Le alleanze tra gli esseri umani sembrano essere nate con lui. Per raggiungerla è necessaria, tra l'altro, una riunione, che assume un carattere imprescindibile per l'analisi della questione. Le riunioni sono motivate da motivi molto diversi. Ce ne sono di tutti i tipi. Con la più varia gamma di partecipanti e luoghi della terra in cui si svolgono.
Dopo tante incertezze dovute alla pandemia e alle restrizioni, non appena gli Stati Uniti hanno riaperto i voli per entrare nel Paese, è stato organizzato subito il Capitolo della Provincia St. Francis.
La superiora generale Sr Paola Dotto e le consigliere Sr Tiziana Tonini e Sr Rose Thomas Palamthattel sono arrivate nella casa provinciale di Peekskill il giorno 10 novembre alcuni giorni prima della celebrazione del capitolo, programmato dal 14 al 18 novembre.
Il giorno 13 sono arrivate le suore dalle due comunità del New Jersey: da Fairview e da Totowa.
Il pomeriggio è stato dedicato alla preghiera, all’adorazione, il silenzio in preparazione al Capitolo.
La Santa Messa domenicale delle ore 9.30 del 14 novembre è stata offerta come celebrazione di apertura del Capitolo; erano presenti anche alcuni laici associati. Le sorelle capitolari si sono poi ritrovate nella sala “Sacro Cuore” dove era tutto pronto per iniziare il XV Capitolo della Provincia “St. Francis”.
Dopo la preghiera iniziale ed il saluto di accoglienza della superiora provinciale Sr Laura Morgan, la Superiora generale Sr Paola Dotto ha aperto ufficialmente il capitolo con il suo discorso iniziale, nel quale ha sottolineato il significato della data: 14 novembre, come evento congregazionale: “Iniziamo questo nostro incontro capitolare in un giorno particolarmente significativo per la nostra Famiglia religiosa. Il 14 novembre di 161 anni fa, l’Arcivescovo di Udine, Mons Giuseppe Luigi Trevisanato, ha firmato il Decreto di Fondazione del nostro Istituto ed ha accolto e riconosciuto con gioia, come benedizione del Signore, la nascita della nostra Famiglia religiosa, voluta per le Missioni Apostoliche e per l’educazione delle fanciulle soprattutto povere. Dio Padre ha affidato questo prezioso ‘dono’ ai nostri Fondatori, Laura Leroux e Padre Gregorio Fioravanti.
Dopo cinque anni il carisma missionario si è incarnato nelle nostre sorelle inviate proprio qui, negli Stati Uniti, per sostenere i migranti provenienti dai vari Paesi d’Europa, e sconvolti dalla paura e dalla povertà di guerre interminabili.
Ritrovarci qui oggi è per noi segno di una rinnovata speranza nella forza del carisma che vuole essere aperto alla novità dello Spirito e alla Sua creatività missionaria…
Sr Paola ha evidenziato l’importanza di questo giorno anche come evento ecclesiale: Oggi nella Chiesa, per volontà di Papa Francesco, ricordiamo anche la V giornata dedicata ai poveri. Anche questo possiamo considerarlo un segno per noi.
L’abbraccio simbolico è avvenuto ad Assisi due giorni fa, fra Papa Francesco e 500 poveri provenienti da tutte le parti del mondo in rappresenta di tutte le persone che vivono nella povertà. Con questo gesto il Papa ci ricorda che è tempo di restituire dignità e parola ai poveri” e che “i poveri ci mostrano il volto di Gesù e quindi nessuno più di loro può dirci come essere cristiani e consacrati.”
Sr Paola ha apprezzato il tema del capitolo: “Vivere la nostra vita francescane portando la luce e la vita del Cuore di Cristo al mondo”.
“Il tema di questo XV Capitolo della Provincia “S. Francis” è attuale ed in linea con il programma Capitolare. Vivere la quotidianità nella passione semplice, umile e lieta di S. Francesco, è la maniera più diretta e concreta per portare ovunque Gesù alle persone ed aiutarle a scoprire anche in loro la Sua presenza.
Prima della dichiarazione ufficiale di apertura ha presentato all’assemblea la grande sfida della sinodalità: “Lo Spirito ci dice che è tempo di “camminare insieme”. E’ il tempo della sinodalità!
Dobbiamo aiutarci nella consapevolezza che è tempo di incontrarci, di condividere, di accogliere la bellezza della novità che ogni persona è e può donare.
Insieme, come sorelle della stessa Famiglia, viviamo questa spinta ecclesiale camminando insieme al popolo di Dio, a tutto mondo.”
L’assemblea ha poi svolto l’impegno delle procedure preliminari. Nel pomeriggio è stata ascoltata la relazione della Superiora Provincial sr Laura Morgan, dal titolo: “La gratitudine dona il significato al nostro passato, porta pace al presente e offre una visione per il futuro”.
Le giornate del 15, 16 e 17 novembre (mattina) sono state dedicate alla riflessione e discussione di alcune tematiche molto importanti nella Provincia e alla revisione degli Statuti.
Il 17 novembre Festa di Santa Elisabetta d’Ungheria, patrona del Terz’Ordine Francescano e della nostra Famiglia religiosa, si sono avute le elezioni del Nuovo Consiglio durante la sessione pomeridiana.
Ecco le sorelle scelte per il nuovo consiglio.
Sr Anne James Guerin Superiora Provinciale
Sr Anna Maria Not 1ª consigliera e Vicaria
Sr Clare Poothakuzhiyil 2ª consigliera
Sr Laura Morgan 3ª consigliera
Sr Gloria Aranguiz Salas 4ª consigliera
In capitolo sono poi continuati i lavori di riflessione, di discussione e di approvazione per un percorso provinciale che nonostante la povertà numerica si affida con fiducia all’amore provvidente del Signore.
