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    Venerdì, 19 Agosto 2022 14:58

    “FACCIAMO DEL BENE A TUTTI”

    Il Papa Francesco in uno dei sui messaggi dice: “Non stanchiamoci di fare il bene, perché a tempo debito mieteremo il nostro raccolto, se non ci arrendiamo. Allora, mentre ne abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti” (Cfr. Gal 6;9-10).

    Lunedì, 01 Agosto 2022 19:10

    LA SPERANZA CI SORPRENDE

    Da domenica 5 a venerdì 10 giugno, noi, sorelle della casa provinciale di Peekskill, insieme ad altre 14 suore e ad alcuni amici, ci siamo ritrovati a Mount Sr Francis per gli esercizi spirituali dal tema: “La speranza ci sorprende”.

    Fr. Anthony Ciorra, IVD (Institut Voluntas Dei) ha guidato gli esercizi e ci ha donato molti spunti per la riflessione per aiutarci a crescere nella nostra relazione con Dio e con gli altri. Lunedì ci siamo concentrati sulla “Preghiera per chiedere la Sapienza” e sul “Cammino” di fede nelle promesse di Dio.

    Martedì abbiamo riflettuto sulla sfida di essere "dipendenti da Dio" e ci siamo chiesti: "per che cosa siamo disposti a pagare un prezzo?"

    Mercoledì ci ha aiutato a riflettere sulla spiritualità “del nulla” … invitandoci a fare la scelta tra il grano e la zizzania per superare il nostro ego e aprirci allo Spirito Santo.

    Il tema di giovedì ci ha ricordato che Dio vuole che siamo liberi... è il regno di Dio e non il nostro che dobbiamo realizzare: innamorarci della vita di Dio... non criticare, dare energia positiva ed essere sempre sinceri!

    Il venerdì, ultimo giorno di ritiro, abbiamo riflettuto su Maria e l'Annunciazione. Maria, piena di grazia significa che è piena di Dio, e così dobbiamo essere noi.

    Anche il nostro SÌ porterà Cristo nel mondo!


     

    La scuola è «una piattaforma per avvicinarsiai bambini e ai giovani» (E.A.Christus vivit, 221).
    La scuola non è fine a sé stessa: è una pedana che fa da base ad altre da riconoscere e accogliere lungo la vita.
    Ed è anche «luogo privilegiato di promozione della persona», una vera missione da abbracciare per il bene della gioventù.

    Al termine dell’’anno scolastico, un anno ricco di iniziative, oltre alla proposta didattica, si è dato spazio a svariati corsi di potenziamento. Nel mese di maggio abbiamo avuto la possibilità di compiere delle uscite: sono stati momenti bellissimi e quasi non ci ricordavamo più l’entusiasmo per le gite scolastiche.

    Per coronare un anno così intenso, tutti noi abbiamo pensato, di dire grazie a Dio attraverso l’Eucarestia alla quale sono state invitate tutte le famiglie degli alunni, dall’Infanzia alla Primaria e la Secondaria, per vivere “La Festa della Famiglia”.

    Sabato 11 giugno alle ore 11.00 nel nostro campo giochi aveva inizio la Santa Messa Presieduta dal Cappellano Don Michele, con la partecipazione della Vicaria Suor Francesca, delegata dalla Provinciale assente per altri impegni, la rappresentanza delle sorelle provenienti da Casa Madre e tutti noi, comunità educante.

    La partecipazione è stata quasi totale circa 370 persone fra bimbi, ragazzi e familiari.

    Subito dopo la celebrazione lo spettacolo: balletti eseguiti dai bimbi dell’Infanzia, canti proposti dai bimbi e ragazzi della Primaria e Secondaria.

    Dopo tante emozioni è giunto il momento del pranzo, ecco che il parco della scuola si è improvvisamente trasformato in un festoso banchetto imbandito che è diventato motivo di incontro, condivisione per tante famiglie; per chi non è riuscito a trovare posto nelle panche messe a diposizione dalla proloco del comune di Gemona, il prato è stato sufficiente a far accomodare tutti.

    La giornata di festa si è svolta tra giochi, canti, balli… realmente si respirava la gioia di poter stare insieme.

    Alla sera quando è giunto il tempo dei saluti, molti genitori ci hanno ringraziato per questa opportunità, che si è stata per loro, un momento di spensieratezza, di condivisione e di felicità nello stare insieme.

    Direi che l’obiettivo raggiunto, di questo ringraziamo il Signore che sa infondere intuizioni forti e nonostante le fatiche, dona sempre il vigore per renderle occasioni in cui sperimentare la Sua presenza.

