Da domenica 5 a venerdì 10 giugno, noi, sorelle della casa provinciale di Peekskill, insieme ad altre 14 suore e ad alcuni amici, ci siamo ritrovati a Mount Sr Francis per gli esercizi spirituali dal tema: “La speranza ci sorprende”.
Fr. Anthony Ciorra, IVD (Institut Voluntas Dei) ha guidato gli esercizi e ci ha donato molti spunti per la riflessione per aiutarci a crescere nella nostra relazione con Dio e con gli altri. Lunedì ci siamo concentrati sulla “Preghiera per chiedere la Sapienza” e sul “Cammino” di fede nelle promesse di Dio.
Martedì abbiamo riflettuto sulla sfida di essere "dipendenti da Dio" e ci siamo chiesti: "per che cosa siamo disposti a pagare un prezzo?"
Mercoledì ci ha aiutato a riflettere sulla spiritualità “del nulla” … invitandoci a fare la scelta tra il grano e la zizzania per superare il nostro ego e aprirci allo Spirito Santo.
Il tema di giovedì ci ha ricordato che Dio vuole che siamo liberi... è il regno di Dio e non il nostro che dobbiamo realizzare: innamorarci della vita di Dio... non criticare, dare energia positiva ed essere sempre sinceri!
Il venerdì, ultimo giorno di ritiro, abbiamo riflettuto su Maria e l'Annunciazione. Maria, piena di grazia significa che è piena di Dio, e così dobbiamo essere noi.
Anche il nostro SÌ porterà Cristo nel mondo!
La scuola è «una piattaforma per avvicinarsiai bambini e ai giovani» (E.A.Christus vivit, 221).
La scuola non è fine a sé stessa: è una pedana che fa da base ad altre da riconoscere e accogliere lungo la vita.
Ed è anche «luogo privilegiato di promozione della persona», una vera missione da abbracciare per il bene della gioventù.
Al termine dell’’anno scolastico, un anno ricco di iniziative, oltre alla proposta didattica, si è dato spazio a svariati corsi di potenziamento. Nel mese di maggio abbiamo avuto la possibilità di compiere delle uscite: sono stati momenti bellissimi e quasi non ci ricordavamo più l’entusiasmo per le gite scolastiche.
Per coronare un anno così intenso, tutti noi abbiamo pensato, di dire grazie a Dio attraverso l’Eucarestia alla quale sono state invitate tutte le famiglie degli alunni, dall’Infanzia alla Primaria e la Secondaria, per vivere “La Festa della Famiglia”.
Sabato 11 giugno alle ore 11.00 nel nostro campo giochi aveva inizio la Santa Messa Presieduta dal Cappellano Don Michele, con la partecipazione della Vicaria Suor Francesca, delegata dalla Provinciale assente per altri impegni, la rappresentanza delle sorelle provenienti da Casa Madre e tutti noi, comunità educante.
La partecipazione è stata quasi totale circa 370 persone fra bimbi, ragazzi e familiari.
Subito dopo la celebrazione lo spettacolo: balletti eseguiti dai bimbi dell’Infanzia, canti proposti dai bimbi e ragazzi della Primaria e Secondaria.
Dopo tante emozioni è giunto il momento del pranzo, ecco che il parco della scuola si è improvvisamente trasformato in un festoso banchetto imbandito che è diventato motivo di incontro, condivisione per tante famiglie; per chi non è riuscito a trovare posto nelle panche messe a diposizione dalla proloco del comune di Gemona, il prato è stato sufficiente a far accomodare tutti.
La giornata di festa si è svolta tra giochi, canti, balli… realmente si respirava la gioia di poter stare insieme.
Alla sera quando è giunto il tempo dei saluti, molti genitori ci hanno ringraziato per questa opportunità, che si è stata per loro, un momento di spensieratezza, di condivisione e di felicità nello stare insieme.
Direi che l’obiettivo raggiunto, di questo ringraziamo il Signore che sa infondere intuizioni forti e nonostante le fatiche, dona sempre il vigore per renderle occasioni in cui sperimentare la Sua presenza.