Prima della chiusura ufficiale del Capitolo, la Superiora generale ha donato alla Provincia un copri-ambone di San Giuseppe con Gesù e alle sorelle capitolari gli oggetti con l’immagine di padre Gregorio preparati per i 200 anni della sua nascita che ricorre il 24 aprile 2022.
Anche la Provincia ha presentato i suoi doni alla Superiora generale e alle consigliere come segno di gratitudine e di comunione.
Sr Paola ha quindi chiuso il capitolo con parole di speranza e desiderio di bene per questa prima Provincia della nostra Famiglia religiosa e ha concluso: “Con tanto affetto, e contando sul vostro rinnovato impegno nella vita consacrata, con speranza, auguro a tutte di riprendere il cammino con la sfida e il coraggio dell’Amore, che sa generare sempre in novità”.
https://www.francescane.org/index.php/categoria-ultime-news/itemlist/?start=98#sigProIdbe574d4e84
La mancanza di risorse per avere un pane da portare in bocca è una realtà in molti angoli della terra, anche nel sud del Cile, nella X Regione di Los Lagos. Nella città turistica di Puerto Varas, c'è un settore, un quartiere povero, la città di Puerto Chico. Le Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore sono presenti in mezzo ai poveri e sofferenti, dal 1954. Per rispondere ad una delle esigenze della popolazione, una religiosa italiana fonda una sala da pranzo, il cui nome è MENSA APERTA SUOR ANAPIA. Oggi come ieri, per dare da mangiare all'affamato!
In tempo di Natale, quando Dio manifesta il Suo Amore Eterno, donandoci il suo Figlio, "la Parola si è fatta carne ed ha dimorato tra noi" come ci trasmette san Giovanni, continua a comparire nella mangiatoia di quella mensa, nella mangiatoia dei cuori aperti e caritatevoli che condividono il pane con chi non ne ha. Questa semplice esperienza sia come la stella di Betlemme che guida gli esseri umani ad offrire regali al Bambino Dio che si manifesta in chi soffre.
Ogni battezzato è chiamato ad annunciare Gesù Cristo, essere testimone con la vita e con la parola. Quanto più, le Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, chiamate dal Signore per arrivare fino ai confini della terra. Confine che si chiama oggi, il quartiere Puerto Chico, una popolazione da tempo emarginata : abitanti rifiutati dalla società, perché la vita li ha provati e sono caduti nella delinquenza e nell'alcol. Grazie a Dio, al dono generoso, delle religiose e di tanti benefattori, le condizioni di vita migliorano, tuttavia, il flagello delle bevande alcoliche rimane presente nella vita di uomini e donne, come pure la fame, che corrode le viscere e tocca i sogni e le speranze delle famiglie povere, che oggi come ieri popolano la terra.
C'è più gioia nel dare che nel ricevere dice la Parola di Dio e anche la vita di tanti uomini e donne, che scoprendo il Signore in chi soffre, condividono quello che sono e quello che hanno, essendo, questo, fonte di gioia.
Oggi, in tempo di Natale, il mondo si riempie di beni materiali, riempie il suo corpo di cibo e bevande in eccesso, droghe e piaceri, viaggi e stravaganze. Vanità di vanità, dice l'Ecclesiaste (12, 8), tutto finisce. Altri invece trovano gioia e senso della vita nel dare e nel donarsi. Mentre si vive su questa terra, è possibile, per ogni persona, vivere e sentire la vera gioia del cuore, quella che nessuno può strappare, perché fa parte della storia di ciascuno. La gioia della carità, è il motore per continuare l'esistenza con speranza e pace, nonostante le contrarietà che si incontrano nel percorrere la vita.
Nella mensa aperta “Suor Anna Pia, “con l'aiuto di alcune istituzioni e persone, che di generazione in generazione collaborano, si riesce a dare il sostentamento quotidiano alle persone che vengono a pranzo. Prima della pandemia, la condivisione era quotidiana, ora, per motivi di essa, il pranzo viene loro consegnato solo tre giorni alla settimana, a beneficio di persone senza lavoro e con scarse risorse, di coloro che vivono in strada, alcolizzati e tossicodipendenti, famiglie a basso reddito, migranti e chiunque ne abbia bisogno. In generale, circa 60 persone ricevono il cibo, che comprende un piatto unico abbondante, pane e dessert. A volte, quando le provviste sono abbondanti, si condivide loro più pane, cibo fondamentale per i cileni, e una borsa con viveri per il resto della giornata. Tutto è accompagnato dal cibo spirituale, canto, preghiera, una breve catechesi, e gare che riscaldano l'aria fredda della zona, per la pioggia costante e l'umidità, con le loro voci, risate e applausi ai vincitori, che ricevono succhi, biscotti e un pezzo di dolce. Quelli che non hanno nulla, sono felici con così poco, con un alimento semplice, insignificante per il mondo, ma così significativo per loro, addolcisce loro la vita! Ogni giorno porta una novità, un volto nuovo di Cristo per accogliere e sorridere, per nutrire e ascoltare, per guarire e amare.