    Suor Miranda Sforza


     

     

    Nel mese di marzo le nostre due sorelle filippine Sr. Evangeline Salino e sr. Teresita Dulatre, hanno celebrato il 25° di Vita Religiosa, ognuna nella propria missione: Sr Evangeline nella missione di Albania insieme alle sorelle delle due comunità e sr. Teresita a Quezon City, nelle Filippine, insieme alle sorelle di Boso Boso.

    Domenica, 17 Luglio 2022 20:13

    SONO UN DONO DI DIO PER IL MONDO

    Il Papa Francesco nella Enciclica “Fratelli Tutti”, fa riferimento alla Ammonizione 25 di San Francesco, ed evidenzia l’esortazione ad amare con un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. S. Francesco, dichiara beato colui che sa amare l’altro «sia quando è lontano da lui, come quando è accanto a lui». Con queste poche e semplici parole ha spiegato l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare ed amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nato o dove abita.

    Assisi Social Welfare and Service (ASWAS) è una associazione fondata dalla Provincia “Sacra Famiglia” in India, della Congregazione delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, con lo scopo di animare e sostenere, con programmi formativi e attività diverse, lo sviluppo delle donne, dei bambini orfani e degli anziani abbandonati all’interno della missione. Da dieci anni, sr. Sahaya Rani e Sr. Seshu Mary, sono impegnate nell’ associazione, in collaborazione con molti laici e alcune suore che partecipano alle diverse comunità.

    Una volta all’anno l’Associazione ASWAS realizza la “festa della solidarietà” che riunisce le autorità religiose, i capigruppo, i volontari, le suore e certamente i nostri beneficiari. Quest'anno alla celebrazione hanno partecipato: sr. Suni Chacko nostra Vice Provinciale, sr. Mercy Joseph Kottaramkunnel, superiora della comunità “Little Flower” Pamarru; e il Rev. P. Thambi, il Parroco della Chiesa Cattolica di Vuyyuru. Le suore che hanno partecipato all’evento sono state responsabili dell’animazione dispensando gioia a tutti!

    In occasione di questa festa, il 28 marzo, si sono celebrati i compleanni dei bambini orfani perchè nessuno sa con esattezza la loro data di nascita; c’è stato anche il riconoscimento per itutti i bambini che si sono impegnati molto nello studio. Inoltre, si è dato valore alla presenza degli anziani, dei poveri e soprattutto la perseveranza e la fortezza delle donne che nonostante le difficoltà, continuano ad impegnarsi per creare una vita migliore per sé stesse, per i loro figli e per gli altri.

    La solidarietà non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale preoccupazione per le disgrazie delle persone, sia vicine che lontane, al contrario, è una ferma e perseverante determinazione ad impegnarsi per il bene comune, cioè per il bene di tutti e di ogni persona, perché siamo tutti figli di Dio e siamo responsabili gli uni degli altri.  

    Le nostre vite diventano sempre di più interdipendenti perché quando il nostro prossimo è ferito anche noi ne siamo colpiti. Attraverso le diverse attività programmate offriamo assistenza ai nostri fratelli, che devono far fronte a tante circostanze difficili; a coloro che sono privati di molte possibilità a causa delle barriere sociali ed economiche. Abbiamo messo a disposizione tutto il nostro sforzo per alleviare le loro sofferenze in questo mondo e restituire il sorriso ai loro volti. 

    Le suore, dal cuore trafitto di Cristo Crocifisso, attingono forza per servire i fratelli e le sorelle restando fedeli al carisma ricevuto ed essendo pronte a rispondere ai bisogni della Chiesa: “… siamo chiamati a prendersi «cura della fragilità delle persone… significa farsi carico del presente nella sua situazione più marginale e angosciante ed essere capaci di ungerlo di dignità» … «tutto dev’essere fatto per tutelare la condizione e la dignità della persona umana». (Cfr. lettera enciclica “Fratelli Tutti” del santo padre Francesco)


     

    Negli Orientamenti del recente Capitolo Provinciale, esattamente nell’area dedicata alle “Scelte formative e apostoliche” c’è un forte stimolo ad acquisire meglio la nostra identità missionaria, secondo il carisma e a rendere più visibile il nostro “essere missione” impegnandoci con maggior apertura alla pastorale giovanile-vocazionale.

    Il Consiglio Provinciale ha stilato un documento guida con gli elementi fondamentali propri di questa attività apostolica per sostenere un cammino formativo unitario di comunione e missione.

    È stato necessario presentarlo alle superiore di tutte le comunità e alle referenti per la pastorale vocazionale. Non essendo ancora superata l’emergenza Covid, è stato d’obbligo optare per incontri on line, risultati poi importanti perché hanno favorito la partecipazione di tutte le suore che lo desideravano e, con piacere e sorpresa, abbiamo constatato una quasi totale partecipazione attiva, vivace e significativa.