Suor Miranda Sforza
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Nel mese di marzo le nostre due sorelle filippine Sr. Evangeline Salino e sr. Teresita Dulatre, hanno celebrato il 25° di Vita Religiosa, ognuna nella propria missione: Sr Evangeline nella missione di Albania insieme alle sorelle delle due comunità e sr. Teresita a Quezon City, nelle Filippine, insieme alle sorelle di Boso Boso.
Il Papa Francesco nella Enciclica “Fratelli Tutti”, fa riferimento alla Ammonizione 25 di San Francesco, ed evidenzia l’esortazione ad amare con un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. S. Francesco, dichiara beato colui che sa amare l’altro «sia quando è lontano da lui, come quando è accanto a lui». Con queste poche e semplici parole ha spiegato l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare ed amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nato o dove abita.
Assisi Social Welfare and Service (ASWAS) è una associazione fondata dalla Provincia “Sacra Famiglia” in India, della Congregazione delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, con lo scopo di animare e sostenere, con programmi formativi e attività diverse, lo sviluppo delle donne, dei bambini orfani e degli anziani abbandonati all’interno della missione. Da dieci anni, sr. Sahaya Rani e Sr. Seshu Mary, sono impegnate nell’ associazione, in collaborazione con molti laici e alcune suore che partecipano alle diverse comunità.
Una volta all’anno l’Associazione ASWAS realizza la “festa della solidarietà” che riunisce le autorità religiose, i capigruppo, i volontari, le suore e certamente i nostri beneficiari. Quest'anno alla celebrazione hanno partecipato: sr. Suni Chacko nostra Vice Provinciale, sr. Mercy Joseph Kottaramkunnel, superiora della comunità “Little Flower” Pamarru; e il Rev. P. Thambi, il Parroco della Chiesa Cattolica di Vuyyuru. Le suore che hanno partecipato all’evento sono state responsabili dell’animazione dispensando gioia a tutti!
In occasione di questa festa, il 28 marzo, si sono celebrati i compleanni dei bambini orfani perchè nessuno sa con esattezza la loro data di nascita; c’è stato anche il riconoscimento per itutti i bambini che si sono impegnati molto nello studio. Inoltre, si è dato valore alla presenza degli anziani, dei poveri e soprattutto la perseveranza e la fortezza delle donne che nonostante le difficoltà, continuano ad impegnarsi per creare una vita migliore per sé stesse, per i loro figli e per gli altri.
La solidarietà non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale preoccupazione per le disgrazie delle persone, sia vicine che lontane, al contrario, è una ferma e perseverante determinazione ad impegnarsi per il bene comune, cioè per il bene di tutti e di ogni persona, perché siamo tutti figli di Dio e siamo responsabili gli uni degli altri.
Le nostre vite diventano sempre di più interdipendenti perché quando il nostro prossimo è ferito anche noi ne siamo colpiti. Attraverso le diverse attività programmate offriamo assistenza ai nostri fratelli, che devono far fronte a tante circostanze difficili; a coloro che sono privati di molte possibilità a causa delle barriere sociali ed economiche. Abbiamo messo a disposizione tutto il nostro sforzo per alleviare le loro sofferenze in questo mondo e restituire il sorriso ai loro volti.
Le suore, dal cuore trafitto di Cristo Crocifisso, attingono forza per servire i fratelli e le sorelle restando fedeli al carisma ricevuto ed essendo pronte a rispondere ai bisogni della Chiesa: “… siamo chiamati a prendersi «cura della fragilità delle persone… significa farsi carico del presente nella sua situazione più marginale e angosciante ed essere capaci di ungerlo di dignità» … «tutto dev’essere fatto per tutelare la condizione e la dignità della persona umana». (Cfr. lettera enciclica “Fratelli Tutti” del santo padre Francesco)
Negli Orientamenti del recente Capitolo Provinciale, esattamente nell’area dedicata alle “Scelte formative e apostoliche” c’è un forte stimolo ad acquisire meglio la nostra identità missionaria, secondo il carisma e a rendere più visibile il nostro “essere missione” impegnandoci con maggior apertura alla pastorale giovanile-vocazionale.