"Bisogna aiutare a riconoscere che l'unico modo è di imparare ad incontrarsi con gli altri con l'atteggiamento giusto, che è di valutarli e accettarli come compagni di cammino, senza resistenze interne. Meglio ancora, si tratta di imparare a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella sua voce, nelle sue rivendicazioni. È anche imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando riceviamo aggressioni ingiuste o ingratitudine, senza mai stancarci di optare per la fraternità". (Evangelii Gaudium)
In Cristo Gesù, siamo famiglia di Dio, siamo figli nel Figlio e fratelli di tutti. Grazie alla generosità di molti, è possibile fare la carità, ognuno dando ciò che è e ha, tutti apporti molto preziosi agli occhi di Dio: il collegio Puerto Varas, che mensilmente fa arrivare pacchi, e per Natale, cesti natalizi; mentre il Collegio Tedesco, una volta alla settimana, offre il pranzo portando gli ingredienti per il menu che loro determinano, inoltre ogni fine anno, collaborano con i cesti natalizi per circa 35 persone. C'è anche un contributo umano, preziosissimo: il piccolo gruppo di volontari che con disponibilità e generosità lavorano per ottenere più cibo, fanno acquisti, donano il loro tempo e la vita, esponendola, in questi tempi di pandemia, per consegnare a casa il pranzo alle famiglie, per l'impossibilità di avvicinarsi al recinto perché prostrati o malati e anche per evitare gli ingorghi. ¡Grande opera dei benefattori! , in essi diventa palpabile la mano di Dio, che è presente in ogni persona che dà senza sperare nulla in cambio e che, forse, non si rende conto che è il Signore, con la forza del suo Spirito, che spinge a compiere questo servizio con generosità e costanza.
Non c'è tesoro più grande che possiamo offrire ai nostri contemporanei che seguire ogni giorno il Signore, testimoniando il suo Vangelo. Imparando dall'umiltà di Cristo che, seguendo tutta la volontà del Padre, è venuto per servire, per "dare la sua vita in riscatto per molti" (Mt 20,28).
L'azione caritativa e apostolica che si svolge nella mensa aperta Suor Annapia, riempie il cuore di gioia, si dà il meglio di sé, mettendo al servizio del fratello bisognoso i talenti e i doni ricevuti da Dio, che senza dubbio dirà compiaciuto quando ciascuno si presenterà alla sua presenza per essere giudicato: "Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete l'eredità del Regno preparato per voi dalla creazione del mondo. Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete accolto; ero nudo e mi avete vestito; ammalato e mi avete visitato; in prigione, e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato, e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo, e ti abbiamo vestito? Quando ti abbiamo visto malato o in prigione, e siamo venuti a trovarti?". E il Re dirà loro: "In verità io vi dico che quanto avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me... (Mt. 25, 31-46).
Dio è il Bene, il tutto buono, creando i suoi figli, li ha dotati della bontà, della misericordia, della compassione... , Il bene più grande è avere Dio nel cuore, questa è la vera gioia come anche sperimentare in ogni istante, che Egli è Padre, che la sua Divina Provvidenza, non abbandona mai.
A volte il nostro mondo dimentica il valore speciale del tempo impiegato accanto al letto del malato, perché siamo pressati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, e dimentichiamo la dimensione della gratuità, dell’ occuparsi, del prendersi cura dell'altro. In fondo, dietro questo atteggiamento c'è spesso una fede tiepida, che ha dimenticato quella parola del Signore, che dice: "A me l'avete fatto".
Il Signore ci ricorda la peculiarità del suo messaggio: la carità.
La carità non come mera filantropia, ma come vero amore a Dio che vive realmente nel prossimo.
Non basta limitarsi a non criticare gli altri, bisogna parlare bene del mio prossimo, promuovere il bene e tacere il male, parlare bene degli altri. È quello che si è voluto fare oggi, divulgare il bene che si fa nella sala da pranzo aperta” Suor Annapia,” nel sud del Cile.
Rispondendo all’invito di Papa Francesco a vivere le tappe Diocesane della Gmg che si celebrerà a Lisbona del 2023, i giovani della Diocesi di Roma si sono messi in cammino e con loro anche noi, alcune giovani suore della comunità Maria Immacolata di Centocelle. Ci siamo unite a due Frati Cappuccini della nostra parrocchia di San Felice da Cantalice. Il gruppo era vario e numeroso: alcuni giovani e ragazzi scout, alcune volontarie e altri che seguono il cammino formativo della Parrocchia. L’appuntamento per incontrarci era a San Giovanni in Laterano. Ci siamo poi unite agli altri giovani della Diocesi di Roma, rendendo più concreto il cammino sinodale attraverso un semplice pellegrinaggio camminando per le strade di Roma, proprio le stesse strade che i Papi hanno percorso per raggiungere il Vaticano, quando vivevano ancora nel Laterano. Abbiamo raggiunto il Colosseo, Piazza Venezia, Via Vittorio Emanuele II e siamo giunti a Via della Conciliazione che ci ha condotto a Piazza San Pietro dove imponente sorge la Basilica di San Pietro con il suo colonnato che accoglie e abbraccia. Su queste storiche strade, i grandi Santi hanno vissuto un’intensa pastorale giovanile, uno fra tutti San Filippo Neri, il santo dei giovani per eccellenza.
Camminando insieme con altri giovani si ravviva l’entusiasmo, avvicinandoli ci apriamo all’amicizia cominciando dal saluto e soprattutto ascoltandoli nel loro racconto di vita con le loro varie attività.
Giunti a San Pietro alcune giovani volontarie che animavano i partecipanti, ci hanno distribuito la colazione. Dopo aver fatto colazione, con i biglietti che ci avevano consegnato a San Giovanni in Laterano prima di partire, siamo entrati in Basilica ad attendere l’incontro con il Santo Padre Francesco, nostro Vescovo che ha concluso l’incontro con la celebrazione Eucaristica. Il Papa ci ha invitato a riflettere sulla Parola di Dio tratta dall’Apocalisse di san Giovanni e dal Libro del profeta Daniele contemplando Gesù Re dell’universo il quale ha l’ultima parola sulla nostra esistenza, che ci dà speranza, illuminando la notte.