    Il primo di una serie di cinque incontri si è svolto il 12 febbraio e l’ultimo si è concluso il 18 giugno.

    Nella sua lettera di convocazione dell’ultimo incontro la superiora provinciale così si esprimeva “Vi aspetto in tante! Per me è sempre motivo di crescita nella speranza, incontrarci e crescere nella ricerca del bene e del bello per divenire sempre più donne consacrate al Signore nella fraternità e con la fraternità”

    Ogni incontro è stato seriamente preparato per presentare il documento guida che contiene gli elementi fondamentali che caratterizzano l’attività apostolica della pastorale vocazionale.

    Grazie alla tecnologia e all’orario ben studiato nel rispetto dei fusi orari, tutte le suore hanno avuto la possibilità di partecipare, anche le più lontane geograficamente, Filippine e Albania, e si è creato un bel clima fraterno che ha pervaso le conversazioni e le condivisioni.

    Dopo ogni incontro la superiora provinciale ha inviato a tutte una traccia di domande pertinenti agli Articoli trattati con l’esortazione a compiere un cammino introspettivo e spirituale personale con il valore di verifica che ci ha accompagnato anche in una condivisione comunitaria là dove è stata desiderata e resa possibile.

    La condivisione poi on line con tutte le sorelle collegate ci ha arricchito di riflessioni, di aperture di mente e di cuore al Signore che ci ha accompagnato in tutto il cammino.

    Ed ora dobbiamo restare aperte allo Spirito per accogliere con novità quanto vorrà farci capire per assumere sempre meglio, oggi, il nostro essere missione e prenderci cura della vita vissuta come vocazione.


     

    La nostra Provincia Latinoamericana "San Antonio", con sede in Cile, irradia lampi di luce e di misericordia del Padre con la presenza della signorina GIULIA DURIGON TONON, volontaria laica in queste terre, in Cile e in Bolivia.

    Queste brevi parole vogliono essere un OMAGGIO POSTUMO a GIULIA DURIGON, che è passata nelle nostre terre facendo il bene, senza ostentazioni nello stile silenzioso della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe. Sono anche un'esortazione al cristiano di oggi, laico o consacrato, per riflettere sul senso dell'esistenza e, infine, per ringraziare la famiglia Durigon Tonon di Treviso, in Italia, per aver condiviso con noi la testimonianza di Fede, Speranza e Carità, di GIULIA, QEPD.

    Secondo la dottrina di san Giovanni Paolo II, per essere un volontario cristiano sono necessarie motivazioni profonde; una capacità di dedizione e di fedeltà nella vita quotidiana; una adeguata preparazione e un paziente cammino di formazione e perseveranza. Il cristiano vive il volontariato come dono gratuito per servire Cristo nei fratelli: si tratta della gratuità della carità.  In questo modo il volontario cristiano dà un senso alla vita, ritrova i valori della famiglia, della comunità, del vivere insieme e favorisce lo sviluppo del popolo a cui è inviato. Occorre uno stile di vita aperto, solidale, discreto, generoso, rispettoso delle persone. Si tratta di una motivazione evangelica coltivata nella preghiera, nella semplicità e nella mitezza, con sobrietà e spirito di sacrificio: questa era Giulia!

    GIULIA, arriva in Cile, a Rancagua nell'organizzazione territoriale della cosiddetta VI Regione, dopo aver servito in una delle Missioni della Congregazione in Africa, una casa di bambine, ragazze e adolescenti bisognose di tutto, che hanno ricevuto dalle suore, dal personale e da Giulia, l’aiuto necessario!

    Giulia si prodiga in attenzioni verso le bambine, è sempre gioiosa e felice, prudente, rispettosa, premurosa, affettuosa, condivide con loro il cortile, la ricreazione, la piscina, il teatro, i canti, le danze, la preghiera, la santa messa, i tempi di studio, la supervisione dei compiti, tutto. In particolare si preoccupa della salute delle bambine: questa è la sua area, in cui si prepara con diligenza, professionalità e capacità.

    La città di Rancagua è una stretta striscia di terra tra due catene montuose, tra le Ande e la costa. Il cambiamento dal clima caldo dell'Africa, al freddo rigido di Rancagua, produce un deterioramento della sua salute. I medici raccomandano il trasferimento in un clima caldo e temperato. Per questo lascia la cara Hogar "Santa Rosa" e altri fratelli poveri e bisognosi la ricevono: i fratelli della Bolivia.

    Giulia è stata accolta con tanto amore nella missione della Bolivia; ella ha lavorato nel campo infermieristico, nel dispensario "San Francesco" in Cochabamba. Il suo amore per i più poveri e abbandonati l’ha portata anche ad avventurarsi sulle montagne delle Ande, curando i malati di villaggio in villaggio. Nella zona del "Barrio don Bosco" era conosciuta da tutti perché, con la sua gentilezza, la sua generosità e il suo sorriso, guadagnava i cuori non solo dei suoi malati, ma di tutti quelli che la avvicinavano: "hermanita Julia" così la chiamavano con tanto amore e così è rimasta impressa nei loro cuori.