Il Consiglio Provinciale ha stilato un documento guida con gli elementi fondamentali propri di questa attività apostolica per sostenere un cammino formativo unitario di comunione e missione.
È stato necessario presentarlo alle superiore di tutte le comunità e alle referenti per la pastorale vocazionale. Non essendo ancora superata l’emergenza Covid, è stato d’obbligo optare per incontri on line, risultati poi importanti perché hanno favorito la partecipazione di tutte le suore che lo desideravano e, con piacere e sorpresa, abbiamo constatato una quasi totale partecipazione attiva, vivace e significativa.
Il primo di una serie di cinque incontri si è svolto il 12 febbraio e l’ultimo si è concluso il 18 giugno.
Nella sua lettera di convocazione dell’ultimo incontro la superiora provinciale così si esprimeva “Vi aspetto in tante! Per me è sempre motivo di crescita nella speranza, incontrarci e crescere nella ricerca del bene e del bello per divenire sempre più donne consacrate al Signore nella fraternità e con la fraternità”
Ogni incontro è stato seriamente preparato per presentare il documento guida che contiene gli elementi fondamentali che caratterizzano l’attività apostolica della pastorale vocazionale.
Grazie alla tecnologia e all’orario ben studiato nel rispetto dei fusi orari, tutte le suore hanno avuto la possibilità di partecipare, anche le più lontane geograficamente, Filippine e Albania, e si è creato un bel clima fraterno che ha pervaso le conversazioni e le condivisioni.
Dopo ogni incontro la superiora provinciale ha inviato a tutte una traccia di domande pertinenti agli Articoli trattati con l’esortazione a compiere un cammino introspettivo e spirituale personale con il valore di verifica che ci ha accompagnato anche in una condivisione comunitaria là dove è stata desiderata e resa possibile.
La condivisione poi on line con tutte le sorelle collegate ci ha arricchito di riflessioni, di aperture di mente e di cuore al Signore che ci ha accompagnato in tutto il cammino.
Ed ora dobbiamo restare aperte allo Spirito per accogliere con novità quanto vorrà farci capire per assumere sempre meglio, oggi, il nostro essere missione e prenderci cura della vita vissuta come vocazione.
La nostra Provincia Latinoamericana "San Antonio", con sede in Cile, irradia lampi di luce e di misericordia del Padre con la presenza della signorina GIULIA DURIGON TONON, volontaria laica in queste terre, in Cile e in Bolivia.
Queste brevi parole vogliono essere un OMAGGIO POSTUMO a GIULIA DURIGON, che è passata nelle nostre terre facendo il bene, senza ostentazioni nello stile silenzioso della Beata Vergine Maria e di San Giuseppe. Sono anche un'esortazione al cristiano di oggi, laico o consacrato, per riflettere sul senso dell'esistenza e, infine, per ringraziare la famiglia Durigon Tonon di Treviso, in Italia, per aver condiviso con noi la testimonianza di Fede, Speranza e Carità, di GIULIA, QEPD.
Secondo la dottrina di san Giovanni Paolo II, per essere un volontario cristiano sono necessarie motivazioni profonde; una capacità di dedizione e di fedeltà nella vita quotidiana; una adeguata preparazione e un paziente cammino di formazione e perseveranza. Il cristiano vive il volontariato come dono gratuito per servire Cristo nei fratelli: si tratta della gratuità della carità. In questo modo il volontario cristiano dà un senso alla vita, ritrova i valori della famiglia, della comunità, del vivere insieme e favorisce lo sviluppo del popolo a cui è inviato. Occorre uno stile di vita aperto, solidale, discreto, generoso, rispettoso delle persone. Si tratta di una motivazione evangelica coltivata nella preghiera, nella semplicità e nella mitezza, con sobrietà e spirito di sacrificio: questa era Giulia!