L’oscurità della vita che stiamo soffrendo in questo nostro tempo, ha bisogno di occhi luminosi per dare luce alle tenebre del nostro cuore e intorno a noi ed avere il coraggio di alzare lo sguardo per vincere la tentazione di rimanere nelle nostre paure. Questo è l’invito “Alza lo sguardo, àlzati!”, che il Papa ha lanciato per accompagnare i giovani nel cammino verso la Gmg di Lisbona del 2023. Ci ha invitato ad essere capaci di sognare, e capaci di portare avanti con coraggio i nostri sogni, per non lasciar soffocare i grandi ideali di questo mondo. Il Santo Padre si è manifestato molto riconoscente per la presenza e il contributo dei giovani nella chiesa che con entusiasmo e coraggio portano avanti i loro sogni.
Ci ha ripetuto: “Grazie, grazie, quando siete capaci di portare avanti i sogni con coraggio, per quando non smettete di credere nella luce anche dentro le notti della vita, per quando vi impegnate con passione per rendere più bello e umano il nostro mondo. Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione. E soprattutto grazie perché in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali, non perdete in questo mondo la capacità di sognare! Non vivere o addormentati o anestetizzati. No: sognare vivi. Questo aiuta noi adulti e la Chiesa. Sì, abbiamo bisogno anche come Chiesa di sognare, abbiamo bisogno dell’entusiasmo, abbiamo bisogno dell’ardore dei giovani per essere testimoni di Dio che è sempre giovane!!”
Sr. Annabel Alera
I pigmei sono un gruppo etnico generalmente noti per vivere nella foresta pluviale equatoriale dell'Africa. Hanno un forte senso di vita comunitaria, caratterizzato da uno stile di vita secondo natura, unico. Il loro ambiente naturale fornisce tutto ciò di cui hanno bisogno per il loro sostentamento. Generalmente sono facilmente identificabili dalla loro fisionomia unica e bassa statura caratteristiche che li differenziano da molte altre tribù o clan. Parlano una lingua comune conosciuta come "Bakar".
L'istruzione accademica non fa parte della loro tradizione: date le strutture che hanno a loro disposizione e le grandi distanze. Per questi motivi molti di loro non frequentano la scuola, hanno piuttosto un’educazione informale e orale. Hanno un naturale modo sinfonico e melodioso di cantare, usano le loro voci in modo eccellente. La maggior parte delle loro canzoni parlano delle loro tradizioni e della loro storia.
I Pigmei sono circondati dai "Banti", (un nome che si riferisce alle persone che vivono nell'Africa Centrale, Orientale e Meridionale) con cui più spesso sono costretti a confrontarsi in molte aree e in molti aspetti. La sfida dell'integrazione e del rispetto reciproco delle culture lascia ancora molto a desiderare. La soluzione reale e duratura rimane quella dell'educazione.
Ogni cultura ha bisogno di essere educata ed evangelizzata perché la convivenza più umana e dignitosa possa caratterizzare il rapporto tra i pigmei e i "banti". Tuttavia molto è già stato fatto in questo campo e molto resta ancora da fare, poiché le sfide sono ancora aperte. Nella regione del SANGHA, precisamente a Sembe, abbiamo entrambi i gruppi che vivono nella comunità, anche se con molte sfide che devono ancora essere affrontate.
Ecco perché pastoralmente, la Chiesa locale porta avanti iniziative che possano aiutare a creare una consapevolezza dell'Amore di Dio per l'umanità e per ogni essere umano, indipendentemente dall'origine, dalla razza o dalla nazione. È in questa luce di incoraggiamento a portare l'amore di Dio all'umanità che la Diocesi di OUESSO ha organizzato un concerto musicale tra i pigmei delle diverse località, che dovevano convergere a PEKE, intorno al loro Vescovo, sacerdoti e religiosi e a tutta la popolazione per cantare le lodi a Dio onnipotente che è padre di tutti.
Una volta ricevuto l'invito del Vescovo, noi suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore che dal 1995 siamo a Sembe, abbiamo immediatamente invitato i ragazzi della nostra Scuola, San Kizito di LIPOUA e quelli del quartiere. Abbiamo radunato 21 ragazze e ragazzi e subito abbiamo iniziato la prova dei canti. Tutti i membri della nostra comunità religiosa, nei diversi campi di lavoro, hanno partecipato e incoraggiato. I ragazzi spesso sono stati accompagnati fino alle loro case, in macchina, per rassicurare i genitori che i loro figli erano effettivamente con noi. Molto spesso Anita PUNCINI, una volontaria della Svizzera che vive con noi già da tanti anni, faceva questo servizio.
Dopo tre settimane di prova di canti in cui abbiamo goduto le voci meravigliose e le espressioni gioiose delle ragazze e ragazzi ci siamo sentite così bene e grate verso Dio che ci ha usate come strumenti per trasmettere il suo amore e la gioia ai sui figli, i pigmei. È arrivato il tempo della partenza per PEKE, ci accompagneranno: Mme Esther infermiera del nostro ospedale, Mme Nadia e signor Jean Ndamo entrambi insegnanti delle nostre scuole a EGNABI e LIPOUA, membri della corale parrocchiale e il dott. Buka, medico nel nostro ospedale. Certamente le suore non potevano mancare: Suor Lucia Superiora della Comunità, sour Ritapia Direttrice dell’Ospedale e suor Blessing Responsabile delle nostre scuole.
Il nuovo coro ha preso il nome di: CORO SAN KISITO di LIPOUA - SEMBE. La scelta del nome è dovuta al fatto che il Santo è un giovane africano dell'Uganda che è morto a causa della sua fede in Dio e che oggi è un modello di fede per i giovani africani.
Sabato 13 novembre 2021 siamo partiti per PEKE in due pulmini. Si sentiva che l'emozione riempiva di gioia ogni persona. Siamo arrivati a PEKE a mezzogiorno. Essendo la prima uscita e la prima volta che i ragazzi raggiungevano la città di Ouesso, la capitale della loro regione SANGHA, abbiamo deciso di fare qualche giro in città per conoscere alcuni luoghi importanti. Erano così commossi che alcuni di loro non finivano di ringraziare le suore per tutto quello che fanno per loro.