    Con le religiose, ha condiviso la vita di preghiera, la vita fraterna, essendo testimonianza, esempio, luce, con la sua compagnia rispettosa e prudente, paziente e umile.

    Presentandosi al Signore, il 18 maggio 2022, il suo bagaglio è colmo dei frutti seminati in queste terre lontane, essi le hanno aperto le porte del cielo.

    Nei nostri tempi, in cui si indebolisce il senso del bene comune e della fraternità, e la vita gira intorno a sé stessi in un esacerbato narcisismo, rinchiusa negli orizzonti limitati del proprio io, rendiamo omaggio a te, Giulia, perché la tua purezza di motivazioni ti ha reso trasparente; il respiro della tua speranza, costante; e l'umiltà della tua carità, credibile.

    Dio sia benedetto, per la tua grande carità, pazienza e donazione!


     

    La scuola elementare cattolica di San Kizito è una delle tre scuole fondate e gestite dalle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore nella Repubblica del Congo. Le suore arrivarono in Congo nel 1995 nella regione di Sanga, nella località Sembe. La scuola “San Kisito” è l’unica scuola elementare in questa località che ha aperto le sue porte ai bambini della foresta, i pigmei; i quali non avevano alcuna opportunità di istruzione formale. I Bantous, che si sentono superiori ai pigmei non potevano sedersi sulle stesse panchine per imparare insieme ai bambini della foresta.

    Una delle opere di evangelizzazione dell'Istituto delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore è proprio la missione dell’educazione, tanto cara e voluta dalla nostra Fondatrice Laura Leroux, la quale voleva che si prestasse questo servizio con predilezione ai più poveri e abbandonati della società. Le suore, considerando l'importanza dell’educazione e fedeli al loro carisma e missione apostolica, hanno fondato le scuole elementari, fra queste, “San Kisito” per accogliere e dare un'opportunità di educazione integrale ai bambini della foresta. L’acceso alla educazione è offerto non solo ai pigmei, ma anche ai Bantous. Entrambi imparano e condividono insieme le conoscenze e la dignità di essere figli di Dio.

    Ci sono molte sfide da affrontare nello svolgimento di questa missione:

    • l’ardua sensibilizzazione da fare alla popolazione in generale circa l’importanza dell’istruzione dei bambini: per i pigmei l’educazione non è importante e il 60% dei Bantous sono diffidenti nell’inviare i loro figli a scuola.
    • L’unico mezzo di sopravvivenza è l'agricoltura e i bambini devono essere a casa disponibili per andare con i genitori nei campi per lavorare. Tutte le giustificazioni sono buone per non inviare i figli a scuola.
    • I pigmei vivono in estrema povertà e per averli a scuola bisogna provvedere ai loro bisogni ed anche a tutto il necessario per la scuola.

    I pigmei sono nomadi, non coltivano, mangiano ciò che la natura offre loro, ecco perché preferiscono vivere nella foresta, là possono cacciare, raccogliere i frutti e soddisfare i loro bisogni senza dipendere da nessuno, si spostano da un luogo all’altro secondo il loro bisogno.

    Quando considerano opportuno ritornano al villaggio però, si stabiliscono sempre un po’ lontano dal centro. Questo rende la scolarizzazione stagionale per loro perché si muovono in base alle stagioni di particolari raccolti nella foresta.

    Nonostante queste sfide, continuiamo il nostro lavoro di sensibilizzazione ed educazione, cercando di evitare discriminazioni anche se, con tutti gli sforzi e la buona volontà, non sarà mai possibile soddisfare tutti.  Abbiamo avuto bambini pigmei che sono passati dalla scuola primaria alla scuola secondaria e grande è stata la nostra gioia di conoscere i risultati positivi degli esamini poiché i primi cinque alunni in graduatoria, erano tutti pigmei! Nonostante la loro povertà, alcuni genitori dei bambini pigmei vengono da noi ad offrire i loro contributi per l’educazione dei loro figli.

    Rendiamo grazie a Dio, autore di ogni bene, perché ci ha scelte per servire in questa missione e, per sola sua grazia, ci guida nelle nostre attività quotidiane sulle orme della provvidenza, per la gloria del Suo santo nome e per la nostra santificazione.

    Suor Blessing Lukong


    «Il libro è forza, è valore, è potere, è cibo; 
    fiaccola del pensiero e sorgente dell'amore» (Rubén Dario)

    In minorità e in comunione fraterna
    viviamo il dono carismatico nella Chiesa per il mondo.

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