GIULIA, arriva in Cile, a Rancagua nell'organizzazione territoriale della cosiddetta VI Regione, dopo aver servito in una delle Missioni della Congregazione in Africa, una casa di bambine, ragazze e adolescenti bisognose di tutto, che hanno ricevuto dalle suore, dal personale e da Giulia, l’aiuto necessario!
Giulia si prodiga in attenzioni verso le bambine, è sempre gioiosa e felice, prudente, rispettosa, premurosa, affettuosa, condivide con loro il cortile, la ricreazione, la piscina, il teatro, i canti, le danze, la preghiera, la santa messa, i tempi di studio, la supervisione dei compiti, tutto. In particolare si preoccupa della salute delle bambine: questa è la sua area, in cui si prepara con diligenza, professionalità e capacità.
La città di Rancagua è una stretta striscia di terra tra due catene montuose, tra le Ande e la costa. Il cambiamento dal clima caldo dell'Africa, al freddo rigido di Rancagua, produce un deterioramento della sua salute. I medici raccomandano il trasferimento in un clima caldo e temperato. Per questo lascia la cara Hogar "Santa Rosa" e altri fratelli poveri e bisognosi la ricevono: i fratelli della Bolivia.
Giulia è stata accolta con tanto amore nella missione della Bolivia; ella ha lavorato nel campo infermieristico, nel dispensario "San Francesco" in Cochabamba. Il suo amore per i più poveri e abbandonati l’ha portata anche ad avventurarsi sulle montagne delle Ande, curando i malati di villaggio in villaggio. Nella zona del "Barrio don Bosco" era conosciuta da tutti perché, con la sua gentilezza, la sua generosità e il suo sorriso, guadagnava i cuori non solo dei suoi malati, ma di tutti quelli che la avvicinavano: "hermanita Julia" così la chiamavano con tanto amore e così è rimasta impressa nei loro cuori.
Con le religiose, ha condiviso la vita di preghiera, la vita fraterna, essendo testimonianza, esempio, luce, con la sua compagnia rispettosa e prudente, paziente e umile.
Presentandosi al Signore, il 18 maggio 2022, il suo bagaglio è colmo dei frutti seminati in queste terre lontane, essi le hanno aperto le porte del cielo.
Nei nostri tempi, in cui si indebolisce il senso del bene comune e della fraternità, e la vita gira intorno a sé stessi in un esacerbato narcisismo, rinchiusa negli orizzonti limitati del proprio io, rendiamo omaggio a te, Giulia, perché la tua purezza di motivazioni ti ha reso trasparente; il respiro della tua speranza, costante; e l'umiltà della tua carità, credibile.
Dio sia benedetto, per la tua grande carità, pazienza e donazione!
La scuola elementare cattolica di San Kizito è una delle tre scuole fondate e gestite dalle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore nella Repubblica del Congo. Le suore arrivarono in Congo nel 1995 nella regione di Sanga, nella località Sembe. La scuola “San Kisito” è l’unica scuola elementare in questa località che ha aperto le sue porte ai bambini della foresta, i pigmei; i quali non avevano alcuna opportunità di istruzione formale. I Bantous, che si sentono superiori ai pigmei non potevano sedersi sulle stesse panchine per imparare insieme ai bambini della foresta.
Una delle opere di evangelizzazione dell'Istituto delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore è proprio la missione dell’educazione, tanto cara e voluta dalla nostra Fondatrice Laura Leroux, la quale voleva che si prestasse questo servizio con predilezione ai più poveri e abbandonati della società. Le suore, considerando l'importanza dell’educazione e fedeli al loro carisma e missione apostolica, hanno fondato le scuole elementari, fra queste, “San Kisito” per accogliere e dare un'opportunità di educazione integrale ai bambini della foresta. L’acceso alla educazione è offerto non solo ai pigmei, ma anche ai Bantous. Entrambi imparano e condividono insieme le conoscenze e la dignità di essere figli di Dio.