Il concerto musicale è iniziato alle ore 19, partecipavano sei cori provenienti da varie zone pastorali della PEKE e di altre parrocchie come: Peke, Palmeraires, villaggio di Parigi, Zoulabouth, Biessi, Lipoua da Sembe. I cori hanno fatto la loro presentazione in presenza del Vescovo della diocesi di Ouesso, Mons. Yves MONOT, del Vescovo della diocesi di Imfondo Mons. Daniel NZIKA, dei Sacerdoti e Religiosi di varie congregazioni e di tutti i fedeli.
La nostra profonda gioia non si basa solo sul fatto che i nostri ragazzi abbiano cantato meglio di tutti, ma sull'espressione di gioia e libertà che abbiamo potuto cogliere nei volti di tutti i Pigmei radunati per il concerto. Certamente attraverso questa esperienza loro hanno potuto sperimentare l'amore di Dio verso ogni uomo e anche rinforzare la loro appartenenza alla società in cui vogliamo vivere da figli di Dio. Il giorno dopo, abbiamo partecipato alla celebrazione eucaristica nella nuova Chiesa di PEKE e poi abbiamo intrapreso il ritorno a Sembe.
Questa esperienza è stata unica e rimarrà, come un momento indimenticabile per noi suore perché Dio ci ha permesso di condividere con tutti gli altri Pigmei della Regione la certezza di essere fratelli in Gesù. Ringraziamo l'Onnipotente per il suo amore che non ha limiti. Il mandato evangelico risuona ogni giorno nei nostri cuori: “Andate dunque e fatte discepoli tutti i popoli, …" (Mt 28,19a).
Suor Blessing Lukong
“Il buon Gesù faccia che in tutti i cuori delle sue Missionarie
risplenda la santa carità del suo Cuore” (F3, pag.184)
Shalom Matha Bhavan, è uno dei nostri centri d’accoglienza appartenenti alle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, con sede a Manjeri Kerala. Fedeli alle nostre origini e alla nostra ’identità di FMSC serviamo con gioia e predilezione le “sorelle con bisogni particolari”. Sono circa sessanta le donne di cui ci prendiamo cura. Queste donne hanno trovato in noi una famiglia che vuole loro bene, le accetta e provvede loro il sostentamento grazie al contributo di tante persone generose.
Il servizio fraterno che realizziamo con le donne a Manjeri, va oltre la “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” di salvaguardare la dignità della persona e la sua integrità, perché noi FMSC, sull’esempio di Francesco d’Assisi, ritroviamo nei poveri il volto sofferente di Gesù. Fedeli al nostro spirito francescano-missionario amiamo e serviamo il Signore nei poveri, restituiamo loro la dignità di figli creati a immagine e somiglianza di Dio. Infatti, il Signore ce le ha affidate e noi, con i sentimenti del Cuore di Cristo, offriamo loro dei piccoli gesti di tenerezza e di amore da parte del Padre Celeste.
Perché possa risplendere la carità del Cuore di Gesù, abbiamo aperto questa missione a Manjeri nel 2010, per rispondere ai bisogni delle donne che soffrono per la violenza domestica anche a causa della dote non versata e per altre forme di maltrattamento e abbandono. La maggior parte di queste donne sono vittime di abusi sessuali, di malattie oncologiche, disturbi bipolari, schizofrenia, depressione e maltrattamenti domestici… sono donne veramente vulnerabili.
Abbandonate e immerse nella solitudine assoluta, si rifugiavano nelle stazioni degli autobus e dei treni, trovavano il loro cibo nei bidoni della spazzatura. Queste “sorelle” sono state condotte nella nostra casa dalla polizia locale, dagli assistenti sociali ed, a volte, anche dai propri familiari. Loro sono originarie di Manjeri e di altre zone circostanti: Calicut essendo una stazione ferroviaria importante, raggruppa molte di queste persone, che in un certo modo trovano un rifugio in stazione, la maggioranza sono persone venute dal nord dell'India in cerca di lavoro o di una vita migliore. Ma spesso cadono nella rete della tratta di esseri umani e vengono sfruttate.
Tutte le persone che arrivano a Shalom Matha, trovano una casa accogliente e affettuosa e chi si prende cura della loro sofferenza con la medicina, il consiglio, l’amore sincero nello stile francescano, senza pregiudizi sulla cultura, colore della pelle o della religione. L’importante è riportarle alla vita normale.
Le donne occupano il loro tempo coltivando verdure, fiori, aiutando in cucina, lavando i piatti e aiutando altre amiche più bisognose di loro; pregando, cantando, ballando o realizzando programmi culturali per intrattenere se stesse e le altre. Le suore trascorrono il loro tempo condividendo ogni ora del giorno e della notte. Quattro delle cinque suore sono infermiere specializzate, un medico, dall’ospedale più vicino, le visita una volta alla settimana.
La Provvidenza divina ci accompagna sempre in tutti i bisogni e siamo molto grate alla cura paterna e amorevole del Padre celeste che ispira i cuori generosi a sostenerci in diverse maniere: cibo, abbigliamento, medicine, ecc. Facciamo proprie le parole del nostro fondatore il venerabile P. Gregorio Fioravanti e lodiamo Dio perché “Meravigliosi sono i tratti della Provvidenza!”
https://www.francescane.org/index.php/categoria-ultime-news/itemlist/?start=98#sigProIde7ac90b76e
Con grande gioia condividiamo la testimonianza della nostra consorella, Superiora provinciale suor Antonia Piripitsi, nell’incontro del papa Francesco con i sacerdoti e i religiosi, nella Cattedrale Maronita “Nostra Signora delle Grazie” di Nicosia il 02/12/ 2021, durante la sua visita pastorale a Cipro.
