non appartiene al cerchio familiare!
I bambini hanno goduto di questo incontro e valorizzato la grandezza delle buone opere, di fare il bene e di come ciò arricchisce il cuore di colui che si dà, perché tutto quello che si fa all'altro, si fa a Gesù; infatti, come Lui stesso ha detto, Egli è presente in ogni essere umano, specialmente nei fratelli più vulnerabili che soffrono e hanno bisogno.
Concludendo, la Parola di Dio, ancora una volta, continua a dare senso di Vita Eterna anche ai piccoli di questo angolo del mondo, e per bocca dell'Apostolo, esorta a "dare con gioia", e a ricevere la beatitudine del Signore, "Venite, benedetti del Padre mio, … perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, …" (cfr. Mt. 25, 34-40)
Ecco, i cuori innocenti dei bambini “cusqueños” che sono buona terra! Il seme sta crescendo e vuole dare frutti, il 30, il 70 e il 100!
Sia la buona testimonianza degli adulti che li circondano e della società a permettere loro di continuare a crescere alla luce della fede!
Sorelle del Cuzco - Perù