Ci sono molte sfide da affrontare nello svolgimento di questa missione:
I pigmei sono nomadi, non coltivano, mangiano ciò che la natura offre loro, ecco perché preferiscono vivere nella foresta, là possono cacciare, raccogliere i frutti e soddisfare i loro bisogni senza dipendere da nessuno, si spostano da un luogo all’altro secondo il loro bisogno.
Quando considerano opportuno ritornano al villaggio però, si stabiliscono sempre un po’ lontano dal centro. Questo rende la scolarizzazione stagionale per loro perché si muovono in base alle stagioni di particolari raccolti nella foresta.
Nonostante queste sfide, continuiamo il nostro lavoro di sensibilizzazione ed educazione, cercando di evitare discriminazioni anche se, con tutti gli sforzi e la buona volontà, non sarà mai possibile soddisfare tutti. Abbiamo avuto bambini pigmei che sono passati dalla scuola primaria alla scuola secondaria e grande è stata la nostra gioia di conoscere i risultati positivi degli esamini poiché i primi cinque alunni in graduatoria, erano tutti pigmei! Nonostante la loro povertà, alcuni genitori dei bambini pigmei vengono da noi ad offrire i loro contributi per l’educazione dei loro figli.
Rendiamo grazie a Dio, autore di ogni bene, perché ci ha scelte per servire in questa missione e, per sola sua grazia, ci guida nelle nostre attività quotidiane sulle orme della provvidenza, per la gloria del Suo santo nome e per la nostra santificazione.
Suor Blessing Lukong
“Chi ha pietà del povero fa un prestito al Signore, che gli darà la sua ricompensa” (Proverbi 19:17)
Arunachal Pradesh è uno Stato dell’India ben noto per la sua antica cultura. Si distingue in quanto comprende 26 diverse tribù tra cui varie sotto tribù. Il 30% della popolazione è cristiana e la restante popolazione è costituita da buddisti, adoratori degli dei del sole e della luna e della natura.
Arunachal Pradesh è situato nel più lontano confine nord-orientale dell'India è conosciuto come 'La terra delle montagne illuminate dall'alba” ed è espressione di una antica cultura, dove gli agricoltori praticano la coltivazione “Jhum”. Più della metà della popolazione dell'Arunachal Pradesh è dedita all'agricoltura, ma solo una piccola parte della terra è coltivata. Sebbene l'agricoltura, compresa la coltivazione del riso umido, si sia notevolmente ampliata dalla fine del XX secolo, molti dei popoli delle colline continuano a praticare l'agricoltura mobile (jhum), per cui la terra viene disboscata bruciando la vegetazione, viene coltivata per diversi anni, quindi viene abbandonata a favore di un altro luogo quando la produttività del suolo diminuisce. Riso, mais, miglio e grano sono tra le colture principali coltivate con questo metodo.
Dal 2008, noi FMSC siamo presenti in Arunachal, creando relazioni con le persone, attraverso la missione dell’educazione, l’assistenza sanitaria e il lavoro sociale come l’emancipazione delle donne. "Qualunque cosa abbiate fatto per uno di questi miei fratelli e sorelle, l'avete fatta per me" ( Mt. 25,40); seguendo queste parole di Gesù tutte le suore spendono energie e talenti per lo sviluppo di questo coraggioso popolo di montagna creativo e affettuoso.
Noi suore organizziamo campi medici in diversi villaggi per aiutare a comprendere l’importanza della salute e dell'igiene. Le persone che partecipano a questi campi ricevono controlli medici e terapie sanitarie gratuite. A causa della seconda ondata del corona virus non è stato possibile realizzare continuare a organizzare questi aiuti.
Nel mese di febbraio abbiamo ripreso l’attività medica nel villaggio di Phangthip, nel distretto di Changlang dove gli abitanti non hanno accesso ai servizi sanitari di base. Quasi 200 persone sono venute ad usufruire di quanto è stato offerto a livello medico, soprattutto le mamme che allattano e bambini. Le suore hanno insegnato ai bambini l'importanza di lavarsi le mani ed altre abitudini alimentari sane. Questa attività medica è stata sponsorizzata dalla Servizio Sociale Diocesano del Nord Est.