Santo Padre,
Le diamo il nostro caloroso benvenuto in questa isola dei Santi Barnaba e Paolo, e di tanti altri santi e sante che hanno contribuito all’evangelizzazione del popolo di Cipro.
Tale evangelizzazione è stata anche portata avanti attraverso tanti religiosi e religiose che ci hanno preceduto e hanno dato priorità all’educazione dei bambini poveri. Questa missione continua fino ai nostri giorni nelle scuole cattoliche, che sono mezzo efficace per testimoniare l’amore di Dio e inculcare i valori umani, cristiani e religiosi.
Santità, le scuole cattoliche dell’isola attualmente esistenti ed in piena attività sono solamente tre: Il Terra Santa College a Nicosia (fondato nel 1646) appartenente ai frati Francescani Minori, la Scuola Santa Maria a Limassol, che nel 2023 celebrerà il suo centenario, appartenente alle suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore e la scuola elementare di San Marone a Anthoupoli, frequentata soprattutto da alunni maroniti. Sia il Terra Santa College che la Scuola Santa Maria sono aperti a ragazzi e ragazze di tutte le etnie, mentalità, culture e religioni. Un luogo d’incontro veramente ecumenico, senza alcuna discriminazione, dove si costruiscono ponti, dove gli alunni imparano a rispettare l’un l’altro nella sua diversità, ad amarsi, ad aiutarsi, a dialogare, a collaborare insieme per costruire un futuro migliore, un futuro dove tutti possono vivere da fratelli e sorelle, senza distinzione di razza, cultura, religione o lingua.
Nel recente passato c’erano ancora altre tre scuole, che purtroppo siamo state costrette ad abbandonare dopo l’invasione delle forze turche nel 1974; alcune delle nostre suore più anziane raccontano con dispiacere come hanno dovuto fuggire senza indugio, per salvarsi la pelle. Pensavano di dover stare via solo una notte e di ritornare il giorno dopo, ma quella notte dura da 47 anni.
L’anno 1974 ha segnato una pagina drammatica nella plurisecolare convivenza pacifica tra la popolazione greca-cipriota cristiana e turco-cipriota musulmana. La divisione di Cipro ha radicalmente cambiato non solo assetto politico e sociale dell’isola, ma anche la nostra missione nella zona occupata nella parte nord. Nonostante diverse difficoltà e pericoli le suore, assistite dai sacerdoti maroniti, non hanno mai smesso ad essere presenti, povere tra la gente povera, per sostenerla spiritualmente e moralmente, e far sì che le campane di alcune chiese continuino a suonare.
Le nostre suore originarie di Kormakiti, Asomatos, Ayia Marina e Karpasha stanno avanzando negli anni, mentre si constata che vengono a mancare le famiglie cattoliche perché, dopo la divisione dell’Isola, sono sparse ovunque; inoltre, come in molti paesi d’Europa anche a Cipro la crisi demografica e laicizzazione della vita quotidiana rende i nostri giovani poco disponibili alla vita di servizio nella Chiesa. Si tratta di una sfida importante, che affrontiamo con la preghiera e con la testimonianza, perché appaia attraverso di noi tutta la bellezza della sequela.
Santità, la nostra provincia di Sant’Elisabetta d’Ungheria delle suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore ha iniziato l’itinerario preparatorio del nostro giubileo di 150 anni della presenza nel Medio Oriente che celebreremo l’anno prossimo 2022. Il tema che affronteremo sarà: “Arricchite dalle esperienze del passato viviamo il presente con fiducia e affrontiamo con coraggio le sfide del futuro”, è il nostro programma del giubileo di 150 anni di presenza e missione in Medio Oriente. Promettiamo di vivere questo tempo di grazia come uno spazio di rinnovamento che aspettiamo da Dio, datore di ogni bene, di ogni vocazione e di ogni fedeltà.
Nel corso dell’anno di San Giuseppe che volge al termine, desideriamo rinnovare il nostro entusiasmo personale e comunitario al servizio del Vangelo. E alla sua presenza, Santo Padre, affidiamo a san Giuseppe e a Maria Santissima tutte le nostre attività pastorali ed educative. Grazie di essere qui, in mezzo a noi!
https://www.francescane.org/index.php/categoria-ultime-news/itemlist/?start=98#sigProIde2c27331af
“I tempi sono cambiati e purtroppo la Chiesa sembra isolata e deserta…” Spesso usiamo questa frase ormai abusata, in realtà non ci rendiamo tanto conto di quanto sia reale e grave quello che sta accadendo e quanto profondo sia il fossato che, dopo la pandemia, separa ancor più la chiesa dalla gente e dalla comunità civile.
Le scelte coraggiose di papa Francesco ci stimolano ad iniziare qualche riflessione assieme ai parroci e agli altri addetti alla pastorale.
Partiamo dalla nuova esperienza di SINODO, che il Papa ci ha proposto in forma del tutto nuova: non più una consultazione dei soli Vescovi, ma uno studio, una seria e ampia riflessione a partire da tutto il popolo di Dio, convocato in Sinodo.
Se ci pensiamo, la responsabilità che ci è condivisa è emozionante, del tutto nuova.
La struttura “SINODO” è stata introdotta dall’illuminato papa Paolo VI nel collegio episcopale. La parola in sé: “Sinodo” è un vocabolo antico legato alla Tradizione della Chiesa, composto dalla preposizione “con”, e dal sostantivo “via” indica il cammino fatto insieme dal Popolo di Dio. I credenti sono compagni di cammino, chiamati a testimoniare e ad annunciare la Parola di Dio.