«Benediciamo il Signore per i progressi che la scienza medica ha compiuto soprattutto in questi ultimi tempi; le nuove tecnologie hanno permesso di approntare percorsi terapeutici che sono di grande beneficio per i malati; la ricerca continua a dare il suo prezioso contributo per sconfiggere patologie antiche e nuove; la medicina riabilitativa ha sviluppato notevolmente le sue conoscenze e le sue competenze.
Tutto questo, però, non deve mai far dimenticare la singolarità di ogni malato, con la sua dignità e le sue fragilità. Il malato è sempre più importante della sua malattia, e per questo ogni approccio terapeutico non può prescindere dall’ascolto del paziente, della sua storia, delle sue ansie, delle sue paure. Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia. Per questo auspico che i percorsi formativi degli operatori della salute siano capaci di abilitare all’ascolto e alla dimensione relazionale ...» (PAPA FRANCESCO, cfr Messaggio per la XXX Giornata Mondiale del Malato, 11 febbraio 2022)
Insieme alle sorelle della Comunità di Viale Saffi e di Duronia, anche noi abbiamo avuto la possibilità di seguire one line il convegno di pastorale della sanità organizzato dall’USMI nei giorni 11 e 12 maggio.
L’edizione di quest’anno è una edizione aggiornata del percorso di ogni anno che sarà nuovamente proposto ed è destinato alle suore e alle altre persone che collaborano nelle nostre infermerie, specialmente “provate” dalla pandemia
Ha l’obiettivo di offrire una opportunità di formazione continua e aggiornata sul tema della cura e del prendersi cura, analizzando processi in atto nella gestione delle nostre infermerie nelle quali l’interesse, prima che alle patologie delle nostre sorelle, deve essere per le persone, le loro fragilità, la loro solitudine, la loro storia, le loro attese, il loro difficoltoso cammino. Le nostre infermerie devono essere luoghi di vita e di missione: è di grande importanza curare anche l’ambiente e tutta l’organizzazione con particolare attenzione alla cura della preghiera, delle liturgie e soprattutto dell’ascolto della Parola di Dio nel rispetto delle tradizioni che vanno coniugate con la creatività e la cura.
Essenziale è la promozione della vita in tutti i suoi momenti e in tutte le sue dimensioni e la tutela della vita di ciascuna sorella, privilegiando, all’interno dei processi formativi degli operatori sanitari, la cura della “relazione”, quale modalità di ascolto e di accoglienza.
Un’intera giornata è stata dedicata alla cultura geriatrica, magistralmente esposta dal Prof. Gianluigi Perati con particolare attenzione alle fragilità e alle demenze, che purtroppo sono ricorrenti e chiedono un maggior impegno nel prendersi cura con amore, con dedizione evangelica e competenza, avendo sempre presente che “Tutto ciò che avete fatto al più “piccolo” di questi miei fratelli, l’avete fatto a me” (Mt. 25,36)
Comunità di Centocelle
24 aprile 2022 ricordiamo il bicentenario della nascita del nostro Fondatore, il Venerabile Padre Gregorio Fioravanti ofm, ringraziamo e lodiamo il Signore per le innumerevoli meraviglie che ha operato nella nostra famiglia Religiosa.
Ricordiamo alcuni dei suoi insegnamenti a noi molto cari e anche preziosi nel servizio apostolico in campo educativo, pastorale e sanitario:
Chiediamo al Signore la grazia di permetterci di scoprire ovunque le orme della sua divina presenza, di benedire e ringraziare sempre la provvidenza del Padre, per poter vivere ogni giorno tra noi e con i fratelli il dono della riconciliazione con la forza redentrice del mistero pasquale.
Con affetto e gratitudine:
Suor Doly Gandarillas Pérez
Comunità San Francisco di Cochabamba - Bolivia