Sulla base di tutto questo il Santo Padre, guardando alla primitiva comunità di Gerusalemme, ha invitato tutto il popolo di Dio a riunirsi in ascolto e discernimento dello Spirito.
La riforma voluta da papa Francesco si articola in più fasi: La prima fase coinvolgerà le Chiese locali e durerà fino ad aprile 2022: sarà la «consultazione del popolo di Dio». La seconda fase è continentale e recepirà gli spunti emersi dalle chiese locali. L’ultima fasi è l’incontro dei vescovi con il papa nell’ottobre 2023 in Vaticano.
Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?
Per cercare risposta la diocesi di Roma ha preparato delle schede per un cammino di discernimento sinodale basato sulle BEATITUDINI, ad ogni livello ecclesiale, da realizzare in ciascuna realtà.
Anche le nostre comunità religiose sono chiamate, come parte della chiesa locale, a vivere la sinodalità. La nostra superiora generale, con comunicazione specifica, ci ha sollecitate ad una partecipazione speciale come consacrate invitandoci a riflettere e ad interrogarci sul tema della sinodalità, decisivo per la Chiesa, per la sua vita e missione.
Ci aspetta quindi un lavoro sinodale nel quale “siamo chiamate innanzitutto a pregare lo Spirito Santo perché apra il nostro cuore e la nostra mente, permettendo a Lui di illuminarci ed accogliere la sua Creatività, così come vuole il Padre”.
Il nostro Parroco, Fra Mario Fucà ci ha dato un segno tangibile di qualcosa che vuol cambiare, chiedendo di incontrare tutta la Comunità. È venuto col confratello, fra Enzo e ci ha letteralmente aperto il suo stato d’animo in questo tempo così particolare di Sinodo, che per lui significa impegnarsi maggiormente nell’ascolto, nell’incontro. Ha riflettuto sulla preziosa presenza della vita consacrata nel suo territorio e sollecitato l’attenzione su quella nostra presenza privilegiata che, se per motivi di età, non può più essere nell’attività, può tuttavia riscoprire il suo vero posto nella comunità cristiana che è: la presenza orante, l’ascolto e la testimonianza dell’assoluto di Dio nella nostra vita. Ha poi incoraggiato le suore a essere presenti soprattutto nelle circostanze di preghiera comunitaria come l’Adorazione Eucaristica e la messa domenicale, per essere con la gente, pregare con loro ed essere testimoni.
La comunità si è mostrata molto attenta a queste proposte del parroco e ha subito risposto positivamente. Siamo consapevoli di entrare in un movimento che avrà le sue fatiche, ma lo facciamo nella consapevolezza che è nella profezia della vita consacrata e nella multiforme ricchezza dei suoi carismi, camminare insieme, nella chiesa, per rallegrarci, scrutare, contemplare, annunciare, accogliere le diversità e vivere la prossimità.
Comunità di Centocelle-Roma
Quando San Francesco scoprì in Cristo il senso della sua vita, sentì l'urgenza di comunicare con gioia, il "tesoro che aveva trovato", perché l'amore tende ad espandersi.
Anche noi, Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, eredi dello spirito di San Francesco sentiamo il bisogno d’integrare meglio il nostro vissuto con i laici, offrendo loro la nostra ricchezza carismatica come un'istanza di crescita nell'amore e un invito a partecipare alla nostra missione evangelizzatrice.
Il vissuto del mistero cristiano è inesauribile nella Chiesa: dall'integrazione dei diversi carismi si manifesta al mondo, il volto di Cristo.
I religiosi ricevono dai laici il loro senso del concreto, il loro modo peculiare di vivere la fede, la loro ricchezza umana, la loro visione della vita. I laici, da parte loro, attendono dalle religiose motivazioni per approfondire il senso della vita, proposte di valori perenni e trascendenti e una testimonianza autentica di vita spirituale.
Brevemente presentiamo la vita di una comunità di laici associati alle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, nella città di Lima, Perù, accompagnata dalla fraternità religiosa. Durante il tempo di contingenza sanitaria, sorge l'imperiosa necessità di elaborare materiale visivo per approfondire, per mezzo di videoconferenza ed altro, l'accompagnamento e lo spazio di formazione dei nostri laici associati; estendendo l'invito alle altre fraternità presenti nei paesi latino-americani.
Il materiale audio visivo suppone l'elaborazione di testi e la scelta dei sacerdoti o altre persone per la presentazione dei temi, in questo modo si fa buon uso dei social network, che, nel periodo di isolamento rigoroso, sono stati lo strumento, oltre che per la preghiera anche per il sostegno emotivo e l'accompagnamento spirituale dei membri della fraternità, che soffrono perdite, angoscia, solitudine e in alcuni casi depressione a causa della paura e della mancanza di relazioni interpersonali.
Come segno molto positivo, in questo scenario epidemiologico, si riceve il vaccino contro il Covid 19, che permette la riduzione delle restrizioni, e sperimentare, per l'anima e il corpo, il beneficio del ritrovo in presenza, costituendosi un vero motivo di gioia sia per la fraternità dei laici che per la fraternità religiosa. Questi ritrovi fanno scaturire sentimenti contrastanti, da una parte la gioia di vedersi, di ascoltarsi, ma anche la grande nostalgia per l'assenza fisica dei membri della fraternità di laici, chiamati alla casa del Padre.
Come i fedeli laici, "sono chiamati da Dio a contribuire, dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio dei propri compiti, guidati dallo spirito evangelico, e così manifestano Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro vita e con il fulgore della loro fede, speranza e carità..." (Cfr. Christifidelis laici n°59) La pratica di questa dimensione fraterna arricchisce il cammino di formazione e di guarigione dei laici associati alla fraternità religiosa di Lima, sotto la protezione di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, che si organizza per sostenere i più colpiti dalla crisi economica provocata dalla pandemia.
Facendo sua la massima di sant'Alberto Hurtado, "dare senza mai stancarsi", condividono cibo, vestiti, utensili e anche denaro, consegnato via bonifico bancario. In questo modo la Divina Provvidenza si fa presente e cammina per le strade di Lima nel quartiere di San Isidro, attraverso la carità di tante persone. Le donazioni sono condivise con un'altra congregazione religiosa, il cui apostolato è la pastorale sociale nel distretto Villa Maria del Trionfo, uno dei settori più impoveriti della capitale, e anche con tanti fratelli privi del necessario che manifestano il loro bisogno.
Con le dovute precauzioni, si nutre anche l'anima dei fratelli, con "Il Pane di Vita", l'Eucaristia che raggiunge malati e anziani del settore, quando questi lo richiedono, In questo modo, si rafforza la comunione della Chiesa con i più vulnerabili dell'ambiente che sono gli adulti più anziani.
Le reti sociali hanno permesso di avvicinare i fratelli nel tempo di maggiore isolamento, dall'anno scorso fino al momento attuale. Per questo scaturisce la gratitudine a Dio, creatore di ogni bene, che muove i cuori e ispira, attraverso il suo Spirito, a fare il bene. In quest'ultimo periodo dell'anno liturgico in cui le letture della liturgia quotidiana rendono presente la seconda venuta del Signore e chiedono di essere preparati, con l'anima pulita e le mani piene di buone opere, “perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare… malato e mi avete visitato... venite, benedetti dal Padre mio... "(Cfr. Mt. 25, 35-44), ogni risorsa, ben impiegata, dà gloria anche a Dio.
Niente può paralizzare lo Spirito. L'evangelizzazione continua il suo cammino, spesso in salita, vincendo il proprio scoraggiamento e lo scarso uso delle reti sociali. In questo contesto, doloroso, risplendono anche le sapienti parole del caro nostro fondatore Venerabile Padre Gregorio Fioravanti: "Meravigliosi sono i tratti della Provvidenza alla quale nessuno ha diritto di chiedere perché questo, in questo modo e non altrimenti" (F.1, pag.16)
Per la gloria di Dio e la salvezza delle anime!
FUOCO ROSA DEL DESERTO Scolte – SCOUT FSE – Paese 2
ROUTE Lorenzago di Cadore (BL) 23 -26 agosto 2021
Il mio servizio pastorale si svolge nella comunità “San Giuseppe” di Paese, nella provincia di Treviso, nel Veneto. Tra le varie realtà ed impegni che seguo nella Collaborazione Pastorale di Paese, vi è anche la branca Scolte, degli Scout FSE, delle Parrocchie di Castagnole, Postioma e Padernello, denominata FUOCO ROSA DEL DESERTO, formata da 21 ragazze dai 17 ai 20-21 anni, con la loro Capo Fuoco Maddalena Matiazzi di Postioma, e appunto, da me, suor Mara Lorenzet, in qualità di assistente spirituale.
La route, ossia la strada, il cammino, è, assieme alla comunità ed al servizio, il tridente su cui si basa lo scautismo di questa fascia d’età, il tutto legato dalla fede. Dopo un anno di stop, a causa della pandemia, finalmente si è potuta vivere la route con campo-base presso la Casera Santigo, nelle splendide Dolomiti, a Lorenzago di Cadore (BL).
La route è un tempo molto importante con lo scopo di vivere assieme, di far fatica assieme nelle camminate, di costruire assieme la comunità, di divertirsi, di cantare, di riflettere su se stesse, sul rapporto con gli altri e con Dio.
Nella riflessione ci ha accompagnate il grande Apostolo delle Genti: San Paolo!!!
Sono stati dei giorni fantastici conclusi alla grande con la Celebrazione dell’Eucaristia!!! Tante cose sarebbero da dire… sicuramente la più bella e semplice è la parola Grazie!!! Grazie a Gesù per questa avventura vissuta in pienezza da tutte, che ci ha unite e dato tanti spunti per proseguire il cammino della vita!!!
“Col termine STRADA non intendo un vagare senza meta,
ma piuttosto uno scoprire la propria via
per piacevoli sentieri in vista di uno scopo definito,
conoscendo le difficoltà ed i pericoli
che facilmente si incontreranno lungo il cammino”
B. P. _ La strada verso il successo
Suor Mara Lorenzet
https://www.francescane.org/index.php/categoria-ultime-news/itemlist/?start=98#sigProId50cf8b6dad
Il nuovo Consiglio della Vice-Provincia “Santi Martiri d’Uganda”, con sede in Nkoabang-Yaoundé, ha organizzato il lavoro del triennio affidando ai suoi membri la formazione delle diverse commissioni che, insieme ad una Consigliera Vice-Provinciale, coinvolgeranno tutte nella responsabilità di camminare insieme.
Il papa Francesco, nel 2019, ha dichiarato: “Questo tempo che stiamo vivendo non è solo un tempo di cambiamenti, ma è un vero e proprio cambiamento epocale. Scelte che trasformano rapidamente il nostro modo di vivere, di tessere relazioni, di comunicare e di pensare, di comportarsi tra generazioni umane e di comprendere e vivere la fede e la scienza.» Queste parole risuonano oggi con più forza: la crisi attuale ci impegna a trasformazioni molto concrete che ci interpellano.
La gioia di sapersi popolo di Dio e di essere benedetto nel corso della storia, riempie l'aria di festa, celebrando le Nozze d'Argento della Parrocchia Nostra Signora de la Mercede de la Arcadia, luminoso segno della presenza di Dio in questo settore meridionale della città di Quito. In questa zona, la maggior parte delle persone si dedica al commercio informale; una percentuale minore, al commercio formale. Attualmente, a causa della pandemia, solo una piccola percentuale ha un lavoro stabile.